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17 Aprile 2024 13:00

Tonno in scatola e mercurio: quali sono i limiti massimi giornalieri

Il tonno in scatola è un’invenzione geniale che ti permette di salvare pranzi e cene quando non hai voglia di cucinare. A lungo però è circolata la voce che sia pericoloso perché contiene il mercurio: oggi sfatiamo questo mito e ti spieghiamo perché, pur contenendo una traccia, il tonno in scatola non è pericoloso.

A cura di Martina De Angelis
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Quante volte i tuoi pasti sono stati salvati da una confezione di tonno in scatola? Nutrienti e poco costose, le scatolette di tonno sono una geniale invenzione della famiglia Florio che permette di creare rapidamente decine di ricette sfiziose. Spesso però il tonno in scatola è associato alla contaminazione da mercurio, che purtroppo è presente non solo in questa specie ma in tanti prodotti ittici insieme a una serie di altri metalli pesanti. Mangiare tonno in scatola è dunque pericoloso?

Assolutamente no, esistono dei limiti di riferimento che ora ti spieghiamo, che possono farti consumare in tranquillità le scatolette di tonno senza nessun tipo di pericolo, a patto ovviamente di imparare a riconoscere quello di qualità migliore.

Il tonno in scatola contiene davvero mercurio?

Chiariamo subito la questione: sì, il tonno in scatola contiene una minima parte di mercurio ma la sua concentrazione è talmente al di sotto dei valori limite di sicurezza che, per avere un’intossicazione, dovresti mangiare qualcosa come 60 scatolette a settimana.

La presenza, seppure infinitesimale, del mercurio nel tonno non dipende né dal tipo di confezione né dalla lavorazione o dal metodo di conservazione. Purtroppo dipende proprio dal pesce che, vivendo in mari contaminati, accumula mercurio nel proprio organismo sotto forma di metilmercurio.

Diversi studi hanno dimostrato come il mercurio, a oggi, si trova in tutti gli oceani (la situazione non è migliorata negli ultimi 50 anni nonostante tutti gli sforzi) e quindi è di conseguenza presente in tantissimi tipo di pesce: in parte è un elemento che si trova nell’ambiente, ma per la maggior parte è una contaminazione causata dall’inquinamento provocato dall’uomo.

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In generale i pesci più grandi tendono ad accumulare livelli di mercurio più alti rispetto a quelli più piccoli (poiché, nutrendosi di essi, assorbono anche la loro contaminazione di metalli pesanti), e il tonno vista la sua taglia rientra proprio in questa categoria.

Ti ricordiamo che il mercurio per l’organismo umano è altamente tossico, poiché va ad accumularsi nei globuli rossi ed entra quindi facilmente in circolo nel sangue. È anche vero però che per risultare pericoloso deve essere ingerito in grandi quantità, motivo per cui sono stati stabiliti degli specifici limiti di sicurezza entro i quali i consumi del pesce, seppur minimamente contaminato, non rappresenta un pericolo.

I limiti massimi stabiliti dalla normativa

I valori di sicurezza attualmente fissati, sia per l'assunzione di mercurio sia per il contenuto di mercurio in specie ittiche impiegate nelle filiere alimentari, sono stati stabiliti da un Comitato congiunto FAO-WHO. Secondo quando deciso in seguito a una serie di studi, il limite tollerabile di assunzione settimanale di mercurio è pari a 0,3 mg per un adulto di 60 kg (1,6 µg di metilmercurio per kg di peso corporeo).

Ci pensa invece il Regolamento CE n. 1881/2006 a stabilire il limite di questo contaminante nel prodotto ittico, e in questo caso corrisponde a 1 mg di metilmercurio per kg di prodotto fresco.

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Lo studio della SSICA assicura la sicurezza del tonno in scatola

Basandosi su questi valori di riferimento la SSICA (Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari) nel 2022 ha condotto uno studio esaminando 22 campioni di tonno in scatola e in vetro provenienti dalle marche più comuni e da diverse zone geografiche.

Il risultato della ricerca è che i campioni hanno presentato valori di metilmercurio entro l’intervallo fra 0,026-0,253 mg per kg di peso, con un valore medio di 0,099 mg/kg. Questa è la conferma dell’assoluta sicurezza del tonno in scatola: la presenza di metallo pesante è molto al sotto dei limiti fissati di cui ti abbiamo parlato nel paragrafo precedente. Nessuna paura quindi, puoi consumare tranquillamente il tonno in scatola senza alcun rischio nella vita quotidiana.

L’unica accortezza viene segnalata dalla Food and Drug Administration relativamente al consumo di pesci di taglia grande, sia freschi sia in scatola, per le donne incinta o in fase di allattamento: in questa fase, infatti, il metilmercurio risulta più assimilabile e potrebbe penetrare nella placenta o raggiungere le ghiandole mammarie, mettendo in pericolo feto e bambino.

In particolare, come riporta l’utile tabella contenuta nell’articolo dell’associazione, è meglio evitare il tonno di taglia più grande (per esempio il tonno rosso) e altri pesci di taglia molto grossa, mentre nessun problema nel consumo di tonno di razze più piccole come la specie pinne gialle, che assimila una quantità di mercurio davvero minima.

 

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