Pianta aromatica protagonista del classico mazzetto insieme a rosmarino e salvia, il timo è conosciuto fin dall'antichità per le numerose proprietà terapeutiche, in particolare come antisettico per le mucose del naso e dell'intestino e calmante per la tosse.
Il suo profumo è intenso, balsamico e leggermente pungente: perfetto per insaporire piatti a base di carne, pesce, legumi, verdure arrosto, sughi e zuppe. E ancora, si può usare sia fresco sia essiccato, spesso in abbinamento con rosmarino e alloro nel classico mazzetto aromatico. Stiamo parlando del Thymus vulgaris, il timo comune meglio conosciuto solo come timo, una pianta che possiamo coltivare anche sul balcone di casa, in quanto rustica e resistente: ha bisogno di luce, un terreno ben drenato e poca acqua, così da averla sempre a portata di mano. Oltre all’uso culinario, il timo è apprezzato fin dall’antichità per le sue proprietà benefiche: già gli Egizi, per esempio, lo aggiungevano agli unguenti nei rituali di imbalsamazione per la sua azione antisettica e antibatterica che lo rendevano un conservante naturale, mentre i Greci lo consideravano un simbolo di forza e di purezza, con il miele di timo del monte Imetto (in quel di Atene) considerato un prodotto d’eccellenza. Anche oggi, sotto forma di tisane, estratti ed oli essenziali è un’erba aromatica impiegata in fitoterapia proprio per le sue note virtù curative. Vediamo quali i benefici e le eventuali controindicazioni.
Perché il timo fa bene? Le sue proprietà derivano principalmente dalla presenza di alcuni composti biologici attivi, come il timolo e il carvacrolo (tipico dell’origano), due potenti fenoli aromatici che hanno effetti anti microbico e antinfiammatorio riconosciuti. Oltre a questi, la pianta contiene flavonoidi antiossidanti, tannini, acidi organici (come acido caffeico e acido clorogenico), vitamina C e alcune vitamine del gruppo B. Questi elementi rendono il timo non solo un insaporitore per pietanze, ma anche un valido alleato per il benessere del corpo.
Partiamo dalla categoria di benefici più nota, ovvero quella antisettica, efficace contro numerosi batteri, virus e funghi. Non a caso, infatti, il timo viene spesso impiegato in versione di infuso o di olio essenziale (ne basta qualche goccia) in caso di raffreddore, influenza e infezioni stagionali alle vie respiratorie. In particolare, poi, il timolo può inibire la crescita di microrganismi patogeni come l’Aeromonas hydrophila, causa di gastroenteriti e lo Staphylococcus aureus, che porta allo sviluppo di danni lievi o gravi, dagli ascessi alle polmoniti.
Tosse grassa, catarro e congestioni nasali possono essere trattate con il timo. Le sue sostanze aromatiche aiutano a fluidificare il muco e favoriscono l’eliminazione delle secrezioni bronchiali. Per questo lo si trova di frequente inserito nella composizione di sciroppi per la tosse e nei suffumigi, insieme a eucalipto e menta. Anche una semplice tisana al timo, magari con l’aggiunta di miele, può essere utile per calmare la gola irritata e liberare le vie respiratorie.
Grazie ai flavonoidi e ai tannini ecco che il timo è un supporto per le mucose irritate: non solo delle vie aeree, ma pure quelle del tratto gastrointestinale. Può essere utile in caso di dolori addominali, colon irritabile, digestione lenta e fermentazioni intestinali. Per chi soffre di spasmi muscolari leggeri, il timo favorisce il rilassamento dei muscoli lisci, noti anche con il nome di muscoli involontari, contrastando i processi infiammatori.
Non è un mistero che sia una fonte naturale di antiossidanti, in grado di combattere i radicali liberi e proteggere le cellule dallo stress ossidativo e dall’invecchiamento. Sono sempre la vitamina C e i polifenoli, inoltre, che contribuiscono a mantenere in salute il sistema immunitario.
L’aroma ha una funzione stimolante per le secrezioni gastriche. In fitoterapia viene utilizzato come digestivo naturale, capace di migliorare l’appetito e facilitare la digestione. Un infuso caldo a base di foglie di timo è consigliato per esempio dopo pasti abbondanti o in caso di sensazione di gonfiore e pesantezza allo stomaco. Inoltre, il suo effetto carminativo aiuta a ridurre la formazione di gas intestinali.
Come accade con le piante officinali in genere, anche il principio attivo del timo può avere effetti collaterali se assunto in quantità elevate e in presenza di specifiche condizioni cliniche. Non parliamo dell’uso gastronomico che si fa del vegetale, considerato sicuro e privo di rischi, visto che solitamente se ne utilizzano dosi ridotte. Diverso è il discorso di oli essenziali, integratori o sciroppi balsamici, che vanno sempre assunti sotto la supervisione di un professionista, in modo da evitare i classici “effetti indesiderati”. Quali potrebbero essere? Per esempio, l’olio essenziale di timo va sempre diluito in acqua e non ingerito puro: potrebbe risultare irritante, causare nausea, vomito e mal di testa. Se deve essere spalmato sulla pelle in funzione lenitiva, prima è opportuno applicarne poco in un’area ridotta e vedere se provoca reazioni cutanee. Salvo indicazione medica opposta, è suggerito astenersi dal consumo di integratori e oli a base di timo in stato di gravidanza e allattamento.