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3 Maggio 2023 13:00

La storia centenaria della torta paradiso, il dolce “divino” dalla paternità contesa

Soffice, deliziosa da sola o imbevuta nel latte, golosissima: la torta paradiso è un vero must della pasticceria lombarda. E come tutte le leggende, ha origini contese tra una pasticceria storia e un frate della Certosa.

A cura di Martina De Angelis
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Per i pavesi è semplicemente la “tùrta Vigon”, per tutti gli altri è la torta paradiso. Comunque la si chiami, una cosa è certa: è uno dei dolci più gustosi di sempre, in grande di soddisfare grandi e piccoli. Basata su pochi ingredienti, ma da maneggiare con cura e seguendo accortezze ben precise, la torta paradiso è sofficissima, profumata e squisita nella sua semplicità. Un vero simbolo della città di Pavia dove è nata, tanto da entrare nella lista dei Pat (prodotti agroalimentari tradizionali italiani).

Eppure, anche gli stessi pavesi non sono sicuri di chi sia il vero inventore della loro prelibatezza più conosciuta. Generalmente si riconosce l’invenzione a una celebre pasticceria locale, ma c’è anche una leggenda che racconta di un frate e di una misteriosa sposina.

Le origini della torta paradiso

Passeggiando per Pavia, precisamente in Strada Nuova, incontrerete uno dei locali storici più famosi della città, caratterizzato dai bellissimi arredi liberty. È la Pasticceria Vigoni, in attività dal 1878, dove la storia più accreditata vuole sia nata la torta paradiso. Sembra infatti che il Marchese Cusani Visconti commissionò a Enrico Vigoni, il pasticcere che aprì la bottega, una torta speciale, dagli ingredienti semplici ma che potesse conservarsi fresca, e morbida per diversi giorni.

Il pasticcere proposte la sua creazione, e sembra che una nobildonna, assaggiandola, commentò il dolce dicendo: “questa torta è un paradiso”. Vigoni la brevettò come propria invenzione e da allora la sua pasticceria, che tutt’oggi è gestita dalla quinta generazione di suoi pronipoti, prepara la torta con la ricetta originale.

Le origini leggendarie: la storia del frate

A Pavia è diffusa un’altra storia riguardo la nascita della torta paradiso, una versione che ha più i connotati della leggenda. Il protagonista in questo caso è un frate erborista della Certosa di Pavia, a cui le mura del convento stava stretto: nonostante la Regola lo vietasse, usciva spesso nei dintorni, per raccogliere erbe curative.

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In uno di questi vagabondaggi incontrò una fanciulla, secondo alcuni una giovane sposina di un paese vicino, che gli offrì di assaggiare una torta dal sapore divino. Il frate fu talmente colpito dal sapore del dolce da sfidare la regola ancora una volta: ritrovò la fanciulla misteriosa e si fece dare la ricetta. Appena in tempo, perché venne coperto e obbligato a rimanere rinchiuso tra le mura del monastero. Così il frate, per consolarsi e ingannare il tempo, si dedicò alla preparazione della ricetta avuta dalla ragazza. La propose ai confratelli, che rimasero così colpiti da ribatterla torta “paradiso”.

E la pasticceria Vigoni come entrerebbe in questa storia? Secondo alcuni venne in possesso della ricetta quando superò le mura del convento, la reinterpretò e ne brevettò una sua personale versione.

Tutti i segreti per preparare la torta paradiso perfetta

Che sia stato il frate della Certosa o Enrico Vigoni il risultato non cambia: la torta paradiso è diventata un grande classico della pasticceria italiana. Ma come si fa a prepararla in casa in modo perfetto?

La ricetta è molto semplice – servono solo pochi ingredienti base come il burro, lo zucchero, la farina e le uova – ma il segreto sta tutto nel modo in cui si lavorano. Per esempio, il burro deve ammorbidirsi a temperatura ambiente prima di essere lavorato, solo così creerà un composto gonfio e spumoso al punto giusto. Attenzione anche alla farina, che va incorporata delicatamente un po’ per volta, e mescolando con movimenti che vanno dal basso verso l’alto in modo da non smontare l’impasto, che deve rimanere molto soffice.

Una volta cotta e raffreddata la torta paradiso può essere gustata al naturale e spolverata solo con un po’ di zucchero a velo, oppure può essere farcita con marmellata, crema pasticcera classica o al cioccolato bianco o ganache al cioccolato.

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A cura di
Martina De Angelis
Giornalista laureata e “tesserata”, amo prima di tutto mangiare: datemi un piatto di pasta e mi renderete una donna felice. Scrivere di cibo è la naturale conseguenza, l’unione di due grandi passioni. Soprattutto, amo raccontare le storie che ci sono oltre il piatto o l’ingrediente. Quando non scrivo, ho una passione viscerale per la lettura, adoro viaggiare, suonare il pianoforte e perdermi tra boschi e montagne.
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