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15 Giugno 2023 11:27

Sciopero della pasta contro il caro prezzi: l’idea di Assoutenti per il 22 giugno

Assoutenti ha chiesto di indire uno "sciopero della pasta": dal 22 giugno, per una settimana, i consumatori non dovranno acquistare pasta contro il caro prezzi. La protesta è rivolta al Governo: negli altri Paesi ci sono accordi tra Stato e distributori per aiutare i cittadini, da noi invece no.

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Dal 22 giugno in Italia potrebbe scoppiare uno "sciopero della pasta". Assoutenti ha lanciato un grido d'allarme, una protesta formale contro il governo: sciopero della pasta per una settimana con i consumatori che, per far sentire la propria voce, non acquisteranno neanche un pacco. L'intento è lasciare tutto sugli scaffali per tentare di indurre le aziende a far scendere i prezzi. Un boicottaggio in piena regola: secondo Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, "il prezzo della pasta è assolutamente sproporzionato rispetto ai costi di produzione" quindi bisogna intervenire. La protesta è rivolta per lo più al governo però: nelle scorse settimane i nostri politici avrebbero dovuto tenere una riunione per parlare degli aumenti e dell'inflazione. La riunione c'è stata ma hanno deciso di non intervenire se non con la card da 382 euro per le classi meno abbienti. Una scelta incomprensibile per Assoutenti.

Lo sciopero della pasta dal 22 al 29 giugno

Secondo i dati in possesso di Assoutenti ogni famiglia italiana composta da quattro persone spende in media 915 euro in più all'anno in generi alimentari, con un aumento di quasi il 12%. Per questo motivo gli italiani hanno ridotto la spesa alimentare e quasi la metà si è "convertita" al discount. Sono tutti segnali di un malessere vero, tangibile, che non può essere ignorato ed è per questo che si sta pensando allo sciopero della pasta.

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Molte colpe le avrebbe il governo perché a differenza degli altri Paesi in Europa non sta facendo nulla per aiutare i propri cittadini. In Francia, ad esempio, c'è un accordo in essere da tre mesi con le catene dei supermercati per ridurre i prezzi degli alimenti di prima necessità. Questo accordo dovrebbe essere prorogato per tutta l'estate.

Anche la Gran Bretagna sta lavorando a un accordo simile per combattere l'inflazione sui prodotti alimentari: nel Regno Unito la situazione è perfino più grave che in Italia perché un tasso di inflazione così alto non si vedeva da mezzo secolo. Ungheria e Croazia sono le nazioni con la più alta inflazione alimentare nell'Unione Europea e ha lavorato con le grandi catene della grande distribuzione imponendo controlli ai prezzi di olio, maiale, farina di frumento e latte. La Spagna, infine, ha lavorato direttamente sulla tassazione: abolita l'imposta sul valore aggiunto dei prodotti essenziali e ha dimezzato le tasse su olio e pasta.

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Quello che i piatti non dicono
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