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29 Marzo 2024 19:33

Sciopero dei supermercati il 30 marzo: i negozi a rischio e i motivi della protesta

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno indetto uno sciopero di 8 ore per il 30 marzo: a rischio chiusura nel weekend di Pasqua molti punti vendita della grande distribuzione.

A cura di Redazione Cucina
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Dopo la rottura delle trattative per il rinnovo del contratto, i sindacati Filcams CgilFisascat Cisl e Uiltucs hanno proclamato una giornata di sciopero per il 30 marzo 2024: la protesta coinvolgerà tutto il personale dipendente dalle imprese che applicano il CCNL della Distribuzione Moderna Organizzata – Federdistribuzione. I dipendenti di molti supermercati potrebbero dunque astenersi dal lavoro per l'intero turno, cosa che mette a rischio chiusura più di un punto vendita. Ecco quali sono le catene a rischio e quali le ragioni della protesta.

Le ragioni dello sciopero del 30 marzo

Le trattative in corso in questi giorni non sono approdate a nulla: i lavoratori sono in attesa del rinnovo del contratto nazionale, che interessa oltre 240 mila dipendenti di imprese associate a Federdistribuzione, dal 2019. La motivazione principale alla base dello sciopero e dell'interruzione delle trattative, secondo i sindacati interessati, è la preoccupazione per "l'introduzione di una flessibilità incontrollata con contratti a termine di durata indeterminata, oltre i 24 mesi". Inoltre, i sindacati criticano la chiusura al dialogo su "appalti e terziarizzazioni" e "franchising", lamentando "lo smembramento del sistema di classificazione del personale, il sotto inquadramento di chi ha responsabilità di interi format commerciali complessi e la creazione di una nuova mansione per la movimentazione delle merci svuotando l'attuale previsione al quarto livello".

Per questo motivo, sabato 30 marzo, i dipendenti associati alle sigle Filcams, CgilFisascat Cisl e Uiltucs incroceranno le braccia per tutto il turno di lavoro: le tre sigle confederali, insieme a Ugl Terziario, hanno proclamato otto ore di sciopero, invitando inoltre i lavoratori a non dare disponibilità per i giorni festivi.

Le catene a rischio

A rischio chiusura i supermercati di catene come Esselunga, Lidl, Penny Market, Carrefour, Pam, Crai, Supermercati Despar In's Merecato, Ipermercati Iper, oltre a punti vendita di altri settori come moda e cosmesi. I negozi potrebbero restare chiusi per 8 ore, a seconda della partecipazione dei lavoratori alla protesta indetta. Oltre all'astensione dal lavoro sono organizzati presìdi, flash mob e attività di sensibilizzazione nei confronti dei consumatori: in particolare sono previsti due presidi a Milano, uno a Palermo e uno a Cagliari.

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