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3 Ottobre 2023 13:00

Riciclo della plastica, le regole principali da seguire in cucina

Bottiglie, buste, scatolame, pellicole: la cucina è invasa di oggetti di plastica, e spesso è difficile capire come smistarla. Oggi ti proponiamo una guida per scoprire che regole devi seguire se vuoi riciclare correttamente e rendere la tua cucina più green.

A cura di Martina De Angelis
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Orma il riciclo è diventato parte della nostra vita quotidiana, eppure anche con le migliori intenzioni a volte è difficile capire cosa va buttato e come, soprattutto per quanto riguarda la plastica.

In cucina, infatti, la plastica utilizzata è ancora tantissima, e proprio per questo è bene sapere qual è il modo migliore per smistarla. Riciclare è una pratica fondamentale al giorno d’oggi, un piccolo gesto che possiamo compiere tutti per rendere il mondo in cui viviamo un po’ migliore.

Da quest’anno è obbligatorio che ogni pacco e confezione abbia l’etichetta ambientale con le indicazioni necessarie per un corretto smaltimento, ma è comunque bene conoscere le regole base per poterle seguire con maggiore facilità.

Involucri di plastica in cucina: cosa si può riciclare

Le etichette ambientali hanno un linguaggio specifico per ogni involucro da riciclare, e come tutti anche la plastica ha le sue indicazioni simboliche.

  • In questo caso, i simboli scelti sono PET/PETE (indicato anche con il numero 1), ovvero la particolare plastica usata per bottiglie di acqua minerale o i flaconi di shampoo;
  • con PS (segnalato anche con il numero 6), invece, si segnala il polistirolo impiegato come isolante per gli imballaggi.
  • Con la sigla Other o con il numero 7, invece, vengono indicati tutti quei polimeri plastici generici che non possono essere riciclati.

Ognuno di questi simboli si trova all’interno di un triangolo composto da tre frecce: è l’indicazione che ci dà certezza della riciclabilità della plastica in questione.

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In generale, possiamo affermare che tutta la plastica che troviamo in cucina può essere riciclata, dalle bottiglie di acqua, latte e detersivo agli involucri alimentari e spesso anche i sacchetti, anche se è meglio consultare il servizio di raccolta differenziata della tua zona perché non tutti li accettano.

Ti ricordiamo che anche l’alluminio, per lo smaltimento, va riciclato con la plastica, e quindi va buttato nel secchio giallo insieme al resto. Alcuni comuni invece preferiscono che l’alluminio sia raccolto insieme al vetro, quindi è sempre meglio informarsi  sulle regole del luogo dove si ha residenza.

Oltre a riciclare, a volte puoi anche riutilizzare la plastica che trovi: per esempio, i contenitori in cui a volte vengono venduti verdure e ortaggi possono essere lavati e riutilizzati, magari per conservare in modo ordinato la frutta comprata sfusa.

Anche i vasetti di yogurt grandi e piccoli, se lavati con cura e magari decorati con una mano di pittura, possono diventare ottimi contenitori svuota tasche o porta penne per la scrivania.

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Plastica in cucina: cosa devi lavare prima del riciclo

Alcuni imballaggi contengono alimenti che sporcano il contenitore, magari perché sono liquidi o perché sono succosi: possono essere comunque riciclati, ma in questo caso è bene lavarli prima di buttarli.

Ricorda quindi di sciacquare e pulire bene tutti i vassoi e i fogli di alluminio, gli imballaggi alimentari che contengono carne e pesce, gli involucri delle mozzarelle, i barattoli di yogurt e le bibite in lattina.

Anche le bottiglie che contengono liquidi diversi dall’acqua devono essere necessariamente sciacquate per bene prima di essere buttate, e poi sarebbe meglio schiacciarle per ridurre il volume e richiuderle con il tappo, anch’esso riciclabile.

Discorso diverso per i cartoni di tetrapack, quelli per intenderci dove si trovano i succhi di frutta e a volte anche il latte: quella non è plastica e spesso viene conferita nel cartone, anche se è bene leggere sulla confezione l’etichetta e verificare consultando le regole comunali.

Diminuire il consumo di plastica in cucina è possibile? Sì, con qualche accortezza

Riciclare la plastica è importante, ma sarebbe ancora meglio riuscire a ridurla. Credi sia impossibile? È sicuramente difficile, perché soprattutto in cucina la plastica è ovunque, ma ci sono dei trucchetti da seguire per snellirne la presenza.

Per esempio, invece di usare sacchetti di plastica per riporre i cibi in frigo – cosa che ne favorisce anche un rapido deterioramento a causa dell'umidità – puoi usare sacchetti di carta per frutta e verdura, oppure contenitori in vetro o porcellana. E per quanto riguarda la pellicola trasparente, esistono dei fogli ecologici in cera d’ape che sono riutilizzabili per molto tempo.

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Una delle maggiori fonti di plastica in cucina sono le bottiglie, e a volte è difficile liberarsene perché non tutti i comuni hanno acqua potabile. Una soluzione potrebbe essere scegliere acqua, latte e yogurt in contenitori di vetro o di carta, sicuramente meno inquinanti.

Forse non lo sai, ma anche le spugnette da cucina sono fatte di plastica, e ogni volta che le usi rilasciano micro plastiche nell’ambiente, oltre a non essere biodegradabili. Puoi sostituirle con in bambù o in luffa, naturali e quindi meno inquinanti, o spazzole e spazzoloni di legno.

Una cucina plastic free può sembrarti un miraggio, ma se ci è riuscito lo chef Mauro Colagreco – il suo ristorante Mirazur è stato certificato primo ristorante al mondo plastic free – sicuramente puoi farcela anche tu!

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Quello che i piatti non dicono
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