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21 Giugno 2020 15:00

Resina biodegradabile ed ecologica con l’olio riciclato delle friggitrici del McDonald’s

Una ricerca dell'Università di Toronto ha trasformato l'olio delle friggitrici del McDonald's in resina per le stampanti 3D. Un modo innovativo di riciclare e risparmiare: la resina "classica" costa circa 500 dollari al litro, quella prodotta dall'olio solo 30 centesimi al litro. Si stima un risparmio milionario per i fast food mondiali.

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Una resina biodegradabile con l’olio delle friggitrici del McDonald’s. Non solo semplice resina ma oggetti stampati in 3D grazie a questa resina: anche questi perfettamente biodegradabili in sole due settimane. Lo studio pubblicato dall’Università di Toronto Scarboroug, grazie al professor Andre Simpson del dipartimento di Scienze fisiche e ambientali, che è riuscito ad ottenere questo materiale grazie al riciclo dell’olio esausto del fast food.

Una questione di molecole

Simpson dirige il Centro NMR ambientale dell’università; un nucleo che studia piccoli organismi viventi per comprendere la risposta biochimica all’ambiente in evoluzione grazie alla risonanza magnetica nucleare. Dice il ricercatore alla CNN che "l’obiettivo è di colmare il divario tra la ricerca medica e l’ambiente".

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foto di Don Campbell

Nel 2017 è stata acquistata una stampante 3D per il laboratorio, per costruire oggetti personalizzati che tenessero in vita gli organismi all’interno della risonanza. Il problema è che la resina di cui aveva bisogno per la stampante, un materiale che proiettasse luce di alta qualità, è molto costosa: si aggira intorno ai 500 dollari al litro.

Per questo motivo Simpson ha cambiato leggermente l’indirizzo di ricerca per qualche anno: analizzando la resina ha trovato una connessione tra quest’ultima e i grassi presenti nell’olio di cucina. Le molecole che compongono i due materiali sono molto simili, perché non usare l’olio riciclato?

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Grazie a un team di 10 studenti ha portato avanti l’esperimento per due anni, chiedendo a tutti i fast food della zona di Toronto di donare l’olio esausto. Hanno detto tutti di no, tranne McDonald’s. Il primo esperimento è stato fatto con soli 10 litri di olio: in laboratorio quest’ultimo è stato filtrato per eliminare i pezzi e le particelle di cibo rimaste nel prodotto, dopodiché l’olio è stato sintetizzato in piccoli lotti per provare a creare la resina. Ogni prova di stampa è stata fatta creando una farfalla, ogni volta con risultati migliori fino a settembre: il team ha stampato con successo una farfalla di alta qualità con dettagli di dimensioni minime di 100 micrometri, ovvero 0,1 millimetro.

La farfalla di settembre e quelle successive sono state perfette. Gommose come richiesto, con una superficie cerosa che respinge l’acqua; una struttura stabile che resiste a piccole scosse e alla temperatura dell’ambiente. "Da quel momento – dice Simpson – pensavamo di poter stampare in 3D qualsiasi cosa ti piaccia con l'olio. Le ragioni per cui la plastica è un problema è perché la natura non si è evoluta per gestire i prodotti chimici di origine umana".

Potrebbe essere una grande svolta per l’ambiente e la tecnologia

La resina con l’olio esausto può essere una vera rivoluzione: il costo dell’originale di 500 dollari al litro è totalmente abbattuto. La resina all’olio può costare dai 20 ai 30 centesimi al litro per creare degli oggetti in plastica biodegradabile, perché essenzialmente fatti di grasso. La biodegradabilità è stata provata dal team seppellendo le farfalle nel terreno. Dopo due settimane oltre il 20% del materiale è scomparso.

La combinazione tra la ricerca universitaria e i fast food potrebbe essere una situazione vincente per tutti. Innanzitutto per l’ambiente, perché la resina delle stampanti 3D non sono molto green; poi per le aziende stesse perché i fast food ogni anno spendono milioni per elaborare i rifiuti. La maggior parte dell’olio da cucina è utilizzato nella produzione di sapone o di biodisel, ma questa svolta potrebbe portare a nuove incredibili soluzioni per il mondo. Probabilmente dopo il McDonald's tanti altri fast food rivali seguiranno l'esempio per risparmiare e aiutare l'ambiente.

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