Una tira l'altra e fermarsi sembra impossibile. Dolcissime e irresistibile, le ciliegie sono un piacere irrinunciabile: ma quante ne possiamo mangiare senza incorrere in spiacevoli effetti collaterali? Scopriamolo insieme.
Succose, zuccherine e di un bel colore rosso vivace, con sfumature differenti a seconda della varietà, le ciliegie sono tra i frutti più amati della stagione tardo primaverile. Apprezzate anche per le loro innumerevoli proprietà benefiche, sono anche dei veri elisir di benessere e bellezza.
Rinfrescanti e dolcissime, possono essere gustate al naturale, come spuntino di metà mattina o pomeriggio, oppure mescolate a yogurt e muesli, per una colazione sana e nutriente, o ancora mescolate a impasti dolci per dare vita a plumcake, crostate e clafoutis eleganti e golosi. Abbinate a ingredienti salati, come formaggi, carni rosse, bianche e cacciagione, sorprendono tutti per i sapori stuzzicanti e originali.
Come ci ricorda il celebre proverbio, ovvero che "una ciliegia tira l'altra", nel momento in cui iniziamo a mangiarle non ci fermeremmo più. Ma esiste un quantitativo massimo oltre il quale è bene non andare? Un consumo eccessivo può avere effetti collaterali? Scopriamolo insieme.
Le ciliegie sono un'ottima fonte di vitamina C, micronutriente fondamentale per il benessere del nostro organismo, e di potassio, essenziale per la regolazione della pressione sanguigna, dell'impulso nervoso e la funzione muscolare. Ricche di polifenoli, in particolare antociani, pigmenti vegetali a cui si deve il loro caratteristico colore rosso, svolgono anche un'importante azione antiossidante.
Ricche di acqua, diuretiche e dal moderato contenuto calorico (vantano circa 45 calorie ogni 100 grammi), hanno un indice glicemico basso e sono particolarmente indicate se si sta seguendo una dieta ipocalorica o se si soffre di insulino-resistenza; ovviamente, dal momento che si tratta sempre di un frutto con un buon quantitativo di zuccheri semplici, non bisogna mai esagerare nelle porzioni e frequenze.
L'ottimo contenuto di fibre le rende sazianti e adatte se si soffre di stipsi e irregolarità intestinale. Tuttavia, per il loro contenuto di polioli, ovvero degli zuccheri fermescentibili, possono creare dei problemi associati alla sindrome dell'intestino irritabile. Al di là delle persone che soffrono di questa specifica condizione, e che quindi dovrebbero limitarne ulteriormente il consumo, esistono ovviamente delle quantità da rispettare e non superare (come per qualunque altro frutto).
Per poter godere dei benefici di questi piccoli, e deliziosi, frutti, senza rischiare di incorrere in spiacevoli effetti collaterali, è preferibile non superare la porzione di circa 150 grammi, pari a una tazza o a 15-20 ciliegie (le porzioni possono essere una o due al giorno). È importante sottolineare che si tratta di un frutto con notevoli quantità di sorbitolo, dalle proprietà lassative non trascurabili, soprattutto se assimilato in dosi eccessive. Quindi occhio a non esagerare.
Un altro suggerimento è di acquistarle biologiche o presso un contadino o rivenditore di fiducia: consumandole con tutta la buccia, sono tra i frutti più a rischio di residui di pesticidi e fitofarmaci.
In questo caso dipende da ciascuno di noi, dalle nostre abitudini, stile di vita e sensazioni associate al consumo di frutta. In linea generale, se si ha un'intolleranza glucidica, si soffre di insulino-resistenza o si sta seguendo un'alimentazione a basso carico glicemico, questa andrebbe mangiata con moderazione e lontano dai pasti.
Tutti coloro che non hanno particolari problematiche possono consumarla con maggiore libertà, anche a conclusione del pranzo o della cena: in particolare se il pasto dovesse essere composto solo da una fonte proteica e da un contorno di verdure, condito con un filo di olio extravergine di oliva. Il giusto frazionamento dei singoli macronutrienti consente infatti una modulazione più dolce del rilascio dell'insulina, mantiene più stabili i livelli di glicemia nel sangue e garantisce una sazietà più prolungata.
Per le ciliegie vale ovviamente lo stesso discorso di qualunque altro frutto. Possiamo consumarle a merenda, da associare a uno yogurt bianco naturale, del cioccolato fondente o della frutta secca, per abbassarne il carico glicemico e rendere lo spuntino decisamente più appagante.
Andranno benissimo anche a colazione, nel porridge o nell'overnight oatmeal, e, qualora non soffrissimo di problemi digestivi, gonfiore o meteorismo, anche a fine pasto. Se amiamo i contrasti dolce-salato, è possibile aggiungerle a un'insalata di spinacini, feta e mandorle, gustarle in un risotto colorato e super cremoso o ancora sfruttarle per confezionare una salsa con cui irrorare un arrosto di maiale o un pesce alla griglia.
Se si soffre di stitichezza o gonfiore addominale, poi, possiamo pensare di cuocerle in un padellino con un po' di succo di arancia (o di limone) e dello zenzero fresco grattugiato: otterremo così una compostina veloce da spalmare su una fetta di pane di segale tostato, insieme a della ricotta vaccina, o da usare per guarnire dei pancakes preparati con farina di avena integrale, uova o albume e un goccino di latte vegetale.
Dal noto effetto antinfiammatorio, le ciliegie sono anche utilissime nel recupero muscolare post-allenamento – quindi consigliabili dopo una bella sessione in palestra – e, grazie all'ottimo contenuto di melatonina, contribuiscono a regolare il ritmo sonno-veglia e a migliorare la qualità del sonno. E allora niente di meglio di una piccola ciotolina dopo cena o di uno snack serale da completare con yogurt greco naturale e una manciatina di gocce di cioccolato fondente.