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22 Novembre 2024 16:00

Qual è stata la prima ricetta scritta della storia? Dobbiamo andare molto indietro nel tempo

Delle tavolette della Mesopotamia risalenti al 1730 a.C. (circa) sono a tutti gli effetti il primo "ricettario" della storia dell'uomo. Un team di ricercatori ha anche rifatto queste ricette e le ha ritenute deliziose.

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Foto della Yale University

Prima dell'invenzione della carta, la pietra rappresentava il mezzo per tramandare conoscenze scritte. Questa tradizione ha influenzato anche la cucina, come dimostra il più antico ricettario conosciuto: tavolette di pietra risalenti a circa 4.000 anni fa, ritrovate in Mesopotamia. Scritte in accadico con caratteri cuneiformi (la più antica lingua del Vicino Oriente mai attestata), queste tavolette documentano circa 25 ricette, tra cui stufati e brodi, che ci permettono di esplorare le abitudini alimentari dei Babilonesi. Questi testi fanno parte della Yale Babylonian Collection e sono stati oggetto di studio da parte di storici, linguisti e chef. Le ricette rivelano non solo un'attenzione alla varietà degli ingredienti ma anche un'apertura a influenze culinarie esterne, un tema rilevante per comprendere la cultura gastronomica di quell'epoca. Tra gli ingredienti citati troviamo carne di montone, aglio, cipolle, coriandolo e porro, utilizzati per creare piatti nutrienti e aromatici. Alcune preparazioni, come lo stufato "tuh’i" con carne e barbabietole, sono state interpretate come versioni proto-storiche di piatti moderni, come il borsch​.

Il più antico ricettario del mondo è su pietra

Una delle ricette più affascinanti è il brodo "scioglimento", pensato per favorire il rilassamento, dimostrando come già allora il cibo fosse considerato uno strumento di cura e benessere. Questo collegamento tra alimentazione e salute anticipa concetti odierni come il "comfort food"​. È importante questa idea di curarsi con l'alimentazione perché il collegamento tra il cibo e la salute, che oggi diamo in dote a Ippocrate, risulta essere quindi molto più antico. Questi scritti risalgono a circa il 1730 a.C. mentre il più celebre medico della storia è nato nel 460 a.C.

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Le 3 ricette preparate per un evento | Foto della Yale University

L’analisi delle tavolette non è solo un esercizio accademico ma una lente attraverso cui guardare all’evoluzione della cucina. Ma queste ricette si possono rifare? In realtà ricreare queste ricette non è semplice: l’interpretazione delle istruzioni, spesso sommarie, richiede di colmare lacune e adattarsi ai metodi moderni, ma ci permette di riflettere sul valore della tradizione​. Così come facciamo coi nostri ricettari casalinghi, anche i babilonesi facevano molte cose "a occhio", quindi è complesso rifare pari pari la ricetta.

Nel 2018 un team unito delle università di Yale e di Harvard ha effettivamente preparato tre ricette, tutte basate su un'unica tavoletta: due stufati di agnello, uno con barbabietole e uno con latte e gallette di cereali, e una ricetta vegetariana arricchita con pane alla birra. La varietà di ingredienti, la preparazione complessa e il personale di cucina necessario per creare questi pasti suggeriscono che fossero destinati al palazzo reale o al tempio, che a tutti gli effetti erano i luoghi dell'alta cucina della Mesopotamia. Pochi cuochi erano in grado di leggere la scrittura cuneiforme, aggiungono gli scienziati, quindi le ricette furono molto probabilmente registrate per documentare le pratiche correnti dell'arte culinaria. Gli studiosi hanno potuto toccare con mano il cibo di quell'epoca e capire quali sapori erano popolari allora. L'impresa non è stata semplice anche perché queste tavolette sono mal conservate e alcuni termini non sono stati decifrati, inoltre avere una comprensione di come dovrebbe essere il sapore e la consistenza di quel cibo è molto importante e ovviamente non potremo mai sapere il modo in cui queste pietanze venivano consumate. In fin dei conti comunque quell'evento è stato un successo dal punto di vista gastronomico e i presenti hanno trovato deliziosi i piatti, stando alle cronache delle due prestigiose università americane.

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Quello che i piatti non dicono
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