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2 Dicembre 2022 15:00

Albero di Natale: se oggi lo facciamo così è grazie alle mele rosse. La strana storia

Perché oggi mettiamo delle palline rosse sull'albero di Natale? A cosa, e chi, dobbiamo questa usanza? Bisogna tornare abbastanza indietro nel tempo, a quando come decorazione venivano utilizzate delle mele rosse.

A cura di Alessandro Creta
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Chi si è mai chiesto il motivo per cui gli alberi di Natale, oggi, tra le varie decorazioni siano pieni di palline rosse? Perché usiamo addobbi proprio di questa forma, dimensioni e colore specifico? Nulla di casuale, ma strettamente riconducibile alle mele rosse in un'epoca in cui il periodo delle feste non era ancora inteso nella maniera moderna e contemporanea. E fu un orologiaio di un piccolo paesino francese a rivoluzionare tutto…

Perché proprio la mela

A ben vedere l'usanza di utilizzare decorazioni per così dire vegetali è particolarmente antica. Popolazioni paleocristiane salutavano il solstizio d'inverno appendendo sulle porte e all'interno delle abitazioni delle sempreverdi come, per esempio, l'agrifoglio, il vischio ma anche rami di abete. Lo scopo era tenere lontani gli spiriti maligni e augurare fortune e prosperità a chi lì ci viveva. Anche nell'Antica Roma esistevano delle usanze simili: durante i Saturnali, riti in onore del dio Saturno che si svolgevano proprio nella seconda metà di dicembre (sempre in concomitanza con il solstizio), venivano adornati templi con gli abeti. Il tutto mentre nelle case invece la gente si concedeva a lauti pasti, un po' come avviene anche per noi. Usanze condivise, seppur con alcune differenze, anche con popolazioni del nord come i Celti, i quali festeggiavano il solstizio d’inverno utilizzando piante e rami di sempreverdi, a simboleggiare la lotta e la resistenza contro il freddo dell'inverno.

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Tradizioni del genere si mantennero con il passare del tempo e con il diffondersi progressivo della religione cristiana. Quindi, anche con l'avvento del Natale, la cui data venne fissata per il 25 dicembre come risposta cristiana ai riti pagani consolidatisi nei secoli precedenti. Cementata ormai l'abitudine di utilizzare piante e sempreverdi come simbolo di ben augurio e festa, queste iniziarono a essere ulteriormente abbellite con altri elementi naturali come, per esempio, noci, frutta secca, ramoscelli di legno e mele rosse, il cui colore accesso spiccava tra le fronde verdi e i rami della pianta. Anche per questo oggi verde e rosso sono probabilmente i due colori più iconici e identificativi delle feste. Il richiamo all'albero di mele nel giardino dell'Eden, poi, è di facile intuizione: i primi cristiani volevano trasformare la sua iconografia da simbolo del peccato a sinonimo di rinascita, grazie all'avvento di Gesù.

In relativamente poco tempo, poi, l'usanza dall'Europa si diffuse anche nelle Americhe, grazie ai coloni e commercianti spagnoli, portoghesi e olandesi che portarono tradizioni del Vecchio Continente anche nei nuovi territori.

Dalla mela alle palline rosse

Detto ciò, però, come si è arrivati dalle mele sino alle palline rosse che oggi utilizziamo? Una leggenda ci rimanda nella seconda metà del 1800 (pare il 1858) in un piccolo paesino francese al confine con la Germania.

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Qui, a Goetzenbruck, un inverno particolarmente rigido distrusse gran parte del raccolto di mele, tant'è che ben pochi frutti arrivarono integri al Natale. Un Natale senza mele rosse non sarebbe stato come tutti gli altri, ma geniale fu l'idea di un orologiaio del posto che, per rimediare alla mancanza si fece appositamente consegnare delle sfere di vetro soffiato da una vetreria locale. Le dipinse quindi di rosso, rendendole del tutto simili ai frutti usati fino a quel giorno, facendole poi appendere all'albero situato nella piazza. Intuizione illuminante, in grado di diffondersi con il passare del tempo non solo nella zona, ma praticamente in tutta Europa prima e nel mondo poi. Oggi, insomma, se utilizziamo delle palline (in vetro o in plastica) per addobbare il nostro albero di Natale, va ringraziato probabilmente (stando almeno a questo racconto) quell'orologiaio del piccolo paesino francese al confine con la Germania senza il quale, forse, anche in questo momento appenderemmo mele al nostro albero. Ma quelle, per lo meno, non si frantumano in mille pezzi a causa di un gatto domestico troppo vivace…

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