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26 Settembre 2023 11:23

Olio d’oliva, prezzi fra i 9 e i 10 euro al litro: i rincari record a causa della siccità

Il costante aumento dei prezzi dell'olio d'oliva è dovuto soprattutto alla grande siccità che ha investito la Spagna - e tutto il Sud dell'Europa - e che non accenna a finire.

A cura di Redazione Cucina
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Il prezzo dell'olio d'oliva continua ad aumentare, non solo in Italia, ma in tutta Europa: la causa principale, però, non è strutturale, ma è da imputare alla grande siccità che dal 2022 si sta abbattendo su Paesi come la Spagna in primis, ma anche su Italia, Grecia e Portogallo. Secondo i dati di Unioncamere il costo all'ingrosso dell'olio d'oliva è del 73% rispetto al 2022: aumento che si abbatte inevitabilmente su tutta la filiera, ma soprattutto sul consumatore finale, che vede i prezzi delle bottiglie al dettaglio della Grande distribuzione toccare i 10 euro. Inoltre, secondo previsioni di Coldiretti, da noi, questi prezzi potrebbero non scendere prima dei prossimi due anni.

L'Europa del Sud, la siccità e le scorte

La Spagna è il produttore principale di olio d'oliva al mondo, seguita dal nostro Paese, dalla Grecia, da Paesi del Maghreb – Tunisia e Marocco – e del Medio Oriente come la Turchia. Il 2022 in Spagna è stato l'anno più caldo di sempre: la grande siccità che si è abbattuta sul raccolto ha alterato la produzione nazionale, con un calo di oltre il 50% sul quantitativo dell'anno precedente. Questo ha modificato le dinamiche dei prezzi europei (e non solo), provocando aumenti importanti anche da noi, che subiamo un calo di produzione pari al 27%. Anche il Portogallo ha visto un calo del 39%, più importante del nostro, mentre l'unico Paese produttore in controtendenza è la Grecia. Oltre al grande caldo e alla mancanza di riserve idriche, la situazione climatica determina anche un aumento delle malattie delle piante che, in condizioni normali, sarebbero in grado di reagire in modo più efficace.

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Le previsioni per il 2023

Questa situazione è destinata a protrarsi ulteriormente, perché il vero problema diventa quindi la mancanza di scorte: se per due anni di fila la produzione subisce una flessione così importante si dà fondo ai magazzini e, in particolare quegli spagnoli, sembrano essere sull'orlo dell'esaurimento. I timori per le scorte carenti hanno inevitabilmente innescato una corsa al rialzo dei prezzi: negli anni precedenti l'olio spagnolo costava intorno ai 4 euro al kg, oggi costa intorno ai 9 euro al chilo.

Per l'autunno 2023 non ci sono buone previsioni: ulteriori cali nella raccolta e nella produzione sono previsti sia in Spagna sia in Italia. Da noi, i produttori umbri hanno già comunicato una previsione di calo del 50%, in Toscana dal 10% al 20%, tutto a causa della siccità prima e delle forti piogge poi. Nel frattempo il Maghreb comunica un calo altrettanto importante e la Turchia decide di mettere un limite alle esportazioni, cosa che non può che peggiorare la situazione, determinando ulteriori aumenti,.

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