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9 Luglio 2021 15:00

Mocktail: la moda del drink senza alcol che conquista e divide

La tendenza dei mocktail, dei cocktail cioè privati della loro parte alcolica, negli ultimi anni è in crescita e sempre più persone anche in Italia si stanno avvicinando alla nuova abitudine del bere sobrio. Cosa c'è dietro questa scelta? Si tratta di una moda passeggera oppure si tende a una sua crescente affermazione nella società? Ne abbiamo parlato con un bartender professionista.

A cura di Alessandro Creta
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Ph: Officina Visiva

"All'alcol, causa di e soluzione a tutti i problemi della vita". Così parlava Homer Simpson, in una puntata del celebre cartone, alzando al cielo un boccale di schiumante birra Duff assieme ai suoi compagni di bevute nel leggendario locale di Boe. Chissà cosa direbbe il buon Homer, grande beone, di fronte alla tendenza degli ultimi anni di prodotti sempre più dealcolizzati: dopo la birra analcolica, il vino (o lo spumante) senza etanolo, da qualche tempo anche i cocktail vengono interessati da questo processo di "pulizia" che tende a eliminare la parte alcolica dalle bevande. Al punto da essere coniato un termine apposito: mocktailcioè cocktail "finto", in sostanza senza alcol.

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Se fino a qualche anno fa si parlava di tendenza emergente, oggi sembra che il consumo dei mocktail sia diventato una vera e propria certezza anche in Italia. Quello che da tanti veniva ritenuto un fuoco di paglia, una moda dalle poche pretese che si sarebbe sgonfiata nel giro di poco tempo, ha superato indenne dubbi, ostacoli e perplessità generali, al punto da affermarsi come scelta consapevole da parte dei consumatori. Il cocktail senza alcol è sopravvissuto e, ora, è più che mai una realtà condivisa e affermata, resa tale anche da una sorta di proibizionismo auto imposto dalle persone per le ragioni più disparate.

L'ampio mercato rappresentato dagli astemi o da chi, per motivi religiosi o sociali, non vuole e non può bere alcolici ha reso necessaria un'inversione di tendenza, un aggiornamento, anche nel campo della mixology, al punto da richiedere la creazione di nuovi drink "sobri". Da questo, o anche da questo, si spiega il crescente successo dei mocktail, preziosi alleati sia del fegato sia della patente, che combinano gusto e convivialità, senza il pericolo di sbronze o effetti da hangover. Per una serata, insomma, di cui si possa ricordare ogni momento anche bevendo qualche bicchiere in più. Non solo, in generale la progressiva più attenta ricerca di uno stile di vita più sano da parte di una fascia sempre più ampia di consumatori ha contribuito alla propagazione di questa nuova tendenza.

Oggi anche in Italia ogni bar che si rispetti deve avere una carta di mocktail degna della controparte alcolica, per permettere anche a chi non può (o non vuole) consumare alcol di non dover rinunciare comunque a una bevanda elaborata, complessa, aromatica e soprattutto buona. A succhi, estratti, tinture e bitter vari vengono abbinati frutti (per esempio fragole, mirtilli, ananas) verdure (carote o sedano) o erbe (rosmarino, salvia, menta ecc.); ma i più attenti alla linea potrebbero avere da ridire su questa tendenza. I mocktail, pur non avendo parte alcolica, sono ricchi in zuccheri, quindi comunque proprio innocui non sembrano essere.

Anche il mondo della mixology comunque si ritrova ad adattarsi alla nuova moda dell'alcol free, con buona pace di tutti coloro che ritenevano quella del mocktail un'onda che si sarebbe infranta sugli scogli di una consolidata tradizione beverina. Ma, si sa, la società muta e a lei si adattano le varie abitudini di consumo delle persone.

Cosa significa mocktail? Origine del significato

"Stasera esco, ma non bevo" quanti di noi, nel corso degli anni, hanno pronunciato questa frase o l'hanno sentita dire da qualche amico, compagno di serate, non particolarmente dedito al consumo di alcol, oppure semplicemente non in vena di fare festa. Tornando indietro nel tempo di qualche anno, sarebbe risultato impossibile (forse) anche immaginare una cosa del genere. Il vero cocktail, consumato in modo responsabile, è spesso stato cornice di serate e feste tra amici. Se è vero che nessuna bella storia è iniziata mangiando un'insalata, tante invece ne sono che hanno visto l'alcol protagonista, grazie alla sua "abilità" di abbassare i freni inibitori e favorire la socializzazione. Il "problema", verrebbe da dire, si poneva per chi magari doveva guidare, o per chi non ha una grossa resistenza al bere.

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Evergreen: estratto di mela verde e peperone, succo di lime, sciroppo di gelsomino e soda al cetriolo – Ph: Officina Visiva

E con qualche anno di ritardo rispetto, per esempio, agli Stati Uniti e all'Inghilterra ecco in Italia il mocktail che arriva in soccorso del pilota designato che vuole bere comunque qualcosa di buono o di chi più di due drink proprio non li regge. Ma cosa significa questa parola? La derivazione è, si capisce, inglese e unisce il termine "mock" (finto) all'originale cocktail. Parlare di drink senza alcol sarebbe però riduttivo, in quanto dietro queste preparazioni ci sono studi e tecniche molti simili a quelle che portano alla realizzazione degli "originali". E un bravo bartender, al giorno d'oggi, deve essere in grado di realizzare un drink ugualmente accattivante e catchy; ma renderlo tale senza alcol potrebbe risultare impresa ben più complicata rispetto alla preparazione di un cocktail tradizionale.

Di mocktail infatti ne esistono di inediti, frutto della fantasia dei bartender, ma anche di ispirati alla loro versione originale: realizzati cioè con gli stessi ingredienti del drink classico, ma senza alcol. Difficile specificare quali siano i mocktail più buoni (de gustibus…) ma tra quelli più famosi e apprezzati dai clienti possiamo citare il Red Sunset (a base di succo di ananas, d'arancia, di pesca e un tocco di menta), il Virgin Moscow Mule, il Lemon Virgin Margarita o il Capri (con crema di banana, crema di cacao bianco e panna). Data la vasta disponibilità di ingredienti, materie prime e abbinamenti, però, nuovi drink sono continuamente in fase di creazione.

Abbiamo parlato di questa tendenza con chi il mondo dei cocktail lo conosce bene e, negli ultimi anni, sta imparando a conoscere anche quello dei mocktail.

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Nico Sacco, bartender del LAB di Viterbo – Ph: Officina Visiva

Il mocktail visto da un bartender

"Credo che non sia una moda passeggera, anzi il futuro della mixology passa anche dall'affermazione dei mocktail", questa è l'opinione di Nico Sacco, bartender del LAB a Viterbo che nel suo curriculum vanta anche un'esperienza dietro al bancone del Romeo Chef & Baker di Cristina Bowerman, a Roma. "Da quando ho iniziato a fare questo lavoro mi sono accorto che tra i drink più venduti ci sono gli analcolici: secondo me preparare un grande drink analcolico non solo è il futuro del settore, ma è anche una sfida per il barman stesso. È un po’ come fare la pasta aglio e olio: in tanti la conoscono ma in pochi riescono a prepararla come si deve. Con il drink senza alcol è la stessa cosa".

Appurata l'assenza della parte alcolica, su cosa ci si basa per creare un mocktail degno di nota? "Si usano sciroppi, spezie, si gioca sugli aromi, sui profumi – ci spiega Nico, che esprime parere decisamente favorevole a questa tendenza – e si può accontentare una fascia di clienti vastissima, dai più piccoli ai più grandi. Quindi secondo me è il futuro, anche in Italia dove il mocktail è arrivato con 30 anni di ritardo rispetto agli Usa o a Londra". Assenza di alcol però non significa minore complessità, e questo Nico lo vuole mettere in chiaro, ammettendo quanto studio e preparazione siano necessari per creare un prodotto "sobrio" in grado di conquistare il palato del cliente: "La realizzazione di un mocktail è paragonabile a quella di un drink alcolico, sia in fase di studio, ricerca degli ingredienti, preparazione, abbinamenti ed esecuzione. Ci si basa molto sui profumi, aromi, spezie o sciroppi di frutta freschi. Mi piace giocare sul contrasto acido/dolce o acido/salato".

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Nico Sacco – Ph: Officina Visiva

In tanti tra i puristi del bere, probabilmente, storceranno il naso non solo di fronte a questa crescente tendenza del mocktail, ma anche all'utilizzo dell'acqua come ingrediente protagonista delle creazioni. "Invece ritengo l'acqua molto importante in fase di realizzazione del mocktail e può ritagliarsi un importante spazio nella mixology – rivela Nico – l'aggiunta di acqua frizzante, o comunque di un sodato, con bollicine importanti, viene apprezzata all’interno di un drink, ne garantisce le proprietà dissetanti specialmente ora nel periodo estivo".

Movimento destinato a crescere ancora o a sgonfiarsi presto, quello del drink d'autore analcolico? Nico Sacco non ha dubbi, anzi scommette su questa nuova (per l'Italia) frontiera del bere: "Secondo me è una tendenza in forte crescita, destinata a conquistare una sempre più ampia fetta di mercato per accontentare chi l'alcol non vuole o non può berlo per le ragioni più disparate. Cercando di sfruttare questa onda io stesso sto creando con un socio un mocktail in lattina, una novità assoluta a livello nazionale di grande qualità, a base di prodotti a chilometro zero della Tuscia".

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Che sia effettivamente una tendenza che non ha ancora raggiunto il suo apice e maggior diffusione solo il tempo potrà dircelo, così come solo il tempo ci dirà se il futuro (o parte del futuro) sarà caratterizzato dal movimento del bere "sobrio". Una cosa però è certa: in un mondo senza alcol chissà quante citazioni di Homer avremmo avuto in meno…

Il procedimento per realizzare l'Evergreen di Nico Sacco

Nico Sacco ci ha anche gentilmente fornito la ricetta del suo Evergreen, il mocktail a base di estratto di mela verde, peperone e lime che avete visto in foto. Il procedimento originale prevede l'estratto di gelsomino ma, per una realizzazione più semplice da replicare a casa, il bartender ci ha proposto una variante allo sciroppo di rosmarino.

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Evergreen in fase di realizzazione. Ph: Officina Visiva

Ingredienti:

  • 2-3 cetrioli freschi per realizzare l'estratto al cetriolo
  • 20 ml di acqua molto frizzante
  • 20 ml di succo di lime
  • 10 rametti di rosmarino per realizzare 20 ml di sciroppo

Per il succo da 30 ml (il restante potete conservalo in frigo per qualche giorno oppure congelarlo per un successivo riuso)

  • 4 mele
  • 1 peperone

Per realizzare lo sciroppo al rosmarino

  • 1/2 litro di acqua
  • 1 kg di zucchero bianco
  • 10 rametti di rosmarino

Mettete l'acqua in un pentolino e fate sciogliere lo zucchero; aggiungete 10 rametti di rosmarino e lasciate in infusione per 30 minuti, quindi filtrate.

Preparazione

Tutto viene realizzato direttamente nel bicchiere pieno di ghiaccio. Con l'estrattore ricavate il succo di mela e peperone e versatelo nel bicchiere (meglio se un tumbler). Spremete il succo di lime (20 ml), e andate a colmare con la soda al cetriolo realizzata con 50 ml di estratto al cetriolo aggiunta a 20 ml di acqua frizzante. Date una leggera miscelata e il drink è pronto.

In cover: centrifugato di arancia e caffè chiarificato e splash di acqua tonica – Ph: Officina Visiva 

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A cura di
Alessandro Creta
Laureato in Scienze della Comunicazione prima, Pubblicità e Marketing poi. Giornalista gastronomico per professione e mangiatore seriale per passione, mi piace navigare tra le pieghe del cibo, perché il food non è solamente cucina, ristoranti e chef. Appassionato di olio evo ma anche di viaggi, sono particolarmente incuriosito da cibi strani e sconosciuti. Mi fate felice con un Verdicchio. Mi trovate su Instagram: @cretalex
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