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8 Aprile 2024 14:30

Mad Honey: com’è fatto il miele allucinogeno dell’Himalaya raccolto dai climber

In un angolo remoto del mondo esiste una varietà di miele davvero unica: non solo può essere allucinogeno e tossico se consumato in grandi quantità, ma per raccoglierlo in alta quota dove viene prodotto da api giganti, gli “honey hunters” rischiano la vita.

A cura di Martina De Angelis
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Di miele ne esistono di tantissime varietà diverse, dalle più classiche utilizzate nella vita quotidiana a quelle più rare e particolari. Dopo avervi parlato del miele degli elfi, la tipologia di miele turca ritenuta la più costosa del mondo, oggi ti facciamo scoprire il “miele pazzo”.

Globalmente conosciuto come Mad Honey, questa rarissima varietà di miele arriva dalle vette del Nepal e ha una caratteristica davvero unica: se assunto in piccole quantità agisce come una sorta di allucinogeno, ma se assunto in grandi quantità diventa tossico e può portare all’avvelenamento.

E non solo, raccoglierlo è una vera sfida e i “cacciatori di miele” rischiano la vita ogni volta che si arrampicano per raggiungere gli alveari in alta quota, come raccontato anche nel film Il ragazzo e la tigre, in cui i due protagonisti durante le loro peripezie in Nepal fanno visita a una delle due comunità di honey hunters, che raccolgono appunto il Mad Honey dalle pendici dell’Everest.

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Che cos’è il Mad Honey, il miele allucinogeno dell’Himalaya

Tra le vette vertiginose di uno dei luoghi più remoti del mondo, la catena montuosa dell’Himalaya, a oltre 2.500 metri tra le montagne di due regioni del Nepal (centrale e orientale) esiste una particolare tipologia di ape: è l’ape himalayana, che con i suoi 3 centimetri di lunghezza è la più grande del mondo.

Questa specie, il cui nome scientifico è Apis laboriosa dorsata, costruisce i suoi alveari enormi tra le montagne ad alta quota, e raccogliendo il nettare dai fiori appartenenti famiglia delle Ericaceae, come le azalee e i rododendri, danno vita a quello che è chiamato Mad Honey.

Il nome di questo particolare miele che le api producono in quantità (negli alveari se ne possono trovare anche 60 chili) viene proprio dalla sua caratteristica più singolare: è allucinogeno, e infatti le tribù che ne fanno uso lo impiegano soprattutto per motivi rituali o come medicina per curare diversi mali. A rendere allucinogeno il Mad Honey è una particolare tossina chiamata graianotossina, contenuta nel nettare dei fiori raccolto dalle api e trasferito al miele, che per questo infatti ha un colore rossastro molto più scuro del miele tradizionale.

Questa sostanza si comporta proprio come uno stupefacente, e assunta in piccola quantità tramite il miele ha effetto rilassante e addirittura allucinogeno. Attenzione però, perché se viene assunta in quantità maggiore inizia a manifestarsi la tossicità, provocando vertigini, nausea e allucinazioni, In casi più rari può condurre fino all’avvelenamento e all’intossicazione letale. La dose corretta di Mad Honey per evitare problemi è un cucchiaio, massimo due, ma è talmente raro e costoso che è molto difficile riuscire a procurarlo, soprattutto in Occidente.

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Come si raccoglie il miele allucinogeno

Il Mad Honey è così raro e costoso perché raccoglierlo è una vera e propria sfida che può portare anche alla morte. Gli alveari delle api che lo producono, infatti, non solo si trovano a oltre 2.500 metri di altitudine, ma di solito sono collocati su pareti rocciose a strapiombo nel vuoto.

Questo non ferma gli honey hunters locali, cacciatori di miele che due volte l’anno (in primavera e in autunno) scalano le pareti vertiginose aiutandosi con scale fatte di canapa o bambù, lunghe anche 200 metri. Con queste arrivano agli alveari e lì, senza indossare nessuna protezione, stordiscono le api con il fumo e usando lunghi bastoni staccano i favi per farli cadere in cesti posizionati in basso.

Oggi sono due le etnie che conservano i segreti per diventare honey hunters: i Kulung e i Gurung, i primi nella Valle del fiume Hongu nel Nepal orientale, i secondi del Nepal centrale. E non solo: per queste popolazioni cacciare il miele non è un mestiere ma un percorso sacro a cui si viene chiamati grazie a un sogno. Secondo la tradizione, infatti, chi sogna lo spirito che governa le montagne, le foreste, le valli e protegge le api, riceve il permesso di raccogliere il miele senza scatenare la sua ira; chi, invece, tenta la raccolta senza aver ricevuto l’incarico divino va incontro a sciagura.

La pratica degli honey hunters è talmente singolare da aver ispirato più volte il mondo del cinema. Oltre al già citato Il ragazzo e la tigre esiste un documentario dedicato al racconto della storia del cacciatore Mauli Dahn Rhai, The Last Honey Hunter (2017) del regista Ben Knight.

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Dalla tradizione alla vendita commerciale

L’aspetto spirituale della raccolta del Mad Honey oggi sta andando sempre più a scomparire, in funzione della vendita commerciale: molti villaggi hanno scoperto, infatti, che il miele allucinogeno può raggiungere prezzi vertiginosi. La sua rarità lo rende infatti richiestissimo soprattutto sul mercato nero (in molti Stati, infatti, il commercio del Mad Honey è illegale), dove viene venduto per scopi ricreativi con prezzi che vanno dai 60-80 dollari per mezzo chilo fino a più di 300 dollari per barattoli da 130 grammi.

Purtroppo l’ingresso nel mondo commerciale ha impoverito l’antica tradizione degli honey hunters. Oggi il loro numero diminuisce anno dopo anno, mentre sono sempre di più gruppi organizzati di cacciatori di miele non tradizionali che vanno a raccogliere Mad Honey tutto l’anno per ottenere più prodotto da rivendere. E non solo: è sempre più diffuso nelle zone interessate quello che è chiamato “apiturismo”, che porta i visitatori a scoprire le aree di produzione del miele e la pratica della sua particolare raccolta. In questo modo la raccolta del Mad Honey è sempre meno “divina” e assume sempre più le connotazioni di un business, andando a perdere il significato tradizionale e mettendo a rischio l’equilibrio delle api e della loro produzione.

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