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24 Ottobre 2021 15:00

L’Italia scopre la pasta “alternativa”: meglio integrale che ripiena

C’è pasta e pasta, e anche in un Paese come l'Italia in cui l’alimento principe della dieta è così strenuamente difeso, c’è chi fuoriesce dai suoi paletti “canonici" sperimentando altre vie. Un’indagine condotta sulle tendenze del 2020 evidenzia un incremento dei consumi di paste integrali, gluten free, a base di mais e riso, preferite, in certi casi, a quelle tradizionali.

A cura di Alessandro Creta
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Donna, tra i 25 e i 39 anni, prevalentemente delle province di Treviso, Livorno e Trento. È il profilo generale, tracciato da un recente sondaggio, del consumatore medio di paste alternative, vale a dire quelle tipologie differenti dalla più comune pasta all’uovo, di semola di grano duro o ripiena. Il comfort food per eccellenza di tanti italiani sembra stia progressivamente “cambiando” natura, con le persone sempre più orientate verso i prodotti gluten free, a base di riso o integrali.

Da una recente indagine di mercato emerge come nel nostro Paese piaccia sempre di più “sperimentare” nuove vie che riguardano uno degli alimenti principe della nostra dieta. Il sondaggio condotto da Everli (marketplace europeo per la spesa online) sul consumo di pasta alternativa rispecchia infatti una tendenza chiara: quasi l’80% degli intervistati ha ammesso di provarla o averla provata (dettati da esigenze di linea, consigliati da nutrizionisti o amici o per semplice curiosità), preferendola in non pochi casi a quella tradizionale. Lo studio rispecchia la tendenza di una fascia relativamente giovane della popolazione (non oltre i 40 anni) e prevalentemente di sesso femminile.

Pasta alternativa, i formati più richiesti

Non solo una curiosità di fondo alla base della scelta di paste alternative. In tanti, infatti, si orientano verso la “novità” dettati da motivazioni ben precise. Il 35% dei consumatori intervistati ritiene che sia più salutare di quella tradizionale (spesso raffinata e soggetta a più lavorazioni) oltre a risultare maggiormente digeribile grazie alla presenza di fibre. La ricerca di una migliore condizione fisica guida in tanti a consumare un alimento che possa rivelarsi alleato della silhouette.

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La pasta alternativa insomma è entrata in pianta stabile nella dieta di gran parte di noi, tanto da occupare ormai con regolarità le tavole da Nord a Sud del Paese. Dall’indagine effettuata emerge come due persone su dieci la consumino più spesso rispetto alla tradizionale, mentre oltre un terzo del campione intervistato la mangia almeno una o due volte la settimana.

L’indagine Everli si riferisce ai consumi dello scorso anno ed evidenzia come sia principalmente in tre province, tra Treviso, Livorno e Trento, che le persone si rivolgono maggiormente verso tipologie alternative di pasta. Punto di contatto con la tradizione? L’amore incondizionato verso i formati corti e possibilmente rigati: 7 consumatori su 10 infatti li preferiscono, con 8 intervistati totali su 10 che optano per l’integrale, che nella speciale classifica precede la gluten free e quella a base di mais e riso.

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