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8 Ottobre 2025 16:34

L’Europarlamento dice no al veggie burger: vietati i nomi che richiamano la carne su prodotti vegetali

L'Unione europea ha approvato un emendamento che vieta l'uso di termini legati alla carne per i prodotti vegetali creando dibattito su trasparenza, innovazione e tradizioni alimentari, con impatti sul mercato delle alternative.

A cura di Enrico Esente
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Quante volte, in un ristorante vegano o vegetariano, hai mangiato o letto sul menu cibi come "polpette di lenticchie" o "hamburger di ceci", ebbene da oggi non esisteranno più. Ovviamente non nel senso che non sarà più possibile mangiare prodotti plant based, ma sarà vietato associare a questi tutti quei nomi legati alla carne. A stabilirlo è stata l'Unione europea che, con una nuova regolamentazione, ha cambiato radicalmente il linguaggio dei prodotti alimentari. Addio quindi a burger, salsicce e polpette vegetali: questa è stata una mossa che, secondo i consumatori, solleverà diversi interrogativi e accenderà il dibattito sul futuro del mercato alimentare.

Passo indietro per la trasparenza alimentare

Come raccontato poc'anzi, il Parlamento europeo ha recentemente approvato un emendamento che vieta l'uso di denominazioni tradizionalmente associate ai prodotti di origine animale, per definire alimenti a base vegetale. Una decisione che segna una netta inversione rispetto alla proposta della Commissione europea che, almeno inizialmente, prevedeva solo restrizioni per termini specifici come pollo, manzo, prosciutto o bacon, lasciando liberi termini generici o descrittivi.

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L'emendamento approvato mira a tutelare la trasparenza e l'informazione corretta al consumatore evitando che denominazioni come "burger vegetale" o "salsiccia vegana" possano indurlo in errore. Secondo i sostenitori di questa misura, l'uso di tali termini potrebbe confondere proprio i consumatori facendogli credere che si tratti di prodotti simili alla carne tradizionale, quando in realtà sono realizzati con altri ingredienti.

La decisione mette un punto a una vicenda che si è aperta mesi fa quando, con 33 voti favorevoli, 10 contrari e 5 astensioni, la Commissione agricoltura aveva approvato l'emendamento. Da quel momento, il dibattito ha diviso politici, associazioni e imprese, richiamando alla mente episodi simili, come la votazione del 2020, quando l’Europarlamento respinse una proposta quasi identica, conosciuta come il “veg burger ban”.

Reazioni e prospettive future

Chiaramente chi produce carne tra allevatori, produttori e rivenditori al dettaglio, ha accolto positivamente la decisione. Questi ritengono che, seguendo questa strada, si proteggano le tradizioni culinarie e le denominazioni storiche. Per quanto riguarda l'altro lato della medaglia, chi invece produce alimenti a base vegetale o le organizzazioni ambientaliste, hanno espresso preoccupazione, temendo che questa restrizione possa ostacolare l'innovazione e limitare le scelte alimentari.

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Con l'approvazione di questo emendamento, l'Unione Europea stabilisce un precedente importante nella regolamentazione del settore alimentare. Tuttavia, resta da vedere come questa normativa verrà implementata a livello nazionale e quale impatto avrà sul mercato degli alimenti a base vegetale. In ogni caso, la decisione sottolinea l'importanza di garantire una comunicazione chiara e trasparente riguardo alla composizione e alla provenienza degli alimenti che consumiamo.

L'ultimo step rimasto sarà quello di un negoziato tra Parlamento, Consiglio e Commissione, che dovranno definire il testo finale e stabilire le modalità di attuazione. Il Parlamento europeo traccia una chiara divisione tra gli alimenti di origine animale e quelli derivanti da fonti vegetali o innovative. Una distinzione che, per i sostenitori, offre maggiore chiarezza e protegge le tradizioni alimentari, ma che secondo i critici potrebbe rallentare l'innovazione e creare confusione.

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