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23 Luglio 2022 15:00

Le varietà dei fichi d’India e le specialità italiane

Rossi, gialli o bianchi, più o meno succosi e zuccherini: ecco tutte le varietà di fichi d'India, come distinguerli, pulirli e gustarli al meglio.

A cura di Rossella Croce
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Il fico d'India è una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Cactacee, i cui frutti succosi e zuccherini abbondano nei mesi più caldi dell'anno, tra luglio e settembre. Di origini messicane, il fico d'India arrivò in Europa a partire dal XVI secolo e, grazie alla sua ottima capacità di adattamento alle alte temperature e al clima secco, riuscì a diffondersi in tutto il bacino del Mediterraneo, diventando parte integrante del paesaggio, in particolare in Sicilia, Puglia e Calabria. I frutti del fico d'india sono ricchi di vitamine e sali minerali, poveri di calorie e ottimi apportatori di fibre: hanno una polpa carnosa e succosa, più o meno dolce in base alle varietà, nascosta e protetta da una buccia dura e spinosa. Quante e quali varietà di questo frutto possiamo trovare in commercio? In cosa si distinguono e come possiamo gustarle al meglio? Scopriamolo insieme.

Varietà di fichi d'India

Quante e quali sono le varietà di fico d'India? In base al colore della polpa e della buccia, possiamo distinguere tre varietà di questo frutto:

  • Sanguigna: diffusa in particolare in Sicilia, la varietà sanguigna produce frutti di colore rosso intenso, quasi porpora, con polpa dal sapore deciso e pungente.
  • Sulfarina: anche nota come "nostrale", la varietà di fichi d'India sulfarina è senza dubbio la più diffusa e conosciuta; i frutti di questa varietà hanno polpa di colore giallo oro e un sapore gentile, meno intenso della sanguigna.
  • Muscaredda: varietà più rara e per questo motivo più pregiata, la muscaredda (anche detta "Sciannarina") produce frutti dalla polpa bianca e dal sapore incredibilmente delicato.

In Italia, secondo paese al mondo per produzione di fichi d'India, tra le diverse coltivazioni, è importante segnalare il fico d'India dell'Etna che, nel 2003 ha ottenuto il riconoscimento di prodotto Dop.

Diffuso in particolare nella provincia di Catania, il fico d'India dell'Etna Dop si distingue in tre sottovarietà (gialla, rossa e bianca), ha forma ovoidale e una polpa particolarmente dolce.

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Come pulire i fichi d'India

Quante volte hai pensato di rinunciare al gusto di questo frutto per paura di non sapere come pulirlo o, peggio, per non incappare in quelle fastidiose spine? Ammettiamolo, il fico d'India si fa desiderare e pulirlo correttamente può non sembrare sempre facilissimo ma, con i nostri suggerimenti, imparerai a farlo senza errori.

Il primo step è eliminare le spine: se acquisti i fichi d'India al supermercato molto probabilmente qualcuno ha già svolto questa operazione al posto tuo, se invece hai la fortuna di cogliere direttamente i frutti dalla pianta, dovrai lasciarli in ammollo per 40 minuti in acqua tiepida, il tempo necessario affinché le spine si ammorbidiscano, così da toglierle facilmente.

Passo due: arrivare alla polpa. Procurati dei guanti e un coltello ben affilato, sistema il frutto su un tagliere ed elimina la base e l'estremità superiore; a questo punto "blocca" il fico d'India con una forchetta infilzandolo su uno dei due lati, con il coltello incidi nel senso della lunghezza e con la punta incidi la parte della buccia opposta al lato in cui avete infilato la forchetta. Fai rotolare il fico d'India tirando via man mano la buccia.

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E le foglie? Forse non tutti sanno che le foglie della pianta, dette pale, non sono solo commestibili ma anche incredibilmente saporite tanto da trovare posto anche nella cucina tradizionale. Non ci credi? Allora non ti resta che provare la parmigiana di fico d'India di Ponza, una variante della classica e amatissima parmigiana di melanzane che, grazie al suo inconfondibile gusto, è riconosciuta dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali come Prodotto Agroalimentare Tradizionale Italiano.

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