Tra tradizione, vento di mare e memoria, il dolce simbolo di Pantelleria racconta la sua storia fatta di gesti antichi e sapori autentici.
Tra i muretti a secco e le onde che si infrangono sulle rocce nere, sull’isola di Pantelleria nasce un dolce che sa di vento, di festa, e di memoria: i baci panteschi. Un nome romantico, una forma elegante, un sapore che racconta storie.
Pantelleria è un frammento di terra sospeso tra l’Africa e la Sicilia, baciato dal sole e accarezzato dallo scirocco. Un luogo che parla in dialetto con forti influenze arabe, che profuma di capperi, zibibbo e mare: è qui che la cucina non è solo nutrimento, ma rito, appartenenza, e resistenza.
I baci panteschi nascono proprio in questo crocevia culturale: un dolce semplice eppure spettacolare, che unisce la sapienza delle nonne al desiderio di celebrare la bellezza del quotidiano. Un tempo riservati alle grandi occasioni – matrimoni, battesimi, feste patronali – oggi sono il simbolo della pasticceria dell’isola.
Per fare un bacio pantesco non bastano gli ingredienti: serve anche un ferro speciale, un attrezzo dalla forma floreale che si scalda nell’olio e viene immerso nella pastella per creare una cialda croccante, sottile come un petalo.
Il gesto è antico e quasi magico: la cialda, dorata e fragile, viene poi accoppiata con un’altra, e tra le due si cela un cuore morbido di ricotta dolce, lavorata con zucchero, scorza di limone o arancia, a volte arricchita con gocce di cioccolato. Una spolverata di zucchero a velo completa l’opera: il bacio è pronto. Si tratta di due metà che combaciano perfettamente.
Mangiare un bacio pantesco è come assaporare la storia di un’isola. Croccante fuori, cremoso dentro, è un dolce che gioca con i contrasti, come la terra che lo ha visto nascere. Ogni famiglia ha la sua variante: chi aggiunge un pizzico di cannella, chi monta la pastella con vino bianco o latte di mandorla, chi ne fa una versione salata.
Nonostante la semplicità degli ingredienti – farina, uova, latte, ricotta – i baci panteschi richiedono tempo, attenzione, pazienza. Ma in cambio regalano emozione. Perché ogni morso è un viaggio: tra le case dammuso, i vigneti terrazzati, e la luce intensa del tramonto sul mare.
Oggi i baci panteschi si trovano nei ristoranti e nelle pasticcerie dell’isola, ma il loro sapore autentico resta quello delle cucine domestiche, delle mani infarinate e delle ricette tramandate a voce. Sono dolci che resistono al tempo, proprio come Pantelleria: forte, fiera e silenziosa.
E allora, se ti trovi sull’isola o se volete portare un pezzo di Mediterraneo nella vostra cucina, provate a prepararli. Più che un dolce, sono un gesto d’amore. Ma non uno qualunque: un bacio pantesco.