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La ricetta de “o sicchio d’a munnezza”: il gustosissimo piatto di recupero napoletano

Preparazione: 10 Min
Cottura: 20 Min
Difficoltà: Facile
Dosi per: 4 persone
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Foto del ristorante ’e Curti

La cucina di recupero fa parte della tradizione italiana da secoli: siamo sempre stati un popolo di ingegnosi e di affamati, di persone che non si sono mai potute permettere di buttar nulla. In quest'ottica nasce "o siccio d' ‘a munenzza", un piatto tipico del Natale a Napoli, o sarebbe ancor meglio dire che è un piatto della fine del periodo natalizio partenopeo. Ti diciamo subito che il suo nome non è per nulla invitante: la traduzione letterale è "il secchio della spazzatura", un modo ironico per definire questo primo piatto molto semplice fatto esclusivamente con ingredienti che andrebbero gettati, a eccezione degli spaghetti.

A dispetto del nome non particolarmente goloso, in realtà il piatto è gradevole perché vengono usate le rimanenze della frutta secca natalizia, principalmente noci, pinoli e uvetta. Ad arricchire il tutto si usano i pomodorini del piennolo, conservati proprio per il periodo di Natale, erbe aromatiche e altri elementi a disposizione a casa. La ricetta non può essere infatti univoca proprio perché è di recupero: c'è chi ci aggiunge le olive, i pistacchi, le nocciole, tutte le cosiddette "ciociole" o "siosciole", il nome collettivo per definire la frutta secca che si sgranocchia a fine pasto. Di questo insieme fanno parte noci, castagne, datteri, noccioline, mandorle, fichi secchi, quindi puoi usare uno qualsiasi di questi ingredienti per preparare il piatto. Questo raggruppamento di prodotti è chiamato anche "o spassatiempo", nominato nella celebre Rumba de' scugnizzi, perché le sciociole servono proprio a passare il tempo dopo i bagordi a tavola. È un piatto goloso e veloce, che ha un bassissimo food cost: puoi cucinarlo anche durante l'anno, tenendo bene a mente che i pomodorini del piennolo (difficili da trovare fuori dalla Campania) puoi sostituirli con dei semplici datterini, soprattutto in estate.

La ricetta de ‘o sicchio d'a munnezza

ingredienti
Spaghetti
400 gr
Noci
35 gr
Nocciole
35 gr
Pinoli
8
Capperi dissalati
10
Olive nere
10
Pomodorini del piennolo
150 gr
Aglio
1 spicchio
Prezzemolo
q.b.
Origano
q.b.
Olio extra vergine d’oliva
q.b.
Sale
q.b.

La ricetta che ti proponiamo è di Slow Food: l'associazione che era presieduta da Carlo Petrini è andata alla ricerca della più comune preparazione di questo piatto della nonna ma ribadiamo che tutto sta nelle tue mani: non c'è una "legge" scritta. Secondo "La pasta nelle osterie d'Italia", il volume in cui è stata pubblicata la ricetta, il modo migliore per preparare questo delizioso primo piatto di recupero è mettere in ammollo l'uvetta in acqua calda per 15 minuti, tritare le noci, le nocciole, i pinoli, il prezzemolo e l'uvetta. Se vuoi puoi aggiungere a questo trito anche delle olive nere denocciolate. Prepara poi un soffritto di olio e aglio (scamiciato e schiacciato) ma elimina quest'ultimo una volta indorato. Aggiungi noci, pinoli, nocciole, i capperi e l'uvetta, ma solo come ultimo elemento; lascia cuocere per un paio di minuti. Ti suggeriamo di usare un tegame abbastanza grande perché ci dovrai saltare gli spaghetti. Nel frattempo taglia i pomodorini del piennolo e poi aggiungili al tegame: dopo cinque minuti di cottura aggiungi le olive, il prezzemolo e, sempre a seconda del proprio gusto, anche un po' d'origano. Lascia insaporire il tutto per qualche minuto e spegni il fuoco, lasciando però il coperchio.

Metti su l'acqua per la pasta e scola al dente, passa gli spaghetti nel tegame o in una padella e, con l'aiuto di un po' d'acqua di cottura amalgama per bene tutto il condimento. Servi questo squisito primo avendo cura di raccogliere tutto il sugo: è una ricetta di recupero, non si butta via niente.

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