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27 Gennaio 2022 14:00

La protesta dei ristoratori contro il caro bolletta: ma l’aumento pesa anche sui clienti

Una protesta pacifica: dalle 20 alle 21 i ristoratori spegneranno le luci e accenderanno delle candele per sensibilizzare le persone contro il caro in bolletta. Il problema è però un altro: tutti gli italiani stanno subendo questi aumenti.

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Questa sera alle 20 i ristoratori spegneranno le luci delle proprie attività e accenderanno le candele fino alle ore 21: l'obiettivo è protestare e sensibilizzare in merito al caro bollette che sta colpendo duramente il Paese. Spopola sui social l'iniziativa lanciata da Andrea Graziano di Fud Bottega Sicula che ha ricevuto l'adesione di centinaia di ristoratori, prima in Sicilia e poi nel resto d'Italia. Sui social sono diventate virali le foto e i video di pizzaioli, baristi, gelatai, cuochi, giornalisti, con un foglio A4 e l'hashtag #blackoutdinner sotto cui si riuniranno tutti i post della pacifica protesta.

Ad aderire a questa iniziativa anche diverse Fipe Confcommercio locali e soprattutto il sindacato TNI Italia: "I costi dell'energia sono insostenibili, con aumenti del 150% rispetto al 2020″ dice Raffaele Madeo, presidente della sigla sindacale. "Le nostre imprese – prosegue Madeo – stanno licenziando i dipendenti per pagare le bollette. Lanciamo un appello alle istituzioni perché si affrettino. I sostegni sono del tutto insufficienti e ogni giorno che passa, un'azienda in più muore".

Ad Ambasciatori del Gusto, associazione che supporta questa iniziativa, Andrea Graziano ha detto di aver chiesto "personalmente a centinaia di ristoranti in tutta Italia di aderire a questa insolita protesta: spegnere le luci nei loro ristoranti e accendere delle candele per un'ora durante la serata di giovedì 27 gennaio e svolgere il servizio di sala a lume di candela, un segno di protesta contro un insostenibile caro bolletta."

"Godetevi la ristorazione, esisterà solo nei ricordi"

Il primo ristoratore a "far luce" su questo problema è stato Simone Padoan, uno dei migliori pizzaioli d'Italia. Il titolare dei Tigli qualche settimana fa ha pubblicato la propria bolletta dell'elettricità, dai costi esorbitante, dicendo ai follower di godersi la ristorazione perché "a breve esisterà solo nei ricordi. I costi rendono proibitivi i prezzi".

Il post social del maestro veneto ha aperto il vaso di Pandora e tutti i malumori si sono riversati su internet: una sequela infinita di ristoratori hanno postato le proprie bollette mostrando rincari davvero ingiustificabili. Perfino degli albergatori stagionali hanno dimostrato un aumento del doppio rispetto alle spese dell'anno precedente, pur avendo l'hotel chiuso. Una situazione davvero difficile, insostenibile, che ha spinto Andrea Graziano a lanciare questo grido d'allarme.

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Andrea Graziano di Fud bottega sicula

Un'ora senza elettricità per sensibilizzare politici e cittadini verso questo grave problema: gli aumenti in bolletta comporteranno degli aumenti in menu per un inevitabile ricalcolo del food cost. Gli aumenti in menu porteranno a una spaccatura sociale ancora più grave, visto che per i ceti alti l'aumento influisce molto meno in portafoglio. Un problema reale dunque, sentito, ma forse non capito fino in fondo dalla ristorazione.

Non c'è bisogno di sensibilizzare proprio nessuno

Secondo Federconsumatori i rincari attesi quest'anno peseranno per oltre 1.200 euro per ogni nucleo familiare. Le bollette stanno già arrivando alle famiglie che sono alle prese con i rincari del carburante, della frutta, della verdura e chi più ne ha, più ne metta. Gli aumenti in bolletta per ogni famiglia saranno del 55% per l'elettricità e del 41% per il gas nel primo trimestre del 2022.

Il quadro quindi è molto chiaro: questo tipo di proteste ha avuto un senso in pandemia perché la ristorazione è stata colpita più duramente rispetto ad altri comparti; in questo caso invece la crisi è generale, colpisce tutti indistintamente. I rincari sono arrivati a tutte le attività, dai parrucchieri ai ferramenta, e per tutte le famiglie.

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Il vero problema di tutta questa storia, probabilmente sottovalutato dai ristoratori, è che la maggior parte del comparto è mantenuto da famiglie del ceto medio. Queste persone, inevitabilmente, dovranno fare dei tagli agli sfizi e il ristorante è, di fatto, uno sfizio. L'effetto a cascata che potrebbe arrivare sembra avere delle proporzioni difficilmente calcolabili, anche perché questi rincari sono partiti a ottobre e i clienti lo hanno notato qualche mese più tardi, con l'aumento del costo della tazzina di caffè. Molto bella l'idea di una ristorazione unita che spegne le luci per un'ora, il pianeta in primis ringrazia, ma non dobbiamo dimenticare che siamo tutti sulla stessa barca.

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Quello che i piatti non dicono
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