È tutto pronto per il conclave: l'appuntamento più segreto al mondo che decreterà l'elezione del 267esimo Papa della storia della chiesa Cattolica. Vediamo quali curiosità gastronomiche appartengono a questo evento tanto importante.
Inizia oggi la riunione dei 133 cardinali che, da ieri, sono arrivati nella Cappella Sistina dove si chiuderanno per il conclave fino all'elezione del nuovo Papa. Conclave significa proprio "con la chiave" e viene dal latino cumclave, che sta a specificare proprio la massima segretezza dell'evento. Attorno all'appuntamento ruotano diverse curiosità gastronomiche, scopriamole insieme.
La prima fumata è prevista per le 19 di oggi, a San Pietro sono attese oltre 250 mila persone per un appuntamento che tiene con il fiato sospeso tutto il mondo cattolico. Ma cosa mangeranno i cardinali elettori nei giorni in cui rimarranno chiusi durante il conclave? Diversi aneddoti legati al cibo ruotano attorno all'evento e c'è un piatto che, più di tutti, merita l'attenzione. Chiamata la pasta del conclave, secondo testimonianze storiche, questa pietanza non sarebbe nemmeno una ricetta ma piuttosto un piatto che richiama la sobrietà e la semplicità del conclave.
Una classica pasta in bianco con burro e parmigiano: piatto semplice, saporito e sostanzioso. Ma perché viene chiamata la pasta del Cardinale? Bisogna tornare al 1274 quando Papa Gregorio X costrinse i cardinali elettori a diverse restrizioni alimentari. Per nominarlo ci vollero tre anni: viene infatti ricordato come il conclave più lungo della storia (1268-1271). Fu così che Gregorio decise di cambiare le regole rendendo l'evento gastronomicamente meno piacevole. Infatti i cardinali elettori potevano mangiare solo un piatto per pasto se non si "sbrigavano" a mettersi d'accordo sul verdetto entro tre giorni. Se la scelta non fosse arrivata entro quel lasso di tempo, erano tenuti addirittura a vino e acqua.
La situazione cambiò con il conclave che durò dal novembre 1549 al febbraio 1450 dove fu eletto Papa Giulio III. In quell'occasione fu chiamato il celebre cuoco Bartolomeo Scappi che ebbe il compito di cucinare per i cardinali. A quei tempi il conclave era letteralmente un lusso: ogni cardinale aveva la propria lussuosa stanza e poteva scegliere il suo pasto da un ricco menu di portate; tra questo figurava anche un timballo di pasta con pomodori e mozzarella. Questo piatto, cucinato da Scappi, si rivelò un successone tanto da essere rinominato proprio come "timballo del cardinale".
I conclavi moderni sono stati un inno alla sobrietà e alla segretezza. Nessuna voce può uscire dalle mura della Cappella Sistina dove gli ecclesiastici togati in rosso sono riuniti per scegliere la persona che guiderà la Chiesa cattolica e il Vaticano. Se prima i cuochi appartenevano alle stesse strutture interne a San Pietro, oggi è diverso: vengono chiamati cuochi esterni che altrettanto dovranno firmare un contratto di assoluta segretezza.
Oggi niente timballi: il conclave prevede una dieta sana e bilanciata abbastanza simile a quella che conduceva Papa Francesco. Colazione leggera con pane e marmellata, succhi di frutta e a seguire un pranzo completo composto da primi piatti come risotti, pasta, carni bianche, verdura e frutta fresca di stagione. Solo la domenica ai cardinali è concesso un dolce (spesso torte secche da forno) ma assolutamente niente superalcolici.
Diverse curiosità storiche colorano la pagina della storia vaticana di aneddoti gastronomici interessanti. Uno su tutti è la scorta di liquore in valigia, in particolare cognac, che fu portata dal papabile Giuseppe Siri nel 1979 con la giustificazione che fosse per il nuovo papa. Nel conclave c'era anche chi fumava e, in Vaticano, è vietato anche all'aperto sin dal 2002. Le regole molto rigide del conclave prevedono che i cardinali non possano ricevere assolutamente cibo da fuori in quanto potrebbe contenere messaggi in codice che influenzerebbe la scelta del prossimo Papa.