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10 Ottobre 2022 16:47

La Nuova Zelanda è piena di un miele buonissimo che nessuno vuole più

Divenuto uno dei super food più ricercati al mondo, il miele di manuka ora è in crisi. "L'oro giallo" della Nuova Zelanda non lo vuole più nessuno a causa di un prezzo altissimo e questo sta creando un problema sociale al Paese.

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Il miele di manuka, una particolare varietà neozelandese, è tra i prodotti più salutari saliti alla ribalta negli ultimi anni ma la sua popolarità sembra essere in discesa e questo sta creando grossi problemi ai tanti apicoltori ora in crisi. Un po' com'è successo con gli avocado e i coltivatori in Australia, anche la vicina Nuova Zelanda si ritrova con scorte infinite di miele che non riesce a smaltire. Questo porta una grande perdita e un crescente livello di criminalità e vandalismo.

Cos'è il miele di manuka

Il miele di manuka è un prodotto mono floreale che si produce in Nuova Zelanda e Australia. Prende il nome proprio dalla pianta da cui le api si "riforniscono", la mānuka, un vegetale ricco di polline e nettare con altissime proprietà nutritive. Le peculiarità di questo miele hanno contribuito alla sua fama nel mondo, soprattutto nei mesi più duri della pandemia: secondo molti questo miele avrebbe avuto doti curative contro il covid.

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In realtà la sua efficacia contro questo virus non è mai stata dimostrata ma nei mieli con almeno il 70% di polline e nettare proveniente dalla manuka sono stati ritrovati tantissimi principi attivi della pianta d'origine. La "L. scoparium", questo il suo nome scientifico, è usata da sempre nella medicina tradizionale Maori e da alcuni anni nella farmacologia contemporanea. La connessione con la pandemia viene proprio da questa tradizione: il principio attivo della pianta riesce combattere anche gravi infezioni polmonari che colpiscono pazienti con sistemi immunitari compromessi. Diversi studi dimostrano come il miele, se associato a potenti antibiotici, contribuisca a curare malattie anche fatali.

Il sapore di questo miele è molto particolare, più forte e selvaggio rispetto a quello europeo. La forte presenza di proteine colloidali gli conferisce una struttura particolarmente viscosa e un colore scuro, quasi marrone. Oltre alla classica dolcezza mista ad acidità che ha il miele, ritroviamo sentori di erba e terra. Un prodotto davvero complesso che ha conquistato il mercato mondiale ma che ora sta vivendo una profonda crisi.

La crisi del miele di manuka manda in crisi gli apicoltori

Vista l'enorme mole d'affari degli ultimi anni il suo prezzo è schizzato alle stelle: forse troppo in alto, le persone non lo stanno acquistando più. La Nuova Zelanda produce troppo miele di manuka rispetto a una domanda rallentata negli ultimi 16 mesi e ora gli apicoltori si ritrovano scorte bastevoli per oltre un anno.

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In realtà, oltre al prezzo, un grosso stop lo ha messo la pandemia per una relazione di "odio e amore" col prodotto: "grazie" al covid tante persone hanno conosciuto questo miele e apprezzato le sue proprietà nutritive ma, a causa del covid, la Nuova Zelanda ha chiuso i confini molto a lungo, bloccando i flussi turistici. La maggior parte del miele di manuka dovrebbe essere venduta ai turisti, magari come souvenir, ma con il blocco del turismo c'è stato un calo di vendita di circa 12 mila tonnellate.

Non bastassero le decisioni di salvaguardia sanitaria, anche il prezzo ci ha messo del suo. Consideriamo il 2017 come l'anno d'oro di questo miele perché cominciano a parlarne persone note e influenti come Djokovic, le Kardashian e Gwyneth Paltrow: il prezzo al chilo del prodotto è passato dai 37 ai 100 dollari. Un aumento spropositato che ha creato un ulteriore problema alla Nuova Zelanda: l'ondata di criminalità. A causa di questi incrementi tante persone hanno preso d'assalto alveari e negozi per rubare i vasetti di miele; gli apicoltori hanno cominciato ad avvelenare le api dei competitor e si è sviluppato un mercato del falso a basso costo sorprendentemente florido. La situazione è sfuggita di mano e il prezzo del miele di manuka presto scenderà del 50% anche perché le vendite sono diminuite ma gli atti vandalici sono aumentati. Un problema davvero serio per la nazione nel cuore dell'Oceania.

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