video suggerito
video suggerito
28 Luglio 2021 15:00

In un ex convento di Firenze apre la Scuola del caffè: prima caffetteria, ora accademia

Per realizzare il progetto è stato recuperato il complesso medievale del monastero di Sant'Ambrogio a Firenze, struttura abbandonata da oltre tre decenni. È la nuova sede della Scuola del caffè, accademia internazionale che si propone di formare personale professionale nel mondo dell'oro nero di qualità. È il primo istituto di questo genere in Europa all'interno di una caffetteria.

A cura di Alessandro Creta
58
Immagine

All'interno di un ex luogo di devozione religiosa si dà spazio a una nuova forma di culto, laico, incentrato sul caffè. La tradizione, e la storia, dell'oro nero di qualità occupano gli spazi di un vecchio monastero abbandonato e ora riqualificato a Firenze, trasformato in caffetteria e (a breve) istituto accademico. L’apertura, stando ai piani originali, doveva avvenire nell’estate dello scorso anno ma la pandemia ne ha ritardato l’inaugurazione di circa 12 mesi. Nonostante le tempistiche dilatate, e tutte le difficoltà del caso, nel capoluogo toscano nasce la Scuola del Caffè, istituto ricavato all’interno dell’ex convento di Sant’Ambrogio, risalente al V secolo d.C.e in stato d'abbandono da oltre 35 anni.

Immagine
per gentile concessione di Ditta Artigianale. Ph: Sofie Delauw

Lo scopo della scuola sarà prima di tutto quello di formare figure professionali esperte di caffè: degustatori pienamente consapevoli della provenienza del chicco, delle sfumature di sapore, delle molteplici tecniche di estrazione. Il progetto è stato promosso da Ditta Artigianale, brand di caffetterie specialty che in collaborazione con il comune di Firenze ha realizzato presso l’ex monastero questa accademia da record. Si tratta della prima in Europa ospitata all’interno di una caffetteria recentemente aperta al pubblico, la terza a Firenze del marchio. Un'iniziativa che nasce da una necessità, quella di poter formare figure professionali che soprattutto nell'alta ristorazione siano in grado di destreggiarsi, e guidare il cliente, nel vasto e complesso mondo del caffè di qualità.

Con un’unica iniziativa si riesce non solo a riqualificare un convento ormai abbandonato, situato nel cuore della città toscana, ma anche a aprire un’accademia di caffetteria che promuove l’oro nero di qualità e la sua cultura. “Il mio sogno? Che Firenze diventi la Capitale del buon caffè, per un vero Rinascimento dell’oro nero italiano” disse, nel febbraio del 2020, il vicesindaco di Firenze Cristina Giachi, in fase di presentazione dei lavori di ristrutturazione del convento.

Cosa si imparerà nella Scuola del Caffè di Firenze

La Scuola ha anche una finalità divulgativa: oltre alla formazione di personale qualificato, il progetto si propone di informare, educare e, perché no, iniziare il pubblico alla cultura del caffè, per mostrare il mondo che si cela dietro una solo apparentemente semplice tazzina. Un'accademia che non vuole solamente formare baristi, ma anche tostatori e assaggiatori. Dal lavoro all’interno delle piantagioni, alla selezione dei migliori chicchi, fino alla torrefazione arrivando al bancone dei bar: una filiera produttiva dalla quale si cercherà di togliere il velo, aprendo il mondo del caffè al pubblico.

Immagine
per gentile concessione di Ditta Artigianale. Ph: Sofie Delauw

A partire dal prossimo autunno (i primi calendari delle lezioni saranno pubblicati a settembre) verranno anche avviati master di alcuni mesi su come realizzare start up di specialty coffee, aprire una microtorrefazione o una caffetteria. Le sale del complesso di Sant’Ambrogio si popoleranno inoltre anche di laboratori aperti a appassionati o semplici curiosi che vogliono approfondire questo mondo. Non solo accademia, all'interno del monastero ci sarà la possibilità di seguire anche lezioni individuali.

L’edificio ora dispone anche di bar e cucina, e il locale sarà aperto tutti i giorni dalle 7 fino a mezzanotte, offrendo un servizio completo dalla colazione fino alla cena, passando per brunch e pranzo.

Immagine
Quello che i piatti non dicono
Segui i canali social di Cookist
api url views