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5 Maggio 2025 11:05

In Giappone c’è una legge contro l’obesità e si può rischiare anche una sanzione

Una legge decisamente "particolare", se non discriminatoria, contro l'obesità in Giappone: troppi chili in eccesso portano a multe salate a chi lavora nelle aziende.

A cura di Enrico Esente
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Il Giappone è uno tra i paesi da sempre in prima linea a imporsi fortemente con una rigida educazione alimentare. Si chiama shokuiku ed è proprio una materia impartita sin da bambini nelle scuole che serve a tutelare la salute e a evitare rischi come quello dell'obesità. Questa è una condizione medica caratterizzata dall'eccessivo accumulo di grasso corporeo che può a portare gravissimi problemi di salute. Solitamente nel resto dei paesi del mondo ognuno è libero di fare ciò che vuole ma, proprio nella terra del Sol Levante, esiste una legge che comporterebbe una multa a chi è sfora di troppo con i chili. Una legge che ci sembra decisamente eccessiva.

Essere obesi è illegale?

È proprio vero che per legge dovresti essere peso-forma, altrimenti rischi multe salatissime. In Giappone, infatti, la legge (emanata nel 2008) impone alle aziende di misurare il girovita dei dipendenti di età compresa tra i 40 e i 74 anni: se la circonferenza supera gli standard imposti dal governo, viene data una dieta ferrea da seguire meticolosamente e l'azienda rischia una multa. Una legge che non è imposta per un'ossessione estetica ma per chiare motivazioni economiche. L'obesità è una grave malattia metabolica e pesa sulla sanità pubblica.

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Educare i bambini a una corretta alimentazione è essenziale secondo il governo nipponico. I più piccoli vengono infatti messi in guardia da quelli che sono i rischi in cui si può incappare seguendo stili di vita alimentari poco regolati e pieni di eccessi. Le diete di uomini e donne giapponesi che rientrano in quella fascia di età e che hanno contratti lavorativi aziendali, vengono monitorate costantemente perché il rischio di dover pagare allo Stato una multa bella salata è esistente.

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Per tornare "obbligatoriamente" a un peso forma, il lavoratore ha circa tre mesi di tempo per regolarizzare la propria dieta e tornare a un peso migliore. Se non ce la facesse da solo, sarà obbligato a sedute terapeutiche molto costose e, se anche questo metodo risultasse fallimentare, allora l'azienda che ha assunto il lavoratore dovrà pagare una multa bella salata.

Perché questa legge è ingiusta e dannosa

Sebbene l'obiettivo di promuovere la salute pubblica sia lodevole, una legge che multa le persone in sovrappeso rischia di essere inefficace, ingiusta e potenzialmente dannosa. Un approccio più costruttivo si concentrerebbe sulla prevenzione, sull'educazione, sul supporto e sulla creazione di un ambiente che favorisca scelte di vita sane per tutti.

Una multa si concentra sulla punizione di un individuo per una condizione complessa, piuttosto che offrire supporto e risorse per aiutarlo a migliorare la propria salute. Il sovrappeso è spesso il risultato di una combinazione di fattori, tra cui genetica, metabolismo, condizioni mediche, stress, fattori socio-economici e accesso a cibo sano: multare una persona non aiuta ad affronta queste cause profonde e "legalizza" un'azione che per noi è discriminatoria a tutti gli effetti.

Una legge del genere rischia di colpevolizzare le vittime e ignorare le barriere sistemiche che possono contribuire al sovrappeso: un approccio più efficace sarebbe quello di investire in politiche pubbliche che promuovano la salute a livello comunitario. Un ambiente di supporto e comprensione è più probabile che incoraggi cambiamenti positivi nel comportamento: la salute è un diritto e le politiche pubbliche dovrebbero mirare a ridurre le disuguaglianze sanitarie, non ad aumentarle attraverso misure punitive.

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