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3 Giugno 2025 12:12

Il Gianduiotto di Torino diventa Igp, la decima per il Piemonte

Dopo diverse querelle legali e commerciali, il Gianduiotto di Torino è finalmente diventato un marchio Igp, il decimo per il Piemonte. La domanda di registrazione è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale.

A cura di Enrico Esente
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Ci sono voluti anni di battaglia per raggiungere questa soddisfazione: il Gianduiotto di Torino è un marchio Igp. La domanda di registrazione è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale ed è così che è partito l'iter per il riconoscimento di una delle specialità dolciarie più iconiche dell'Italia e del Piemonte. Indicazione geografica protetta: è questo il significato della sigla Igp, un marchio attribuito dall'Unione europea che contraddistingue un prodotto con una determinata qualità o caratteristica dipendente dall'origine geografica. Con il Gianduiotto, le Igp del Piemonte arrivano a 10, mentre sale a 90 il numero dei prodotti piemontesi a denominazione d'origine tutelata fra Dop, Igp, Docg e Doc.

Lo scontro legale e commerciale con Lindt

Ottenere la Igp non è una cosa semplice: chi le produce deve attenersi ad alcune regole rigide stabilite nel disciplinare di produzione e, il rispetto di queste, deve essere garantito da un organismo indipendente. Si è parlato di grande soddisfazione per il riconoscimento del Gianduiotto poiché arriva dopo una lunga battaglia legale e commerciale durata anni tra il Comitato del Gianduiotto di Torino Igp e la multinazionale svizzera Lindt. Per ottenere questo riconoscimento, il comitato piemontese ha proposto un disciplinare che prevede la produzione esclusiva in Piemonte, di utilizzare solo tre ingredienti (nocciole Piemonte Igp 30-45%, zucchero 20-45%, cacao 25%), forma tradizionale a prisma triangolare e confezionamento entro 12 ore dal raffreddamento.

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Lindt/Caffarel si è invece opposta al disciplinare dichiarando di voler mantenere il latte in polvere nella ricetta, richiedendo di abbassare la percentuale di nocciole dal 30 al 26-28% e contestando la produzione esclusiva in Piemonte tanto da rivendicare la tutela del proprio marchio storico registrato nel 1972 e l'invenzione del gianduiotto nel 1865 da parte di Caffarel. La questione è diventata legale con il coinvolgimento di storici e avvocati scelti per sostenere le ragioni di entrambe le parti. Tutto termina nel 2024 quando Lindt ha ritirato l'opposizione formale accettando un compromesso con il quale ha diritto alla propria ricetta storica, all'utilizzo del marchio "Gianduia 1865", produzione libera a Luserna San Giovanni (TO) e tutela della propria identità commerciale. Il compromesso del comitato piemontese è stato quello descritto nel disciplinare con l'utilizzo dei soli tre ingredienti per la produzione del cioccolatino. Il riconoscimento Igp genera circa 200 milioni di euro all'anno e il primo beneficiario sarà proprio la filiera della Nocciola Tonda Gentile delle Langhe, già Igp.

Le parole del ministro Lollobrigida

"Il sistema agroalimentare italiano è composto dalle innumerevoli eccellenze del nostro territorio. Compiere un altro passo per il riconoscimento del Gianduiotto tra i prodotti certificati Igp significa premiare il lavoro svolto negli anni". Queste le dichiarazioni di Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura e Sovranità alimentare. "Un prodotto che è una vera e propria eccellenza – continua il ministro – espressione di sapienza tramandata di generazione in generazione, gusto unico e identità piemontese e italiana".

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Grande soddisfazione anche da parte di Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, che ha dichiarato di essere stati ricompensati per un lavoro durato tanto tempo che certifica il riconoscimento della storia e della tradizione di un'eccellenza del territorio. "Valorizzare i nostri prodotti – spiega Cirio – è fondamentale per farli conoscere sempre di più così che diventino più competitivi anche sui mercati internazionali".

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