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6 Maggio 2025 11:00

Il caro vita a tavola: come l’inflazione ha colpito la spesa alimentare degli italiani

Negli ultimi anni il costo dei beni alimentari essenziali è cresciuto in modo vertiginoso, trasformando la spesa quotidiana in una sfida per molte famiglie. In questo articolo analizziamo le cause, i prodotti più colpiti e le conseguenze del caro vita a tavola.

A cura di Francesca Fiore
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Negli ultimi anni, l’Italia – e non solo – sta attraversando una delle fasi più complesse degli ultimi decenni in termini di prezzi al consumo. L’inflazione, alimentata da una combinazione di crisi globali e dinamiche interne, ha inciso in modo drammatico sul carrello della spesa, colpendo in particolare i beni alimentari di prima necessità. Pasta, latte, pane e olio sono diventati simboli non solo della dieta mediterranea, ma anche del disagio economico crescente delle famiglie italiane. Analizziamo le cause che hanno portato a questi aumenti e l'attuale scenario.

Un’inflazione fuori controllo: i numeri e le cause

Secondo l’ISTAT, nel 2022 l’inflazione ha raggiunto un picco dell’11,6% fra ottobre e dicembre, spinta principalmente dal caro energia e dal rincaro dei beni alimentari. Nel 2023 si è registrato un rallentamento, ma l’inflazione nel comparto alimentare è rimasta sostenuta, con un +7,1% su base annua a dicembre. La categoria dei beni alimentari, in particolare, è quella che ha risentito più a lungo delle turbolenze economiche:  il cosiddetto “carrello della spesa” (beni alimentari, per la cura della casa e della persona) ha registrato un'inflazione media del +10,1% nel 2023.

Alcuni alimenti di largo consumo hanno subito aumenti molto più marcati della media generale. Secondo le analisi di Istat e Ismea i dati del “paniere tricolore” anti-inflazione lanciato nel 2023 dal governo italiano, i rincari più significativi hanno riguardato:

  • Olio di semi: il prezzo dell'olio di semi di girasole è arrivato al +46% tra 2022 e 2023, a causa della scarsità globale legata alla guerra in Ucraina (grande esportatore di questo prodotto insieme alla farina di grano tenero).
  • Pasta: il prezzo è salito del +20% in un solo anno, principalmente per l’aumento del costo del grano duro.
  • Pane: aumenti fino al +15-18%, in base alla regione e al tipo di farina utilizzata per prepararla.
  • Latte e formaggi: rincari tra il +12% e il +18%, legati ai costi della produzione agricola e della trasformazione.
  • Uova: incremento del +17%, dovuto all’aumento dei costi dei mangimi e dell’energia, ma anche a causa del problema Aviaria.

Le cause di questa impennata dell'inflazione si possono rintracciare in più fattori che si intrecciano fra loro e sono naturalmente complesse: alcuni fattori sono di natura geopolitica, altri ambientali. L’aumento vertiginoso dei prezzi del gas e dell’elettricità tra il 2021 e il 2022 ha avuto un impatto diretto su tutta la filiera alimentare: produzione agricola, trasformazione industriale e trasporto. Questo ha contribuito in modo determinante all’aumento dei prezzi al consumo. Il conflitto fra Russia e Ucraina ha decisamente inciso sulla disponibilità e sui costi di grano, mais, olio di semi e fertilizzanti, tutti elementi fondamentali nella filiera agroalimentare globale.

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Allo stesso tempo, siccità prolungate, alluvioni e ondate di calore hanno ridotto i raccolti in molte zone d’Italia e d’Europa. Il grano duro in Puglia, ad esempio, ha subito un calo di resa del 30% nel 2022, con effetti a catena sulla produzione di pasta. Infine, a incidere sull'aumento dei pressi sono state anche cause contingenti, come la pandemia da Covid 19 che ha lasciato in eredità una rete logistica fragile e costi di trasporto più elevati, che si sono riflessi nei prezzi dei beni importati.

Come sono cambiate le abitudini alimentari

Il caro vita ha modificato in modo sensibile il comportamento d’acquisto degli italiani. Secondo un recente studio pubblicato su The Lancet, per risparmiare sul cibo, molte persone stiano mettendo a rischio la propria salute, virando su prodotti più economici per salvaguardare il portafogli.

L’Osservatorio Coop 2023 ha analizzato lo scenario spiegando come sia aumentato l’acquisto di prodotti a marchio del distributore (+14%), mentre le famiglie cercano sempre più offerte e promozioni. Inoltre, si è ridotto il consumo di prodotti freschi costosi come pesce e carne, mentre cresce allo stesso tempo l’interesse verso piatti fatti in casa e autoproduzione (es. pane, pasta, conserve).

Nel luglio 2023, il governo italiano ha lanciato il cosiddetto “paniere tricolore anti-inflazione”, una misura concordata con la grande distribuzione per calmierare i prezzi di circa 30 beni di prima necessità, tra cui pasta, latte, farina, riso, zucchero, biscotti e passata di pomodoro. L’iniziativa ha avuto un impatto limitato ma simbolico, soprattutto per le fasce più vulnerabili della popolazione.

Il caro vita ha inciso profondamente sull’alimentazione degli italiani, sia in termini economici che culturali: i beni simbolo della tavola quotidiana – pane, pasta, olio e latte – sono diventati cartine tornasole di una crisi che ha radici complesse e globali. Mentre i prezzi iniziano lentamente a stabilizzarsi, l’eredità di questi anni sarà duratura, spingendo consumatori, produttori e istituzioni a ripensare il modo in cui produciamo, distribuiamo e consumiamo il cibo.

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