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2 Febbraio 2020 11:00

Forbes premia 100 eccellenze italiane: hotel, prodotti, ristoranti, vini (e le mancanze)

L'edizione italiana della rivista statunitense ha premiato le 100 Eccellenze Italiane, tra nomi storici come i Marchesi Antinori e nuove leve come Bros' a Lecce, stride la fortissima presenza di nomi milanesi e più in generale lombardi rispetto alle altre regioni italiane. Esclusi a sorpresa Massimo Bottura, Heinz Beck e il Monastero Santa Rosa.

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Presentata la lista delle 100 eccellenze italiane stilata da Forbes Italia al MAXXI di Roma. I nomi più illustri del Belpaese per celebrare “La cultura del bello e del ben fatto” suddivisi in 4 categorie: hotel, ristoranti, prodotti alimentari e vini. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con So Wine So Food, ha riunito i più grandi nomi dell’ospitalità italiana con una fortissima impronta milanese prima e lombarda in particolare. Ignorati tanti grandi nomi e prodotti del resto della Penisola, in particolare da Roma in giù con esclusioni eccellenti come le paste di Gragnano o i vini dell’Etna, alcuni alberghi storici in Puglia, Campania o Lazio per terminare con i ristoranti: ben tre chef tristellati fuori dai 100.

Gli alberghi: “Una vacanza è più di un’emozione”

Gli hotel selezionati dalla rivista sono tutti di altissimo livello, noti ai turisti internazionali per la loro storia, la qualità proposta e l’attenzione ai dettagli. Troviamo ad esempio il Grand Hotel Rimini, monumento nazionale dal ‘94, che Fellini scelse per il suo "Amarcord", o il St.Regis di Roma che coi suoi lampadari in cristallo, il camino di marmo nero e il caratteristico pavimento è riconoscibile a tutti gli appassionati.

Ci sono poi tanti alberghi con una vocazione gourmet come il Bulgari Hotel che ha scelto da qualche anno di affidare il comparto ristorativo a Niko Romito, Tre Stelle Michelin (in foto il suo Antipasto all'italiana), o ancora il Four Season di Firenze con lo chef Vito Mollica, Una Stella Michelin senza dimenticare l’Hotel Santa Caterina ad Amalfi con Peppe Stanzione, anche lui monostellato. Una villa stile liberty con una vista mozzafiato sulla Costiera Amalfitana.

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Da segnalare un indirizzo storico che ha fatto una scelta rivoluzionaria: l’Albereta. Villa bellissima sul Lago d’Iseo, segnalata in tutte le guide che si occupano di hotellerie, ha ospitato il ristorante di Gualtiero Marchesi. Alla scomparsa del grande maestro la scelta non è caduta su uno dei tanti grandi allievi del cuoco milanese, bensì su Franco Pepe, massimo esponente della rivoluzione avuta nel mondo della pizza negli ultimi 10 anni.

Gli altri alberghi selezionati sono l’Armani Hotel, Belmond Hotel Cipriani, Hotel de Russie, Grand Hotel Majestic “Già Baglioni”, Grand Hotel Tremezzo, Grand Hotel et de Milan, Hotel Bernini Palace, Hotel Bristol Palace, Cristallo Resort & Spa, Due Torri Hotel, Excelsior Hotel Gallia, Helvetia & Bristol, Lefay Resorts & Spa Lago di Gardo, Minareto Resort, Park Hyatt Milan, Palazzo Montemartini, Sikelia e la Tenuta de l’Annunziata.

I prodotti: “Tra piccoli e grandi produttori di eccellenza”

Tra le eccellenze italiane di Forbes non può mancare la pasta. Senza dimenticare caffè, tartufi, birre artigianali. Ci sono prodotti noti al grande pubblico come la Cedrata Tassoni, diventata un mito per gli appassionati di basket grazie agli spot durante tutte le manifestazioni della nazionale, oppure Segafredo Zanetti, una ditta presente in più di 100 Paesi con il suo caffè in cialde, capsule o sfuso. Spazio ai piccoli produttori, agli artigiani di eccellenza come Api Apicoltura, azienda di 150 anni con una distribuzione di miele volutamente molto esigua. Da segnalare il miele acacia biologico, dal colore chiaro e dal gusto delicato che permette di cogliere gli aromi di vaniglia. Spazio al cioccolato con Amadei, azienda toscana che da anni conquista premi in giro per il mondo sia per la qualità dei chicchi selezionati che per il prodotto finito (per 8 anni consecutivi Tavoletta d’Oro per il miglior cioccolato al latte italiano). Abbiamo citato la birra artigianale e non poteva mancare Baladin, azienda piemontese che ha visto prima di tutti questo mercato e dopo 30 anni di lavoro ha legato il proprio nome a ristoranti, caffè, locali e strutture alberghiere sparsi in tutto il mondo.

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Premiati anche prodotti di lusso grazie alla presenza di I Love Ostrica e Savini Tartufi. La prima è un’azienda nata nel 2007, quando l’eCommerce era solo un miraggio lontano: oggi le ordinazioni digitali della compagnia di Luca Nicoli permettono di seguire la filiera di ostriche, tonno, crostacei e caviale. Savini Tartufi è un’azienda arrivata alla quarta generazione e oggi gestita da Cristiano Savini, classe ‘79 che proseguirà la filosofia di famiglia: valorizzare il tartufo, le sue qualità e la sua filosofia.

Torniamo poi ai prodotti di consumo comune perché Forbes ha inserito la pasta di Felicetti e i panettoni di Vergani: il primo, con i suoi 1026 metri sul livello del mare è il pastificio più alto d’Europa e nell’ultimo anno ha toccato un fatturato da 35 milioni di euro. Vergani è invece l’ultima azienda milanese a produrre il panettone su scala industriale, ha da poco tagliato il traguardo del milione di panettoni sfornati dal laboratorio di via Oristano.

Menzione d’onore nella categoria “prodotti” per un non-prodotto: Iginio Massari. Il grande pasticcere bresciano è stato scelto per i “Prodotti di eccellenza, perfetti da vedere e squisiti al gusto. Provare un suo dolce è un’esperienza gastronomica da fare almeno una volta nella vita”.

Gli altri prodotti premiati sono Bontasana, Agroittica lombarda, Carpano, Birrificio della Granda, Castagner, Cioccolatitaliani, Acqua Filette, Fiore 1827, Frantoio Muraglia, Malandrone 1477, Mazzetti d’Altavilla, Mitilla, Pank Bulangeria, Salumificio Valverde, Zafferano 3 Cuochi, Risi Preziosi, Riserva San Massimo, Orbetello Acquacoltura, Manicardi, Le Piantagioni del Caffè, Pastificio Cavalieri, 1punto61 e Agrimontana.

I ristoranti: “Il meglio della tradizione unita a un’innovazione intelligente”

Sono riuniti (quasi) tutti i più grandi chef d’Italia. Stridono le esclusioni di Heinz Beck e la Pergola (Tre Stelle Michelin dal 2005) e di Norbert Niederkofler (Tre Stelle dal 2017), così come pure l’esclusione di Enrico Crippa che il riconoscimento lo detiene dal 2013. Manca soprattutto L’Osteria Francescana di Massimo Bottura, miglior ristorante al mondo per la World's 50 Best Restaurants nel 2016 e nel 2018.

Presenti tutti gli altri Tre Stelle: l’ultimo arrivato Enrico Bartolini a Milano, Mauro Uliassi con Uliassi a Senigallia, Da Vittorio a Brusaporto in provincia di Bergamo con la famiglia Cerea, le due donne Tre Stelle Michelin Annie Feolde e Nadia Santini con Enoteca Pinchiorri a Firenze e Dal Pescatore a Canneto sull’Oglio in provincia di Mantova, Le Calandre in provincia di Padova di Massimiliano Alajmo (il più giovane tristellato della storia), e il Reale di Niko Romito che ha resto Castel di Sangro un tempio della gastronomia mondiale.

Presenti alcuni bistellati storici come il Don Alfonso 1890 di Alfonso Iaccarino e Torre del Saracino di Gennaro Esposito, o Duomo di Ciccio Sultano; forse i 3 chef più vicini alle 3 Stelle Michelin che abbiamo oggi in Italia. Un altro stellato nominato da Forbes che per molti merita le Tre Stelle, ma ne ha una, è Riccardo Camanini e il suo Lido 84. Spazio poi ai giovani con Bros’ a Lecce di Isabella Potì e Floriano Pellegrino e la loro ricerca dell'estremo come il sanguinaccio col cioccolato rancido (in foto) e con Ristorante 1978, il cui head chef è Valerio Braschi, vincitore di Masterchef 6 a soli 18 anni.

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Una sola pizzeria in lista per Forbes, Dry Milano, il locale protagonista della night life meneghina fondato da Andrea Berton con Lorenzo Sirabella alla pala, un pizzaiolo scuola-Enzo Coccia. Gli altri ristoranti citati sono All’Oro, L’Olivo – Capri Palace, Ceresio 7, La Gallina, Il Convivio Troiani, Identità Milano, Glam, IT Milano, Casadonna Reale, Pescaria e Peppe Zullo.

I vini: “Un’avanzata di etichette italiane che dà filo da torcere anche agli ottimi francesi”

Scelta delicata da parte di Forbes perché parlare di vino in Italia è sempre un argomento spinoso. Per evitare imbarazzi, si parte dai Marchesi Antinori. A loro è dovuta anche la nascita dei Supertuscan, simbolo della rivoluzione qualitativa dei vini toscani se restiamo nell’ambito della qualità ma non si può ignorare la storia: questa cantina è una delle 10 aziende a conduzione familiare più antiche del mondo. Fondata nel 1385, da oltre 600 anni produce vino di qualità da esportare nel mondo, generazione dopo generazione. Storia simile ma decisamente più breve per Arpepe che ha “solo” 160 anni. Vigneti meravigliosi, pionieri dei vini eroici, chiamati così per la conformazione dei vigneti che ancora oggi consente la raccolta esclusivamente a mano; marchio di fabbrica il Nebbiolo.

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Solo tre le aziende al Sud, una campana e due siciliane. In Campania c’è Feudi di San Gregorio, cantina nata nel 1986 che ha portato il vino meridionale nel Terzo Millennio grazie ad Aglianico, Fiano e Greco di Tufo di altissimo livello. Le siciliane sono Tasca d’Almerita e Tenuta San Giaime. La prima ha quasi 200 anni tra vitigni autoctoni e internazionali distribuiti sul territorio; la seconda è una storia di famiglia, alla terza generazione, che usa la leggendaria uva Syrah. Le altre cantine premiate sono Bellavista, Bisol, Querciabella, Consorzio Tutela del Gavi, Dievole, Ornellaia, Pasqua, Pio Cesare, Podere Forte, San Polo, Tinazzi, Ruffino, Tasca d’Almerita, Tenuta Mara, Tenuta San Giaime e Tenute Piccini.

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Quello che i piatti non dicono
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