A Nepi un concorso di pasticceria di ispirazione rinascimentale. Nel borgo in provincia di Viterbo il contest Il dolce di Lucrezia, in nome di Lucrezia Borgia, in cui possono essere usati solo ingredienti reperibili nel 1500.
In provincia di Viterbo un contest di pasticceria, letteralmente, d’altri tempi. Nel borgo medievale di Nepi (situato nella bassa Tuscia), un concorso in cui chef e maestri dell’arte dolciaria dovranno vedersela con una prova decisamente non convenzionale. Dovranno sì realizzare un dessert, e fino a qui niente di strano, ma cercando di replicare il più fedelmente possibile un dolce di epoca rinascimentale.
È lo scopo del contest chiamato Il dolce di Lucrezia, in cui tutti i partecipanti sono chiamati a creare una ricetta facendo ricorso esclusivamente a materie prime reperibili nel 1500. Testi, libri, documenti e ricettari del tempo potranno essere consultati dai partecipanti in gara per individuare quali ingredienti poter usare nelle loro preparazioni. Rigorosamente riconducibili al Rinascimento.
La Lucrezia del titolo del concorso è, infatti, Lucrezia Borgia, figlia di Ascanio Sforza e regnante in questa cittadina del Lazio tra la fine del 1400 e l’inizio del nuovo secolo. Periodo in cui, guidata proprio dalla rappresentante della nobile famiglia, Nepi conobbe un periodo di grande prosperità, di cui la Rocca Borgia e il castello omonimo oggi sono testimonianza.
Il contest si terrà in occasione del Palio dei Borgia, ricorrenza del borgo nepesino giunta quest’anno alla 26esima edizione e in programma dal 28 maggio al 19 giugno. Come detto, i partecipanti al concorso dovranno realizzare un dolce affidandosi esclusivamente a materie prime disponibili nel 1500. Verranno creati, a tutti gli effetti, dei dessert rinascimentali che siano anche adatti al trasporto. Scopo del concorso, infatti, non è solo creare una ricetta attinente con l’epoca, ma che faccia anche parte della categoria gateaux de voyage, capaci quindi di conservarsi a lungo.
Non ci sono, di fatto, ulteriori istruzioni: posti questi due paletti i pasticceri in gara dovranno fare affidamento al loro estro, fantasia, abilità tecnica e conoscenza degli ingredienti per cercare di creare il dolce più “rinascimentale” possibile. Uno, in sostanza, che sarebbe stato apprezzato anche dalla nobildonna che ha regnato su Nepi. Possono partecipare a questo originale concorso d’antan chef, pasticceri, fornai provenienti da ogni parte d’Italia, desiderosi di cimentarsi con una prova tanto originale quanto poco canonica. La domanda di iscrizione deve essere inviata, entro il 25 aprile, all’indirizzo mail palionepi@gmail.com.
Già, facile dire (forse) dolci del Rinascimento, ma i più ghiotti come potevano soddisfare la propria golosità nel 1500? Va specificato come i dessert fossero una prerogativa delle tavole dei ricchi, soprattutto perché lo zucchero era ancora materia preziosa, introdotta da non molto grazie a scambi commerciali con l’estero (specialmente con gli Arabi) e non accessibile a tutti.
I pasticceri, in questo periodo, erano genericamente coloro addetti agli impasti, per lo più salati, ma iniziarono a crearne anche di dolci. Cialde, confetti, preparazioni a base di miele (prodotto, questo, soprattutto dai monaci), amaretti (burro, zucchero, farina e mandorle), marzapani, dolci a base di pasta di mandorle e qualche antenato del nostro torrone. Solo alcune delle specialità dolciarie diffuse nel Rinascimento e che, chissà, potrebbero essere protagoniste del contest nepesino.