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5 Giugno 2022 11:00

Cosa sono le fraschette: i pop up store ante litteram del vino tipiche dei Castelli Romani

Originarie dei Castelli Romani, forse di Frascati o forse di Ariccia, le fraschette sono ora simili alle osterie per quanto profondamente mutate nel corso della loro storia. Nacquero esclusivamente come locali in cui servire il vino novello, senza la possibilità di proporre il cibo perché sprovviste di cucina.

A cura di Alessandro Creta
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Un bel fiasco di vino novello, una frasca di alloro fuori la porta e, perché no, anche qualche fetta di porchetta ancora calda. Anche se, come vedremo, questa arriverà solo in seguito. A volte le cose più semplici risultano anche le migliori, e tale legge non scritta si conferma anche per quanto riguarda l’origine e la storia della fraschetta. Oggi tipico locale diffuso prevalentemente tra i Castelli Romani, alla stregua quasi di osterie e trattorie, si tratta di un posto che nel corso di una storia ultra secolare ha mutato la sua natura pur mantenendo la propria funzione.

L’origine della fraschetta

La fraschetta avrebbe origini medievali, anche se probabilmente le loro antenate risalirebbero al tempo degli antichi Romani, quando i contadini di ritorno dalle campagne per vendere i loro prodotti necessitavano di "creare" piccoli punti di ristoro lungo il tragitto. Di fatto, furono artefici dei primi pop up store enogastronomici ante litteram.

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La fraschetta oggi rappresenta una tipologia di locale romano, accanto alle forse più note osterie e trattorie, ma localizzata in origine quasi esclusivamente sui famosi Colli a sud della Capitale, storicamente vocati alla coltivazione della vite. La fraschetta nel corso dei secoli ha mutato per alcuni aspetti la sua natura, evolvendosi e modificandosi in risposta anche alle necessità dei clienti. I quali, in origine, erano solamente persone di passaggio desiderose di bersi un bel bicchiere (o forse anche più di uno) di vino novello.

All'inizio infatti la fraschetta era un locale alla buona, in alcuni casi anche una semplice casa o una cantina rusticamente arredata. Adibite alla mescita e al servizio del vino appena prodotto, erano provviste di lunghe panche e tavolacci alla bisogna per accogliere i visitatori. Il piccolo produttore, per rientrare velocemente nelle spese della vendemmia, proponeva per un periodo di tempo limitato il suo vino, segnalandone la disponibilità sulla porta di ingresso tramite una frasca (da qui fraschetta, e da qui anche il nome della cittadina di Frascati) per lo più di alloro, o comunque formata da ramoscelli vari.

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Si trattava di un posto, in sostanza, dove originariamente ci si poteva solamente abbandonare agli effluvi del nettare di Bacco, in cui non era previsto il servizio e il consumo di cibo per la mancanza della cucina. Proprio per questo alcuni visitatori, anche per non cadere subito vittime del tannino, erano soliti portarsi qualcosa da mangiare da casa, fino a quando le fraschette non hanno iniziato a proporre spuntini come formaggi, salumi o la regina di queste zone: la porchetta, rigorosamente di Ariccia (oggi a marchio Igp).

Dove sono nate le fraschette

Ci sono opinioni discordanti sulla localizzazione dell’origine della fraschetta. Se è convinzione comune la nascita sui Castelli Romani (i colli nei pressi della Capitale, in cui in passato vari pontefici eressero le loro fortezze), stando ad alcune fonti le prime sarebbero nate a Frascati (non sarebbe casuale quindi l’assonanza tra i due nomi), secondo altre invece è Ariccia la culla di questi locali semplici quanto rustici oggi diffusi in tanti comuni della zona e anche tra le vie di Roma.

Le fraschette moderne: cosa si mangia

A differenza delle fraschette di una volta, quelle moderne si sono adattate maggiormente ai tempi correnti. Non più solamente vino dei Castelli proposto ai clienti, bensì anche del cibo vario e variegato, spesso proposto tra l'altro anche in un apposito bancone gastronomia presente nel locale.

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Le fraschette ora sono dotate anche di cucina (così come le osterie e le trattorie quindi) e oggi per i Castelli Romani o nella stessa Capitale è possibile gustare i piatti più famosi della tradizione laziale. Bruschette varie, bucatini all’amatriciana, carbonara, salumi, coppiette di maiale, trippa e fagioli con le cotiche, solo per fare qualche esempio. Tante specialità, per quanto la regina della tavola rimanga l’intramontabile porchetta. Gustata in un panino e con la crosta (o, come dicono qua, la coccia) croccante per uno spuntino veloce e di gusto. Per mandarla giù, ovviamente, un bel rosso dei Castelli, magari il frizzantino e beverino Romanella.

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Quello che i piatti non dicono
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