2 Luglio 2021 13:00

San Pietroburgo inaugura i quarti di Euro 2020: cosa mangiare guardando Spagna-Svizzera

La tradizione russa sullo street food è davvero scarna: il clima non aiuta certo le passeggiate con qualcosa da mangiare tra le mani. Nella città che ospita il primo quarto di finale di Euro 2020 tra Spagna e Svizzera, San Pietroburgo, ci sono però alcuni prodotti davvero squisiti e che vale la pena di assaggiare.

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Ci siamo lasciati alle spalle degli ottavi di finale davvero sorprendenti, con partite bellissime e ricche di emozioni: questa sera cominceranno i quarti di Euro 2020 a San Pietroburgo e lo faranno col botto. La sfida tra la bistrattata Spagna di Luis Enrique e la sorprendente Svizzera di Vladimir Petkovic che ha eliminato la Francia super favorita si preannuncia davvero interessante. Sarà anche una sorta di "derby" perché i due allenatori sono stati, in passato, sulle panchine di Roma e Lazio. Teatro della sfida, lo Stadio San Pietroburgo che apre i giochi alle 8 regine del continente.

Nella vecchia Capitale della Russia non c'è una grandissima tradizione riguardante lo street food, molto più indicato per i climi caldi: provateci voi a mangiare una pirozhki a zero gradi, sotto la neve! Ma qualcosa di molto interessante c'è anche nella nazione più grande al mondo: la cucina russa, infatti, è molto sottovalutata, dai russi stessi anche; solo alcuni grandi cuochi contemporanei stanno provando a farla conoscere in tutto il mondo come il pietroburghese Valdimir Mukhin che, con il suo White Rabbit, è il dodicesimo miglior ristorante al mondo per la 50 Best.

A San Pietroburgo lo stadio è nato sulle spoglie di Rasputin

Lo Stadio San Pietroburgo è nato in vista dei mondiali 2018, in sostituzione del vecchio stadio Petrovskij, come casa dello Zenit. Va da sé che si tratti di uno degli impianti più all'avanguardia del mondo, costato oltre un miliardo di euro e con una struttura altamente tecnologica. Ha una capienza di oltre 64.000 posti, ma per il torneo ospiterà 30.500 spettatori. La curiosità è che non ha ancora un nome ufficiale: avrebbe dovuto essere Zenit Arena, poi Gazprom Arena, dal nome dell’azienda proprietaria del club, ma in questi quattro anni è rimasto semplicemente "Stadio San Pietroburgo". Altra curiosità è che l'impianto si trova sull'Isola Krestovskij, nel delta della Neva, il luogo dove fu gettato in acqua il corpo senza vita di Rasputin nella notte del 30 dicembre 1917. Un luogo altamente simbolico per tutta la storia della nazione.

Cosa mangiare guardando Spagna-Svizzera a San Pietroburgo

Per lo street food in Russia vige la regola del "poco ma buono". Non c'è questa grande varietà ma, quelle poche pietanze che esistono, sono davvero molto buone. Una particolarità della cucina tradizionale e del cibo da strada russo sta nel fatto che la frittura, come metodo di preparazione, è utilizzata molto raramente. Quasi sempre il cibo viene cucinato nel forno a legna, mediante bollitura, cottura alla brace, cottura in cartoccio e cottura in umido. La golosità semplice e immediata tipica dello street food è data dalla materia prima che usano i russi.

Una volta entrati nella loro mentalità è praticamente impossibile resistere allo street food russo, non solo buono ma anche economico, tra piatti salati, dolci e il re dei distillati da miscelazione: la vodka.

1. La sosiska v teste

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Lo street food russo si è imposto nella cucina locale grazie a Nikita Krusciov, il primo leader sovietico a visitare gli Stati Uniti. Dopo la visita in America seguita in mondovisione, i russi sono andati alla ricerca di quei saporitissimi panini onnipresenti sulle strade della East Coast: gli hot dog. I sosiska v teste, letteralmente, salsiccia nell’impasto, sono infatti chiamati "hot dog sovietici".

Nonostante l'impatto iconoclasta dell'incontro tra le due culture in piena Guerra Fredda, fino agli anni ’90 le salsicce sono state un cibo piuttosto costoso. Con la caduta dell'URSS, la privatizzazione e la comparsa di piccoli bar da asporto, le salsicce hanno visto crescere la propria popolarità. Le sosiska v teste altro non sono che dei rollè con un würstel avvolto in pasta brioche, a volte ricoperto di semi di sesamo. Uno snack delizioso e semplice, che si finisce in due o tre morsi. Lo si trova praticamente dappertutto, per strada ci sono moltissimi chioschi dove si può comprare una sosiska v teste per circa 40 rubli, ovvero meno di 50 centesimi.

2. I pirožki

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I pirožkì sono delle focaccine di pasta lievitata, spennellata con l'uovo, ripieni di carne o frattaglie. Si possono trovare anche semplici ma di solito sono farciti e realizzati con varie forme fantasiose. Nei chioschetti in giro per San Pietroburgo vengono cucinati anche con il pesce o in versione vegetariana: con purè di patate, funghi, cipolle, uova o cavolo. Esiste anche una variante dolce con un ripieno di frutta cotta o fresca, marmellata o ricotta.

I pirožki sono un'eredità diretta delle vecchie repubbliche socialiste: anche se oggi sono un piatto tipico russo, mantengono il nome ucraino per una disputa perenne sulla paternità della pietanza.

3. Il ceburek

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Di Loyna – Opera propria, CC BY–SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3122410

Abbiamo detto che la frittura non si usa molto nella cucina tradizionale russa e infatti il ceburek, un piatto fritto, non è proprio tradizionale russo. I cebureki sono considerati uno dei piatti nazionali dei tartari di Crimea, si sono diffusi a causa della diaspora anche in Turchia, Romania, Uzbekistan, Ucraina, Mongolia e per l'appunto Russia. Ci sono tantissimi altri piatti simili in queste nazioni con un nome nazionalizzato che rimanda comunque alla Crimea.

I cebureki sono amatissimi in Russia e infatti esistono dei ristoranti specializzati, chiamati ceburecnaja. Vengono commercializzati anche precotti, nei supermercati, a volte come surgelati. Si tratta di un piatto molto gustoso: un fagottino di sfoglia ripiegato a forma triangolare ripieno di carne macinata, cipolle, pepe, sale e prezzemolo. Fritto in una grande quantità di olio di semi e servito caldo; da mangiare rigorosamente con le mani.

4. La pannocchia abbrustolita

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Scommettiamo che questa proprio non ve l'aspettavate: ebbene sì, proprio come sulle Api Car nelle province italiane, anche in Russia lo street food è arricchito dalle pannocchie arrostite. Soprattutto a San Pietroburgo, la tradizione è davvero radicata: si possono trovare cotte col burro sulla griglia o a naturale. Il metodo è esattamente lo stesso della ricetta delle spighe in Italia.

Ma da dove nasce questa tradizione? Anche il mais fu introdotto in Russia dal premier sovietico Nikita Krusciov, che definì la pannocchia "regina dei campi", nella speranza che potesse sfamare l'intero Paese. L'esperimento di Krusciov non ha avuto successo, ma il mais resta un popolare cibo da strada e, molti russi, hanno bei ricordi dell'affondare i denti in un pezzo di pannocchia arrostita o cotta in acqua bollente, coperta di burro e sale.

5. Il sašlyk

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Il sašlyk è il piatto dei pastori del Caucaso e questo ha fatto sì che si propagasse in tutti i Paesi dell'ex Unione Sovietica e nelle nazioni dell'Asia più vicine alla Turchia. Originariamente nato in Georgia, oggi è lo street food per eccellenza in tutta la Russia. Si tratta di grossi pezzi di carne di montone o pecora cotti su lunghi spiedi. La carne viene precedentemente marinata (nella ricetta originale in acqua minerale molto salata, cipolla e foglie di alloro) per 1 o 2 giorni. In Russia questo piatto è così importante che con il termine "sašlyk" è un sinonimo di "spiedino" stesso.

6. I pyshki

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By Igor Zvyaghin, CC BY–SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=53570287

Primo e unico piatto della lista tipico ed esclusivo di San Pietroburgo: le ciambelle pietroburghesi sono fritte e ricoperte di zucchero, molto simili alle graffe napoletane ma più leggere e croccanti. Costano davvero pochissimo, circa 10 centesimi a pezzo, e sono servite in buste di carta come i cartocci di frittura del Sud Italia. Se in Russia chiedete delle "pyshki" non è detto che vi arrivino queste a tavola: durante la visita di Krusciov, infatti, uno dei prodotti che più incuriosì i russi furono i donuts, le ciambelle preferite di Homer Simpson. Le pyshki in Russia possono essere sia le ciambelline pietroburghesi sia le ciambelle americane quindi controllate prima di ordinare.

Il piatto sta vivendo una grande riscoperta in patria grazie a uno di quei grandi chef che sta facendo conoscere la cucina russa al mondo, Igor Grishechkin. Il giovane cuoco del ristorante Kokoko di San Pietroburgo li propone in una elegantissima versione salata che ha conquistato i palati dei concittadini.

7. La vatrushka

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Perfetta a colazione o come dolce snack pomeridiano, la vatrushka è una sorta di brioche farcita con ricotta, latte e marmellata. Tipica di tutta l'Europa Orientale, in Russia si prepara con le mele. Hanno una dimensione di circa 8 – 10 cm di diametro, e non sono particolarmente dolci. Ne esistono anche versioni salate, farcite con cipolle o verdure.

8. La vodka

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Cosa mai si potrebbe bere per strada in Russia? La risposta è scontatissima: la vodka, il distillato che costa meno dell'acqua. Nata nelle gelide lande della Russia o della Polonia (la paternità è tutt’oggi da accertare), è un prodotto "da battaglia", da bere velocemente per scaldarsi. Secondo una leggenda russa, i cavalieri cosacchi durante un attacco si ritrovarono di fronte a un lago che poteva aiutare il nemico a dileguarsi: a questo punto un pòpe (i preti nel cristianesimo ortodosso) che accompagnava il reggimento benedisse l’acqua del lago, trasformandola in vodka, cosicché i cavalieri poterono berla e passare dall’altro lato per agguantare i nemici.

Una buona vodka deve essere quanto più neutra possibile e non deve essere bevuta ghiacciata, ma a una temperatura di circa 7 o 8 °C.

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Quello che i piatti non dicono
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