Si può bere così, con ghiaccio e scorza di arancia o limone, o usare come ingrediente di drink eleganti: il vermut è un vino aromatizzato nato in Piemonte a fine Settecento e diventato un grande classico dell'aperitivo.
Simbolo dell’aperitivo all’italiana, il vermouth (o vermut) è un vino fortificato messo a punto in Piemonte, precisamente a Torino nel 1786 da Antonio Benedetto Carpano. In realtà si tratta di un prodotto che deriva da una tradizione più antica, quella dei vini aromatizzati utilizzati a scopi officinali: si realizza solitamente a partire da vino di uve moscato, alcol, zucchero e una miscela di erbe, spezie, radici, fiori e scorze di agrumi, dove la pianta principale è l’assenzio (Artemisia absinthium L.), da cui prende il nome (in tedesco wermut). La composizione del vermouth in Italia è regolata da un disciplinare, con tanto di specificità per il Vermouth di Torino Ig dal 2017. Oggi in commercio se ne trovano diverse tipologie che differiscono per grado alcolico e tenore zuccherino, così come per colore e gusto: rosso, bianco o rosé, dolce, dry, extra dry e chinato. Il vermut si può bere da solo, con qualche cubetto di ghiaccio e scorza di arancia o di limone, oppure è l’ingrediente per cocktail considerati iconici, come il Negroni o il Dry Martini. Di seguito, abbiamo selezionato proprio 8 drink che lo vedono protagonista, perfetti da fare anche a casa.
Iniziamo da un grande classico: il Negroni si narra nasca a Firenze nei primi del ’900, come variante dell’Americano. Si distingue per il suo gusto intenso e amaro, dato dalla combinazione tra vermouth rosso, gin e bitter (Campari), in parti uguali. Viene servito in tumbler basso con cubetti di ghiaccio e guarnito con l’immancabile fetta d’arancia: la gradazione alcolica alta, aggirandosi tra i 24 e i 28% vol, lo rende un cocktail perfetto per un momento di relax pre-cena.
Versione altrettanto celebre, ma più leggera (il tenore alcolico oscilla tra 15-18%), il Negroni Sbagliato – o semplicemente "Sbagliato” al momento di ordinarlo – vede al posto del gin lo spumante brut o il prosecco. Si tratta di un cocktail più morbido e beverino, che conserva però la nota amara originale. La sua storia è famosa, frutto di un errore al bancone del Bar Basso di Milano nel 1972.
L’Americano può essere considerato come il padre “nobile” del Negroni, ed è uno dei più longevi aperitivi italiani. Gli ingredienti sono vermouth rosso, bitter e soda, che gli conferisce un carattere dissetante e una gradazione alcolica di circa 16%. Si accompagna sempre con ghiaccio e una fettina di arancia e ha un gusto piacevolmente amaro ed elegante.
Che sia per l’aperitivo o un fine pasto “meditativo” della stagione autunnale e invernale, il Boulevardier si rivela il drink ideale, perché sofisticato: ha un gusto complesso e profondo, avvolgente, dove spiccano i sentori caramellati e speziati del vermouth rosso. Inventato a Parigi alla fine degli anni ‘20 è una declinazione del Negroni che ha avuto molto successo negli Stati Uniti durante il proibizionismo, a base di bourbon whiskey (o rye whiskey, di segale): il tasso alcolemico è medio-alto, tra i 20% e i 25%.
Restiamo oltreoceano con un altro cocktail molto popolare, amato per la sua raffinatezza: puoi sceglierlo per l’aperitivo o per il dopocena, servito in un bicchiere a coppa freddo (rigorosamente senza ghiaccio) con una ciliegia al maraschino come guarnizione e una spruzzata di scorza d’arancia per rilasciare nel drink gli oli essenziali. Gli ingredienti del Manhattan sono: whiskey americano (come il rye), il vermouth rosso e qualche goccia di angostura, dalla tipica nota amarognola. La gradazione alcolica può arrivare a 30%.
Passiamo dai cocktail con il vermouth rosso a quelli con la sua variante bianca e secca, che sono altrettanto noti in tutto il mondo. Il primo che ti presentiamo è un vero e proprio evergreen dell’aperitivo con cui non si sbaglia mai: il Dry Martini si prepara unendo nel gin una piccola quantità di vermouth dry, raggiungendo una gradazione di 29,6%. Il sapore è pulito, con sentori erbacei, e l’estetica è subito riconoscibile: si serve liscio senza ghiaccio nella classica coppa, decorato con un’oliva verde o una scorza di limone.
Variazione del precedente, da preparare anche in veste di after dinner, come si può capire dal nome, qui il gin viene sostituito con la vodka, mantenendo il vermouth dry in quantità ridotte. Il risultato è un cocktail dal profilo più neutro e levigato (meno botanico), da servire molto freddo, con una gradazione alcolica sempre di poco inferiore ai 30%: a dare aromaticità ci pensa la scorza di limone che lo completa, oppure puoi scegliere l’oliva verde.
Concludiamo con un drink molto cinematografico: il Vesper Martini compare nelle pagine romanzate di James Bond di Ian Fleming, caratterizzandosi subito come un cocktail deciso e di classe. Come abbiamo imparato dall’agente 007, si agita, non si mescola e si compone di gin, vodka, vermouth dry e una scorza di limone come guarnizione: in origine era il Kina Lillet, un vermouth francese amarognolo aromatizzato al chinino, non più in produzione, rimpiazzato dal Lillet Blanc, dolce, floreale e agrumato. L’insieme regala un gusto secco, ma non piatto, fresco sul finale: la gradazione alcolica pari a 30% vol non è da sottovalutare.