Non pagare al ristorante? Sembra folle, ma in certi casi puoi farlo legalmente. Ecco le circostanze in cui il ristoratore è in torto e ti dà il diritto di non saldare il conto, evitando multe e figuracce.
"Fare il vento" al ristorante, cioè non pagare il conto, sembra una cosa bizzarra e decisamente illegale. In effetti, in Italia chi si rifiuta di pagare rischia il reato di insolvenza fraudolenta, punito dall'articolo 641 del Codice Penale. Eppure, ci sono situazioni in cui, a causa della negligenza del ristoratore, un cliente può avere legittime ragioni per non saldare il conto, senza incorrere in sanzioni.
Con questo articolo non vogliamo certo spingerti a commettere infrazioni o darti consigli su come "svignartela" per non pagare il conto. L'obiettivo è piuttosto quello di elencare una serie di casi in cui un cliente può (legalmente) rifiutarsi di pagare il conto. "Fare il vento" è diventata una locuzione nota anche grazie a un episodio di cronaca dell'agosto 2023, quando un gruppo di ragazzi italiani in vacanza in Albania, dopo aver mangiato in un ristorante di Berat, andò via senza pagare. La vicenda portò all'intervento della premier Giorgia Meloni, che saldò il conto tramite l'ambasciata italiana a Tirana, un gesto che si risolse in una figuraccia e una possibile denuncia. Come vedremo, esistono modi in cui il cliente può avere le proprie ragioni per non pagare.
Andare al ristorante è come stipulare un contratto "atipico": non lo firmi, ma si concretizza quando ti viene consegnato il menu. L'oggetto di questo accordo è la somministrazione di beni e servizi in cambio di denaro. Se questi servizi non sono conformi, il cliente è legittimato a rifiutare di pagare il conto. Un ristoratore deve sempre rendere consultabile un menu con i prezzi ai clienti, anche prima che entrino nel locale. Questo è il vero vincolo del contratto "legale" tra le parti. Se si ordina senza un menu, l'ordinazione diventa contestabile. Lo dice chiaramente la legge, mediante il decreto legislativo del 2000 (attuazione della direttiva europea 98/6/CE), che impone ai ristoratori di esporre un listino prezzi, prevedendo una multa di 308 euro in caso di mancata esposizione. In parole povere: un menu "raccontato" a voce dal cameriere non ha alcuna validità legale.
Se il cibo è di pessima qualità, avariato o non corrispondente a quello ordinato, il cliente ha diritto di rifiutarlo e chiederne la sostituzione. Gli esempi potrebbero essere tanti: gamberi argentini spacciati per quelli di Mazara, tacchino al posto del pollo o prodotti surgelati non specificati. In questi casi, è legittimo rifiutare il pagamento, in quanto la legge impone che "le derrate riportate sul menu devono essere quelle effettivamente consumate". Se questa cosa non viene rispettata, l'esercente rischia il reato di frode in commercio, ragione per cui è tenuto obbligatoriamente a indicare la freschezza dei prodotti, segnalando quelli surgelati o decongelati.
Ti trovi in un ristorante e non hai trovato fuori la locandina dei piatti e dei costi o, peggio ancora, ti sei seduto a tavola e sul menu non sono specificati i prezzi? Anche qui c'è qualcosa che non va. Ogni volta che vai in un ristorante, devi sapere fin da subito quanto spenderai, poiché è un tuo diritto fondamentale. Come ti abbiamo già detto nei paragrafi precedenti, il menu "raccontato" a voce dal cameriere, senza prezzi, non ha alcun valore di "contratto legale" con l'esercente. Il ristoratore ha l'obbligo di indicarti chiaramente anche i costi del coperto e di eventuali modifiche alle portate del menu. Non rispettare queste regole corrisponde a un disservizio per te e conseguenti problemi legali per il locale.
Tra tutti i casi elencati fin qui, questo è chiaramente quello più improbabile. Al giorno d'oggi è quasi impossibile uscire di casa senza contanti, carte di credito o un telefono per eventuali pagamenti, ma è comunque una cosa che, seppur difficile, può capitare. Se, dopo aver cenato, ti accorgi di non avere soldi o che la carta di credito viene rifiutata, la soluzione dipenderà molto dal rapporto di fiducia che si instaura con il ristoratore. Potrebbe chiederti di saldare il conto il giorno successivo, magari lasciando un documento d'identità come garanzia.
Quante volte hai visto nei film che chi non ha soldi per pagare è costretto a lavare i piatti? Ebbene, anche questa ipotesi la facciamo rientrare nella casistica generale del "fare il vento" al ristorante. Una cosa che succede spesso al ristorante JBJ Soul Kitchen a New York, di proprietà del famosissimo cantante americano Bon Jovi, in cui è possibile richiedere preventivamente di lavare tutte le stoviglie utilizzate durante il servizio.