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13 Settembre 2022 14:30

Caro energia: un’impresa ristorativa su 10 a rischio chiusura. Sono quelle più giovani

Un'attività ristorativa su 10 è a rischio chiusura a causa dei rincari di luce e gas. Gli aumenti dei costi dell'energia mettono in ginocchio un intero settore e a Roma, in una settimana, hanno già chiuso 30 locali.

A cura di Alessandro Creta
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Un'impresa ristorativa su 10 è attualmente a rischio chiusura. A causa dei rincari energetici quelle più in bilico sono le più giovani e meno patrimonializzate.

Il caro energia continua ad attanagliare il settore della ristorazione. I locali da mesi ormai lavorano nella morsa degli aumenti di gas e luce, in attesa di un provvedimento da parte del Governo che, dato anche il periodo di incertezza e transizione politica, tarda ad arrivare. Da tempo un importante numero di esercenti, ristoratori e proprietari di bar hanno messo in luce la situazione con la quale si stanno confrontando: i rincari sono più che raddoppiati rispetto allo scorso anno e in tanti hanno dato vita a una protesta simbolica, affiggendo sulle vetrine dei locali le bollette del 2021 e del 2022.

Nel frattempo da una nota diramata da Fipe (Federazione italiana dei Pubblici esercizi) e Confcommercio emerge come il 10% delle attività sia a rischio chiusura proprio per l'esponenziale rincaro energetico. E buona parte di questa percentuale riguarda fisiologicamente i locali di più recente apertura.

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"Senza un intervento immediato della politica per calmierare le bollette di gas ed energia elettrica – si legge nella nota – sono da subito a rischio chiusura almeno il 10% delle imprese della ristorazione. In particolare quelle più giovani e meno patrimonializzate".

In gran parte del Paese "… si stanno moltiplicando le iniziative virtuose degli imprenditori – prosegue il comunicato – decisi a contenere consumi e costi, ma questo non basta". La proposta di Fipe e Confcommercio suggerisce "… un intervento per potenziare il credito di imposta sui consumi di gas ed elettricità portandolo al 50% per coprire almeno in parte gli insostenibili aumenti di oggi".

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Un problema, quello dei rincari energetici, che colpisce ovviamente anche i potenziali clienti. In tanti, secondo un recente sondaggio, per contenere le spese e limitare quelle superflue hanno deciso di rinunciare, nel prossimo futuro, a pranzi o cene al ristorante.

Roma, chiusi 30 ristoranti in una settimana

L'allarme lanciato da Fipe e Confcommercio trova triste conferma nella realtà ristorativa di Roma. Nella Capitale infatti solo nell'ultima settimana hanno chiuso i battenti ben 30 locali. Vittime del caro bollette decine di attività cittadine, costrette a tirare giù la saracinesca per gli insostenibili aumenti energetici degli ultimi mesi. Nei locali ancora aperti, nella maggior parte dei casi, sono stati inevitabilmente ritoccati verso l'alto i prezzi dei piatti in menu. Altri hanno adottato altre strategie, come diminuire i turni lavorativi per contenere i consumi oppure attuare aperture a singhiozzo.

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Quello che i piatti non dicono
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