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15 Maggio 2025 16:27

Carne in laboratorio: secondo un’indagine meno della metà degli italiani la assaggerebbe

Altroconsumo ha realizzato un report sulla carne in laboratorio che potrebbe essere fondamentale per il futuro. Gli italiani intervistati restano scettici sulla questione.

A cura di Enrico Esente
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Lo sappiamo, la carne creata in laboratorio fa storcere un po' il naso a tante persone che, nella maggior parte dei casi, non è favorevole alla vendita o alla sostituzione con quella che mangiamo quasi quotidianamente. È pur vero, però, che per soddisfare il fabbisogno di miliardi di persone, nascono sempre più allevamenti intensivi che di buono non hanno proprio nulla, anzi, stanno devastando il pianeta. Attraverso un report di Altroconsumo in collaborazione con i partner europei di Euroconsumers, ci si è chiesto quale fosse il parere degli italiani sulla carne creata in laboratorio e se effettivamente potessero ritenerla una valida alternativa a quella normale.

Carne in laboratorio, gli italiani cercano sicurezze sul prodotto

Altroconsumo ha inviato ad alcuni utenti (distribuiti per età, genere, livello di istruzione e regione) dei quesiti per conoscere il parere sulla questione della carne coltivata in laboratorio. L'obiettivo era sapere se effettivamente gli italiani assaggerebbero questa carne. La situazione nel nostro Paese appare già ben definita: produrre e mettere in commercio carne coltivata in laboratorio è illegale secondo la legge 172 di dicembre 2023. L'Italia si è proprio schierata come capostipite delle nazioni che ha vietato questa cosa dichiarando, attraverso il ministro Lollobrigida, quanto la carne coltivata potrebbe rappresentare una minaccia per la produzione agricola. Sostanzialmente si è quindi bloccata sul nascere la possibilità di vedere una filiera dal potenziale enorme e quindi di avere sulle nostre tavole hamburger o bistecche create in vitro.

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Con 1001 risposte valide, ciò che emerso dall'indagine è stata tanta curiosità da parte degli utenti con il possibile rapporto tra la carne coltivata e quella tradizionale: quanto si somiglierebbero? Dal sondaggio sono arrivate risposte che mostrano ancora tanta incertezza su quello che potrebbe essere l'alimento del futuro. Il 70% degli intervistati ha dichiarato di essere già a conoscenza della carne coltivata in laboratorio, dato che appare comunque interessante. Il 47% ha ammesso di volerla assaggiare mentre, chi ha risposto "no" (46%) dice di non fidarsi, così come il 50% mostra una certa cautela e preoccupazione. Tutto riguarda la sicurezza e il prezzo della carne coltivata, il 34% sarebbe più aperto a mangiarla e addirittura la includerebbe nella propria dieta se venissero garantiti benefici per la salute, un costo accessibile e caratteristiche organolettiche simili alla carne tradizionale. L'approvazione da parte di enti autorevoli come l'EFSA giocherebbe un ruolo cruciale nell'aumentare la loro disponibilità a provarla. Se venisse messa in commercio proprio il prezzo, secondo molti intervistati, dovrebbe essere uno dei vantaggi: quasi la metà si aspetta un costo inferiore rispetto alla carne convenzionale.

C'è consapevolezza sulla sostenibilità

La metà degli intervistati dal sondaggio di Altroconsumo è consapevole che, con la carne coltivata, ci sarebbe un impatto ambientale inferiore. In effetti gli italiani riconoscono che questa potrebbe essere una grande soluzione per mitigare il cambiamento climatico che, anno dopo anno, peggiora sempre di più. Sono in tanti ad aver risposto di essere informati sulla questione e di credere nei benefici che la carne in vitro possa dare alla salute e all'ambiente.

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In sostanza i vantaggi sono tantissimi e, oltre alla riduzione dell'impatto climatico e dell'inquinamento atmosferico, si utilizzerebbe meno suolo. Inoltre il rischio di trasmissione di malattie zoonotiche (es. salmonellosi, rabbia) sarebbe infinitamente ridotto. Come abbiamo già detto però l'Italia è stato proprio il primo Paese al mondo a vietarne la produzione e la vendita. Nonostante il divieto però, la ricerca e lo sviluppo sulla carne coltivata continuano a livello globale, con l'obiettivo di ridurre i costi di produzione e renderla competitiva con la carne tradizionale.

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