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26 Aprile 2025 11:00

Allevamenti di salmone: la sfida (possibile) per diventare sostenibili

Un alimento che da diversi anni sta spopolando: il salmone. Diventato un cibo di largo consumo, l'allevamento di questo pesce diventa essenziale. Bisognerà raddoppiare o triplicare la produzione riuscendo a rispettare le politiche sostenibili.

A cura di Enrico Esente
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La lunga strada della salmonicoltura per diventare sostenibile: un cammino che sarà possibile solo a determinate condizioni. Negli ultimi anni la richiesta di produzione del salmone è diventata elevatissima. Immaginare oggi di mangiare in un ristorante di sushi, all you can eat o pokè senza questo tipo di pesce è quasi impensabile. Sono lontani i tempi in cui il salmone era considerato un piatto "borghese", con le mitiche pennette con panna che svoltarono gli anni '80.

In sostanza, però, come si fa a soddisfare la richiesta di tutti? La risposta è proprio quella dell'acquacoltura che, negli ultimi anni, secondo il rapporto SOFIA del 2024 della FAO ha superato la pesca in natura per produzione (94,4 milioni di tonnellate contro le 92,3 tonnellate di pesce selvatico).

Grosso impatto industriale

A livello nutrizionale il salmone non si discute: è un'ottima fonte di omega-3, vitamine, sali minerali. Ma siamo sicuri che tutto quello che finisce sulle nostre tavole sia buono da mangiare e soprattutto rispetti i canoni della sostenibilità? Come abbiamo visto, l'acquacoltura per quanto possa rendere le risorse alimentari disponibili per tutti, continua a presentare delle criticità. Secondo l'Onu, in sessant'anni, la popolazione mondiale sfiorerà i dieci miliardi. Di conseguenza saremo due miliardi in più rispetto agli otto attuali e, per questa ragione, il quesito principale che ci facciamo è scontato: la produzione cibo sarà in grado di sostenere la pressione della domanda futura? Di questo passo, il rischio di una crisi alimentare che colpisca tutto il globo è inevitabile.

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L'acquacoltura è una pratica millenaria: nasce 4000 anni fa in Cina e poi si diffonde nel resto del mondo fino a diventare un vero e proprio business a livello globale. La sicurezza alimentare del pesce coltivato deve essere la prima cosa quando mangiamo pesce di allevamento. In sostanza questo tipo di produzione deve obbligatoriamente diventare sostenibile e dare così un contributo al fabbisogno di prodotti ittici.

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Nel 2021 fu di particolare clamore un'inchiesta che venne fatta su una filiera di un allevamento di salmone in Scozia. Attraverso alcuni filmati si poteva vedere l'ambiente malsano in cui veniva allevata la specie Atalantica salmo salar, ossia quella più commercializzata. Qui le immagini erano raccapriccianti e mostravano ambienti di acque luride, piene di alghe ed escrementi e pesci che nuotavano praticamente in uno spazio piccolissimo. Una proliferazione di parassiti e malattie tale da innalzare i tassi di mortalità dei salmoni che non fanno in tempo nemmeno a essere messi sul mercato.

Verso una salmonicultura sostenibile?

L'industria dell'allevamento intensivo dei salmoni solleva importanti questioni ambientali ed è per questo che sta attraversando un periodo di diverse iniziative e approcci. In primo luogo si sta cercando di regolamentare la densità dei pesci negli allevamenti in modo che vengano ridotti stress e malattie. Si sta lavorando a un ricerca per trovare un tipo di mangime più sostenibile riducendo la dipendenza di farina e olio: alghe o microalghe potrebbero essere una soluzione. Bisognerebbe inoltre ridurre l'inquinamento attraverso ottimi sistemi di depurazione delle acque reflue e sfruttare al massimo le innovazioni tecnologiche come quelle per il monitoraggio delle condizioni ambientali e della salute dei pesci: così facendo è più possibile una gestione efficiente degli allevamenti.

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Ma, in termini di benessere animale e di impatto ambientale, qual è il costo dell'industria? Abbiamo visto come la salmonicultura stia negli ultimi anni avendo un peso economico a livello globale tanto di fornire sempre più posti di lavoro e riuscire a soddisfare l'ingente domanda che aumenta sempre di più. La sfida dell'industria deve essere quindi quella di evolvere verso pratiche realmente sostenibili per ridurre al minimo gli impatti negativi per una produzione di salmone più responsabile in futuro.

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