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16 Novembre 2022 15:00

Acqua fredda, zucchero e cucchiaino bucato: perché l’assenzio si beve (solo) così?

Qual è il modo originale di bere l'assenzio? Come invece non andrebbe consumato e perché si è diffusa una moda del tutto infondata? Tutto ciò che serve è zucchero, acqua fredda e un cucchiaino forato per consumarlo come gli artisti maledetti del 1800.

A cura di Alessandro Creta
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Abbiamo recentemente parlato di come l'assenzio sia, probabilmente, il drink più mistico, misterioso ma allo stesso tempo affascinante del mondo. Il suo controverso passato contribuisce ad accrescere il suo alone di bevanda maledetta, molto gradita nella seconda metà dell'Ottocento specialmente nella Parigi degli artisti maledetti (per l'appunto) e nelle atmosfere bohèmienne. Tanti pittori ne facevano uso, molti lo hanno anche raffigurato nelle loro opere, Oscar Wilde addirittura in un suo scritto ha parlato così degli effetti del bere l'assenzio. “Dopo il primo bicchiere, vedi le cose come vorresti che fossero. Dopo il secondo, le vedi per quello che non sono. Infine, le vedi per quello che sono realmente, ed è la cosa più orribile del mondo" le parole dell'autore britannico, anch'esso assiduo consumatore della bevanda chiamata fata verde.

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Aspetto che contribuisce ancor di più ad accrescere l'alone mistico e allo stesso tempo affascinante dell'absinthe è la modalità in cui il drink veniva bevuto, facilmente replicabile ancora oggi. Per immergersi nella Parigi di fine 1800, per sentirsi un po' come quegli artisti che volentieri si abbandonavano ai fumi del distillato verde e maledetto, il modo per berlo presuppone l'utilizzo di un po' di zucchero, acqua fredda e un particolare cucchiaino bucato.

Come si beve l'assenzio?

L'assenzio può essere consumato anche in miscelazione ma per provare l'autentica esperienza bohémienne c'è solo un modo per berlo. Un modo non di certo banale, identificato come ‘alla parigina'. Tutto quello che serve, oltre ovviamente al prodotto derivato dall'Artemisia absinthium, è una zolletta di zucchero (a quantità discrezionale), un cucchiaino forato e dell'acqua fredda. In questo modo infatti si riescono a sprigionare i profumi, i sentori e gli aromi autentici del distillato. Nello specifico lo zucchero viene posto sul cucchiaino messo sul bordo del bicchiere con l'assenzio, poi si versa lentamente l'acqua fredda che scioglie lo zucchero finendo per mescolarsi all'alcol. In questo modo, come si legge anche sul sito di assenzioitalia, si forma il cosiddetto louche; vale a dire l'intorbidimento per il quale l'assenzio diventa lattiginoso man mano che si miscela l'acqua. Così facendo si mettono in risalto le note botaniche e dolci (difficilmente percepibili in purezza), smorzando così l'altissima gradazione dell'alcolico, ora più semplicemente consumabile.

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"La quantità di acqua da aggiungere è soggettiva, generalmente sono consigliate da 3 a 5 parti per parte di assenzio – fa sapere assenzioitalia – anche se bisogna come minimo permettere al distillato di completare il louche, perché in caso contrario è possibile che non tutti gli aromi siano poi apprezzabili nella degustazione. Una volta che l'assenzio ha completato il louche si può aggiungere acqua secondo il gusto personale".

L'assenzio non si beve con il fuoco

Se quello appena illustrato è il modo originale in cui l'assenzio veniva bevuto in passato, prima di essere considerato illegale, c'è una modalità ben più recente ma che con la cultura di questo drink non ha niente a che vedere. All'inizio degli anni novanta del secolo scorso la bevanda verde venne nuovamente sdoganata dopo decenni di proibizionismo e, soprattutto nell'Europa dell'est, idearono un modo spettacolare, scenico, ma fine a sé stesso di proporre l'assenzio, specialmente quello di bassa qualità.

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In tanti forse assoceranno il distillato al fuoco, ma l'abitudine di incendiare direttamente l'alcol oppure la zolletta posta sul cucchiaino e impregnata di absinthe non ha niente a che vedere con la tradizione storica del drink. In questo modo, tra l'altro, si va anche a rovinare il sapore della bevanda, annullando i suoi aromi e sapori. Questo lo si fa, per l'appunto, per mascherare prodotti di bassa qualità, che nulla hanno a che vedere con l'assenzio originale, profumato e botanico. Tra le testimonianze del passato non ne esiste nessuna che preveda il fuoco quindi sì: l'assenzio flambé è solamente una trovata scenica figlia dei tempi contemporanei e di poca consapevolezza storica.

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A cura di
Alessandro Creta
Laureato in Scienze della Comunicazione prima, Pubblicità e Marketing poi. Giornalista gastronomico per professione e mangiatore seriale per passione, mi piace navigare tra le pieghe del cibo, perché il food non è solamente cucina, ristoranti e chef. Appassionato di olio evo ma anche di viaggi, sono particolarmente incuriosito da cibi strani e sconosciuti. Mi fate felice con un Verdicchio. Mi trovate su Instagram: @cretalex
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