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10 Gennaio 2025
16:00

Acqua al ristorante: perché non può essere servita nella caraffa

L'acqua al ristorante deve essere servita nella sua bottiglia originale, chiusa e con l'etichetta che riporta tutte le informazioni obbligatorie. Ci sono però delle eccezioni: ecco cosa dice la legge italiana.

A cura di Francesca Fiore
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Quando sediamo a tavola al ristorante, l'acqua è spesso la nostra prima scelta. Ma cosa sappiamo davvero sull'acqua che beviamo fuori casa? In Italia, la normativa è molto precisa sulla modalità di servizio dell'acqua minerale naturale nei ristoranti. Ecco quali sono le regole e perché è importante sapere che l'acqua al ristorante non può essere assolutamente servita in caraffa per legge, ma solo in bottiglia chiusa.

Acqua al ristorante: perché solo in bottiglia chiusa

La normativa italiana prevede che l'acqua minerale naturale, sia essa liscia o gassata, debba essere venduta nella sua bottiglia originale, chiusa e con l'etichetta che riporta tutte le informazioni obbligatorie. Questo vale sia per i ristoranti sia per gli altri esercizi pubblici. Perché questa regola? In primis per tutelare il consumatore: in questo modo si garantisce al cliente la tracciabilità dell'acqua, la conoscenza della sua provenienza e delle sue caratteristiche. Inoltre, questo evita che acque di diversa qualità possano essere mischiate o spacciate per altre.

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Per quanto riguarda il servizio relativo all’acqua in caraffa al ristorante, la normativa vigente prevede al comma 5 dell’art. 13 del D. Lgs. 181/2003, che  “Le acque idonee al consumo umano non preconfezionate, somministrate nelle collettività e in altri esercizi pubblici, devono riportare, ove trattate, la specifica denominazione di vendita ‘acqua potabile trattata o acqua potabile trattata e gassata’ se è stata addizionata di anidride carbonica”.

Per legge, dunque, nei ristoranti italiani è obbligatorio servire l'acqua minerale naturale nella sua bottiglia originale. Cosa si può servire al ristorante oltre all'acqua in bottiglia?

  • Acqua del rubinetto: niente vieta ai ristoranti di servire acqua del rubinetto, a patto che sia potabile e che venga comunicato chiaramente al cliente come già spiegato. Tuttavia, in Italia non è una pratica molto diffusa.
  • Acqua filtrata: alcuni ristoranti offrono acqua filtrata, ma anche in questo caso è necessario informare il cliente sulla sua provenienza e sulle eventuali trattamenti a cui è stata sottoposta.

L’acqua minerale nel nostro Paese è sottoposta a una normativa rigorosa sia rispetto alla sua origine, al riconoscimento e al controllo, ma anche alle informazioni relative alla sua somministrazione, per la tutela della salute e dei diritti dei consumatori. Si tratta dunque di acque perfettamente sicure dal punto di vista del consumo umano, regolarmente controllate e garantite.

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A cura di
Francesca Fiore
Giornalista gastronomica e coordinatrice editoriale di Cookist, sono da sempre appassionata di tradizioni locali, prodotti tipici e itinerari culinari. Dopo varie collaborazioni sul turismo gastronomico, nel 2015 ho seguito il master del Gambero Rosso in giornalismo gastronomico alla Città del Gusto di Roma, per approfondire la mia passione per il cibo. Ho lavorato poi in diverse redazioni (Gambero Rosso, Marcopolo, La gola in viaggio, Melarossa), dirigendo anche un magazine cartaceo dedicato al gastroturismo. Nel corso degli anni ho approfondito diversi tematiche, seguendo un corso di degustazione dei formaggi e dei prodotti caseari (Onaf Roma), un di degustazione dell'olio extravergine di oliva (Gambero Rosso, vari produttori) e un corso base di degustazione del caffè (Faro Roma). Ho inoltre studiando temi per me cruciali, come la produzione sostenibile di cibo, l'impatto ambientale della produzione alimentare, la consapevolezza delle scelte di acquisto. Cresciuta tra i paesaggi autentici dei Nebrodi, territorio che fa della gastronomia un patrimonio culturale fondamentale, ho sviluppato un forte interesse per le contaminazioni culinarie e per le storie personali che si intrecciano al cibo. Oltre al lavoro quotidiano, porto avanti attività di studio e ricerca nel campo della gastronomia e della storia culinaria italiana, passioni che arricchiscono costantemente il mio approccio editoriale.
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