
È da un po' di tempo che la città di Torino ci ha abituato a "colazioni particolari" con croissant sferici, cubici e piramidali. Stavolta però ci siamo superati grazie a una nuova e geniale trovata di una piccola pasticceria della città. Da qualche settimana, chi visita il Capoluogo piemontese, non potrà solo guardare e visitare la famosa Mole Antonelliana, simbolo della città, ma potrà anche "mangiarla". Ebbene sì, sono passati pochissimi giorni da quando la pasticceria viennoiserie TaRì al n. 29 di Via Mazzini, ha deciso di sorprendere tutti mettendo in commercio La Mole Croissant. Stiamo parlando di una "scultura gourmet" alta 23 centimetri, ripiena di crema al bicerin (cioccolato, caffè e panna) che omaggia il simbolo dalla città, trasformandolo in una meraviglia di burro, farina e tecnica sopraffina. L'idea nasce dalla fantasia e dall'estro dei proprietari Maria Tamburrano e Giacinto Rignanese che hanno deciso di mettere in proprio una pasticceria dal concept "ibrido".
La Mole Croissant: quando Torino si fa dolce
L'intuizione è stata semplice e sorprendente allo stesso tempo: la Mole Antonelliana non solo da vedere, ma anche da mangiare. "Ci piaceva l'idea di omaggiare la città di Torino – ci racconta Maria Tamburrano – volevamo creare qualcosa di esclusivo, un prodotto che non fosse replicabile altrove". La proprietaria ha spiegato che, arrivare al risultato finale, non è stato affatto semplice. "Il percorso è durato oltre 7 mesi – puntualizza – la difficoltà più grande è stata nel trovare uno stampo capace di riprodurre fedelmente la forma della Mole, senza però dover rinunciare alla qualità della cottura. Prima abbiamo iniziato con gli stampi in silicone, ma la cottura non veniva in modo uniforme. Poi siamo arrivati a un'azienda che produce stampi per scarpe e, con la collaborazione di una seconda fabbrica, che ha rivestito lo stampo con una copertura alimentare adeguata, il nostro progetto è diventato realtà".

La produzione è limitatissima con pochi pezzi disponibili sono in alcuni giorni, il risultato di questo prodotto è incredibilmente sorprendente: un dolce scenografico e forse tra i più "instagrammabili" d'Italia, perfetto da condividere e pensato per essere staccato e gustato a più mani. "È un prodotto alto 23 cm – spiega Maria – non c'è un modo particolare per mangiarlo. Noi consigliamo di tagliare prima via la punta e poi dividerlo in due per esaltare la composizione interna e la crema al bicerin. Sostanzialmente è un prodotto unico ma è come se fossero due croissant in uno, per questo spieghiamo che andrebbe bene anche per due persone". La pasticciera e proprietaria di TaRì ha rivelato che, dopo piccoli espedienti social, le richieste per questo "cornetto speciale" erano già arrivate anche prima della messa in commercio ufficiale. Da quel momento la Mole Croissant è diventato un piccolo fenomeno cittadino, capace di unire tradizione, modernità, estetica e gusto.
TaRì: una pasticceria ibrida tra bakery americana e viennoiserie con un sogno tutto italiano
I proprietari del locale torinese non amano etichette, come ci hanno raccontato. "Non ci piace definirci propriamente pasticceria – spiega – ci piace pensare di essere un ponte tra questa e una bakery. Amo la tecnica americana, ma la trovo troppo dolce; per questo cerco sempre di reinterpretare le ricette in chiave italiana".
L‘impasto della Mole Croissant racconta proprio questo equilibrio infatti: a metà tra il croissant francese e il cornetto italiano, profumato d'uovo e arricchito da un'elevata percentuale di burro transalpino. Fragrante ma al tempo stesso armonico, come la città che lo ha ispirato. Arrivato fin qui, vorrai sapere quanto costa questo prodotto. Una Mole Croissant costa 15 euro, una cifra che sembra molto alta ma, come ha raccontato Maria Tamburrano, racchiude un food cost elevatissimo e tirature super limitate.
"Il nostro sogno nel cassetto? Una collaborazione con altre pasticcerie italiane in cui iniziamo una collezione di dolci ispirati agli iconici monumenti d'Italia – confessa la proprietaria – dal Colosseo alla Torre di Pisa, dal Duomo di Milano a nuove icone tutte da scoprire. Ogni città del nostro Paese avrebbe il suo simbolo commestibile, sarebbe bellissimo collaborare anche con altri maestri pasticceri".