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L'anno d'oro dell'Italia continua anche nel mondo dei bar e questa volta (per una volta) va a braccetto con l'Inghilterra: il miglior bar al mondo per la World's 50 Best è il Connaught, locale di Londra che si conferma al primo posto della speciale classifica. A guidare questa corazzata c'è una squadra tutta italiana però: Ago Perrone in primis, comasco classe 1978, "il Massimo Bottura della mixology", insieme a Giorgio Bargiani e Maura Milia. Un locale britannico ma con testa, braccia e cuore italiani, che fa entrare Perrone nella storia: è il secondo mixologyst a diventare "campione del mondo" per due volte, prima di lui solo Alex Katrena ci era riuscito. Il lombardo è anche il primo a riuscirci per due edizioni consecutive.
Sul podio c'è un'altra combo, questa volta tra Italia e Spagna al terzo posto: il Paradiso di Barcellona è guidato infatti da Giacomo Giannotti, carrarese doc, che fa un grande balzo in avanti perché nella scorsa edizione era al 19 esimo posto.
Il primo degli italiani è il Drink Kong a Roma, una perla gestita da Patrick Pistolesi, seguito dal 1930 di Milano, uno speakeasy di cui non si conosce neanche l'indirizzo.
Com'è andata la 50 Best Bar 2021 per l'Italia
A differenza degli altri anni, dove qualcosa da recriminare c'è stata, l'edizione 2021 della 50 Best per i locali italiani è da incorniciare: oltre a Drink Kong e 1930, tra i primi cinquanta, c'è anche Camparino in Galleria, il tempio del bitter più famoso d'Italia, che si piazza al 27esimo posto. Ben tre locali in lista come mai prima d'ora e come le grandi nazioni della mixology occidentale: più di noi ci sono solo gli Stati Uniti con quattro indirizzi; il Regno Unito ne ha tre come noi, la Francia uno solo, addirittura a secco la Germania.

La lista di quest'anno ha infatti preso atto del grande passo in avanti del mondo dei cocktail bar italiani e dello spostamento del baricentro mondiale verso l'Asia: ben sei bar si trovano nella sola città di Singapore, tre a testa a Shanghai e Hong Kong. C'era da aspettarsi questo cambio di direzione e così è stato. Scorrendo i nomi dei primi 100 si può notare anche un'altra piccola rivoluzione rispetto alle edizioni passate: agli albori di questa guida c'è stata grande attenzione a bar di piccole dimensioni, il cui focus è concentrato sulla mixology, sulla sperimentazione, sull'esclusività del prodotto. Quest'anno invece sono stati premiati i grandi gruppi imprenditoriali, con locali di grandi dimensioni, in grado di coniugare una gran mole di lavoro mantenendo inalterata la qualità.
A proposito di Top 100, anche qui l'Italia brilla: tra la posizione 51 e la 85 troviamo ben quattro indirizzi, ovvero il Locale a Firenze, il The Court a Roma (64 esimo), l'Antiquario a Napoli (82 esimo) e il Cera & Bruno Vanzan a Milano.