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5 Maggio 2023 17:36

1000€ per un full time al bar. “Non sono una serva”: la denuncia di Sara diventa virale

Una ragazza della provincia di Roma ha denunciato, via social, l'offerta di lavoro di un locale della zona. Offerto un finto part time, in realtà un full, a mille euro al mese.

A cura di Alessandro Creta
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1000 euro al mese per lavorare in un locale (definito bar, pasticceria e forno) in una zona balneare in provincia di Roma. Un contratto presentato come part time ma tale solo sulla carta, a tempo pieno per le ore effettive. Una protesta capace di diventare virale in poche ore. È quanto accaduto negli ultimi giorni dopo la denuncia socia di una trentenne, Sara, scioccata e inorridita per quanto proposto dal titolare del locale.

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"I giovani non hanno voglia di lavorare"; è un mantra che soprattutto dopo l'emergenza Covid, e la riorganizzazione di buona parte del settore ristorativo, si sente dire spesso. È diventato quasi un ritornello che, saltuariamente, torna di moda perché un imprenditore più o meno importante ha rilasciato un'intervista in cui dichiara di non riuscire a trovare personale. Non molti mesi fa è intervenuto nella questione anche Alessandro Borghese, sostenendo come parte della sua gavetta sia stata anche non retribuita (più facile, comunque, quando hai alle spalle un'importante famiglia). A chi ormai professa il credo del "i giovani non hanno voglia di lavorare" sottoponiamo però la vicenda di Sara, trentenne romana che pochi giorni fa sui social ha denunciato una situazione in cui si è ritrovata. La ragazza, come testimoniato sul web, condividendo la sua esperienza ha raccontato come un bar di una zona balneare in provincia di Roma le abbia offerto un lavoro che non ha esitato a rifiutare. Il motivo? Non perché non avesse voglia di lavorare, come direbbe qualcuno, ma per la miseria di 1000 euro al mese per un full time spacciato sulla carta per un part time.

"1000 euro al mese per un full time. Basta fare la serva"

In breve tempo la denuncia di Sara è diventata virale, finendo anche su non poche testate di informazione. L'ennesimo caso di sfruttamento lavorativo arriva da Cerenova, località balneare romana. La richiesta e l'offerta da parte del datore? Sette ore e mezza di impiego al giorno in un bar, un giorno libero a settimana, festivi e domeniche inclusi e straordinari non pagati. Lo stipendio proposto mille euro al mese, con un finto contratto part-time. "Non è lavoro, è sfruttamento – ha tuonato Sara nel suo sfogo – non vi faccio da serva", spiegando di aver rispedito al mittente la ‘generosa' offerta, nonostante avesse bisogno di lavorare. Ma di farlo, e sembra strano doverlo specificare, con i legittimi diritti e un'adeguata retribuzione. Il post-denuncia in questione in pochi giorni (è stato pubblicato lo scorso 28 aprile) ha collezionato oltre 900 condivisioni e altrettanti commenti, per la maggior parte di sostegno. "Iniziate a pagare i dipendenti come si deve e vedrete che fila fuori i vostri locali", la chiusura del post di sfogo.

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Il post denuncia pubblicato su Facebook

L'accusa di Sara, arrivata a pochi giorni dalla Festa dei Lavoratori, ha trovato l'appoggio e il sostegno dei sindacati. "Una proposta indegna" ha dichiarato il segretario della Cgil Roma e Lazio Natale Di Cola. "In questi giorni, purtroppo, c’è anche chi la deride e la offende per aver detto no allo sfruttamento e al lavoro nero – ha scritto – a Sara diciamo che non è sola, è una di noi, le faremo quadrato attorno".

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Quello che i piatti non dicono
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