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22 Giugno 2020 13:00

Giornata internazionale del vino rosato: 5 curiosità che (forse) non conoscete sul rosé

Oggi è la Giornata internazionale del vino rosato: una tipologia spesso sottovalutata in Italia ma che conquista proseliti giorno dopo giorno soprattutto all'estero. Abbiamo trovato 5 curiosità sul vino rosé nell'International Rosé Wine Day, dalla leggenda sulla sua nascita all'ossessione dei francesi per questa tipologia.

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Oggi è l'International Rosé Wine Day, la giornata internazionale del vino rosato. Questa tipologia di vino ha un mercato sempre più ampio di appassionati, soprattutto negli Stati Uniti, grazie alla versatilità con cui si può accompagnare ai piatti. In Italia la nicchia di clienti che preferisce il rosé è ancora molto piccola: i pregiudizi verso questo vino sono fortissimi nel Bel Paese e questo penalizza la produzione e la varietà perché non si vende come altrove.

I pregiudizi verso il rosato si devono però superare: oggi ci sono meravigliosi vini rosé che nulla hanno da invidiare a bianchi e rossi. In quest'ottica nasce la giornata dedicata al vino rosato.

Le 5 curiosità che (forse) non conosci sul rosé

Ci sono tanti falsi miti sul fino rosato e tante storie che raccontano la nascita di questa tipologia. Su tutte abbiamo trovato 5 curiosità che raccontano questo vino così particolare.

1. Il vino rosato nasce a causa di un furto e di un prete

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Secondo la leggenda più accreditata sulla nascita del rosato questo vino sarebbe nato sul Lago di Garda a causa di un prete scansafatiche. Pare che in un piccolissimo villaggio di campagna vivesse questo sacerdote che tirava avanti solo con la carità dei compaesani. Troppo pigro per coltivare l'orto, era continuamente in difficoltà soprattutto per il vino che non poteva mancare in chiesa. Dopo un po' di anni però, i fedeli si stancarono di questa situazione e tagliarono i viveri al prete che, per tutta risposta, trovò modi alternativi per l'approvvigionamento: il furto.

Durante la vendemmia avrebbe fatto un buco ad un tino per far scorrere un vino rimasto troppo poco a contatto con le bucce e che non aveva ancora iniziato la fermentazione. Per questo motivo il vino del prete uscì rosa e dal sapore tanto particolare.

2. Il vino rosato non è per forza rosa

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Questa può essere difficile da credere, soprattutto per gli uomini stando agli studi di Israel Abramov, che ha dimostrato la ridotta capacità dei maschietti nel percepire le tonalità di colori. Ebbene sì, non tutto il vino rosé è rosa. La variazione va dal rosa chiaro, come un petalo ad una tonalità più intensa che sfiora il rosso. Tutto ciò dipende da vari fattori: in primis il tempo di macerazione, come ci ha dimostrato la leggenda sul prete ladrone, influisce anche il vitigno e l'invecchiamento.

3. I francesi sono ossessionati dal rosé

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Sebbene oggi il mercato più in espansione sia quello americano, come dimostrano l'interesse da parte di Dolce & Gabbana e la nuova classificazione del Prosecco DOC, il popolo che beve più rosato è quello francese. I nostri cugini d'oltralpe consumano circa il 40% del vino rosato globale. Dopo di loro ci sono gli americani (in rapida ascesa) e i tedeschi. Questo vino è tenuto così in considerazione dalla Francia che a Natale il vino classico da mettere in tavola è proprio quello rosa.

I francesi sono anche i primi produttori di rosé al mondo ma bevono così tanto rosato da dover importare il vino per soddisfare la richiesta interna. In questo modo i francesi conquistano la medaglia di maggiori produttori, consumatori e anche di maggiori importatori di vino rosé del pianeta.

4. Il rosato non è un rosso mancato

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Stando a quanto scrive l'Ais, l'Associazione Italiana Sommelier:  "Il rosato è vino, vino vero! Le sue gradazioni cromatiche sono moltissime, più del rosso e del bianco. Al rosato non manca niente, nemmeno il potenziale di affinamento, perché un carattere sfumatamente ossidativo abbinato con una vibrante acidità gli fa recuperare un tono sapido/minerale che lo eleva nella sostanza gusto-olfattiva".

5. Il vino rosato non si beve ghiacciato

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Specifichiamo meglio la cosa: nessun vino si beve ghiacciato. La temperatura bassa anestetizza il gusto: anche un vino molto brutto può essere piacevole se gelido. In linea generale bisogna vedere l'indicazione in etichetta, fortunatamente molti vini suggeriscono la temperatura di servizio. Se non lo fanno teniamoci attorno ai 10°-12°C, in modo che possa esprimere tutti i propri aromi e dare sensazioni morbide e rotonde in bocca.

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A cura di
Leonardo Ciccarelli
Nato giornalista sportivo, diventato giornalista gastronomico. Mi occupo in particolare di pizza e cocktail. Il mio obiettivo è causare attacchi inconsulti di fame.
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