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11 Agosto 2022 17:00

Vendemmia anticipata in tutto il Paese: ecco perché questo dato dovrebbe preoccuparci

Siccità, calore e inflazione costringono gli enologi ad anticipare la vendemmia: l'annata potrebbe essere di grande qualità ma dovremmo preoccuparci ugualmente perché la decisione è presa a causa del cambiamento climatico. Vediamo nel dettaglio che sta succedendo.

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Siccità e inflazione stanno mandando nel panico il mondo del vino italiano, ma cosa sta succedendo di preciso? Quest'anno (cosa che non succedeva dal 2003) per la prima volta le vendemmie nel nostro Paese saranno anticipate di qualche giorno. Può sembrare una cosa di poco conto, in fondo cosa cambierà una vendemmia fatta dieci giorni prima o dopo, ma in realtà non è così.

La precocità dell'operazione è un altro degli effetti del cambiamento climatico, in aggiunta alla siccità e alla paura di piogge torrenziali che rovinerebbero il raccolto. In questo che sembra uno scenario tragico (e lo è dal punto di vista ambientale) c'è comunque un aspetto positivo: l'ultima volta che abbiamo avuto una vendemmia così precoce l'annata è stata leggendaria per l'enologia italiana.

Un raccolto più povero ma di qualità superiore

L'esperienza passata quasi 20 anni fa ha permesso agli enologi di prevedere le soluzioni da attuare in questa torrida estate. Stando alle previsioni dovremmo avere un'annata davvero eccezionale malgrado il calo del 10% della produzione che possiamo convertire in circa 450.000 litri di vino in meno. Per Confagricoltura le zone colpite dalle grandinate saranno quelle a pagare il prezzo maggiore ma per la qualità ci sono grandi aspettative, "mai come quest'anno". Anche per Coldiretti ci sono buone possibilità di una super annata anche se "l'andamento della raccolta sarà influenzato molto dal resto del mese di agosto e da quello di settembre per confermare le previsioni anche sul piano quantitativo. Nonostante il calo a livello nazionale, l'Italia è il primo produttore mondiale di vino, mentre per il secondo posto si prospetta una sfida tra Francia e Spagna, Paesi che hanno subìto entrambi i danni causati dalla siccità e dagli incendi".

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I vigneti che risentiranno maggiormente dell'anticipazione della vendemmia sono le uve da spumanti come Pinot e Chardonnay, raccolte già ad agosto, poi la Glera a settembre e inizio ottobre, per finire con Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo, Aglianico e Nerello.

La paura di Confragricoltura sta nel volume di vendita del vino: è vero che la qualità è alta ma la situazione economica europea è tutt'altro che favorevole; è quindi "ragionevole immaginare nel medio periodo un rallentamento del mercato del vino con minori scambi in volume e valore più contenuto. I consumatori potrebbero cominciare a evitare i beni che non sono di prima necessità".

In questo scenario entra forte in tackle l'inflazione perché l'aumento dei costi di produzione si fa sentire in tutte le aree del Paese: le bottiglie costano 30% in più rispetto allo scorso anno, i tappi vanno dal 20% per il sughero al 40% per gli altri materiali, le etichette sono aumentate del 35% e gli imballaggi del 45% per non parlare del trasporto su gomma aumentato del 25% e dei macchinari introvabili a causa della penuria di microchip in tutte le industrie. L'aumento di spesa per il comparto si aggira attorno al miliardo di euro, soldi che non tutti sono convinti di poter ritrovare sul mercato vista la situazione economica dei cittadini comuni.

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