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10 Settembre 2025 12:47

Un pomodoro nato 30 anni fa è tornato per salvare quelli di oggi 

Una nuova ricerca pubblicata sul Plant Biotechnology Journal ha dimostrato come un pomodoro, nato anni fa, possiede un particolare tipo di gene che può mettere in salvo le coltivazioni di pomodori in molti Paesi.

A cura di Arianna Ramaglia
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Prova a immaginare un nuovo film in cui il protagonista è un pomodoro che torna dopo anni e anni di isolamento per cercare di salvare tutta la sua specie: di sicuro non diventerebbe un capolavoro (o magari sì), ma è più o meno quello che è realmente successo. Infatti, un pomodoro nato circa tre decenni fa è riapparso per cercare di mettere in salvo quelli di oggi da un destino orribile: come? Con un particolare tipo di gene capace di resistere a un virus che sta distruggendo tutti i pomodori di diversi Paesi.

Il gene che può salvare i raccolti

La trama sarebbe più o meno questa: un pomodoro nato trent'anni fa e chiamato tomatoNN, dopo essere stato per troppi anni nell'ombra, è finalmente tornato per vivere il suo momento di riscatto. E, incredibile ma vero, non c'è bisogno di troppo sforzo per immaginarlo perché, secondo una ricerca pubblicata sul Plant Biotechnology Journal, esiste davvero un particolare frutto, sviluppato negli anni '90, che possiede la capacità speciale di salvare il futuro di migliaia di pomodori.

I risultati dello studio infatti dimostrano che un gene al proprio interno, chiamato gene N, isolato dalla pianta Nicotiana glutinosaha, ha un'altissima capacità di resistenza al ToBRFV, ossia il "tomato brown rugose fruit virus", che sta diventando una vera e propria piaga per gli agricoltori. Questo virus infatti attacca foglie e frutti, aggirando le difese naturali che per decenni hanno protetto le piante. Ad aggravare maggiormente la situazione è la sua facilità di trasmissione: bastano infatti dei semi infetti, ma anche strumenti agricoli che non sono stati adeguatamente disinfettati o, addirittura, mani e vestiti contaminati.

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I limiti della ricerca

Lo studio è stato condotto dalla patologa Kai Ling che ha riportato in vita un pomodoro nato in un laboratorio californiano tre decenni fa. La sua particolarità, come abbiamo detto, è quella di resistere al virus ToBRFV: le piante modificate con il gene N hanno mostrato una resistenza totale al virus, che non riusciva più a insediarsi e a distruggere i pomodori.

Però, come sempre, non è tutto oro quel che luccica: i risultati infatti hanno messo in luce un limite che ha a che fare con la temperatura dell'ambiente: i test condotti hanno dimostrato che a 22 gradi la protezione è altissima, ma quando la temperatura sale intorno ai 30 gradi, il gene perde la sua efficacia e le piante tornano a essere vulnerabili. Un limite da non sottovalutare soprattutto considerando i territori, mediterranei e subtropicali, in cui vengono coltivati i pomodori. Ma anche a questo c'è una soluzione: basterà infatti far crescere i pomodori in ambienti controllati, come le serre, in modo da mantenere le condizioni ambientali ideali e limitare la diffusione del virus.

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