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15 Marzo 2024 13:00

Tutto sul teflon in cucina: come viene impiegato e quanto è sicuro?

Si sente spesso il riferimento al teflon quando si parla di cucina, in particolare di padelle antiaderenti, ma cosa è di preciso? Può essere usato in modo sicuro? Tutto quello che c’è da sapere sul materiale e sul suo impiego in ambito alimentare.

A cura di Martina De Angelis
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Le padelle antiaderenti sono diventate ormai parte integranti degli strumenti da avere nella propria cucina: siamo sicuri che anche tu ne hai più di una. Di qualsiasi tipo siano sono un'invenzione utilissima, che ti permette infatti di cucinare gli alimenti evitando che si attacchino al fondo (anche se, in alcuni casi, potrebbe accadere lo stesso). Ti sei mai chiesto come sia possibile? Il responsabile di questo è il teflon, ovvero un particolare materiale inventato agli inizi del Novecento. Pur essendosi ampiamente diffuso in ambito alimentare, questo prodotto è stato al centro una grande diffidenza.

All’inizio, infatti, il PTFE (il nome più tecnico del teflon) conteneva un particolare acido di nome perfluoroottanoico (PFOA) che veniva usato nei processi di preparazione dei tegami antiaderenti, classificato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro in classe 2B, ovvero come possibilmente cancerogeno per l’uomo.

Ma quindi le padelle e le pentole antiaderenti in teflon sono pericolose? No, perché oggi la regolamentazione della produzione è molto più attenta e perché esistono anche delle piccole accortezze da seguire per ridurre ancora di più il rischio, come spiegato dalle linee guida dell’AIRC.

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Cos'è il teflon e come si usa in ambito culinario

Il teflon è un materiale scoperto nel 1938 dal chimico americano Roy Plunkett quando lavorava presso l’azienda DuPont. Secondo il suo stesso racconto la scoperta di quello che tecnicamente si chiama politetrafluoroetilene fu completamente accidentale. Si tratta in sostanza di una polvere bianca che non reagisce con altre sostanze chimiche, non è infiammabile non conduce elettricità e rimane stabile fino a temperature molto elevate (vicine ai 300 gradi): tutte caratteristiche che hanno resto il teflon fin da subito un prodotto di grande successo.

L’impiego principale negli anni è stato quello in campo alimentare, in particolare la creazione di tegami antiaderenti, ma il teflon in realtà è stato utilizzato anche per tanti altri prodotti: nella Seconda guerra mondiale, per esempio, era impiegato per rivestire e proteggere attrezzature militari.

Oggi, oltre che per pentole e padelle, il teflon viene usato in numerosi prodotti plastici come filtri, guarnizioni, valvole e protezioni di vario tipo, ma anche in alcuni tessuti sintetici usati per produrre capi d’abbigliamento, in particolare gli indumenti “tecnici” amati dagli sportivi. Non mancano gli usi del PTFE in medicina, dalla creazione di protesi vascolari all’uso in alcuni impianti dentali.

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Il teflon è pericoloso? Cosa dice la scienza

Facciamo subito chiarezza: il teflon di per sé non è pericoloso o cancerogeno. Lo afferma l’American Cancer Society, assicurando che non provoca rischi per la salute alle dosi con le quali normalmente si viene in contatto.

Quello che è potenzialmente pericolosa, e che ha dato vita alle polemiche riguardo all’uso del teflon nei tegami antiaderenti è uno dei composti che veniva usato in alcune fasi di produzione del teflon, il perfluoroottanoico, noto anche con le sigle PFOA o C8. Si tratta di un composto che fa parte di un gruppo più ampio di sostanze chimiche, le PFAS, ritenuto nocivo per l’ambiente e per l’organismo e classificato come tossico e cancerogeno. La DuPont, l’azienda che utilizzava questi materiali per la produzione di pentole e padelle antiaderenti, subì proprio una class action per questo motivo.

Oggi però puoi stare più tranquillo nell’utilizzare tegami antiaderenti: nel 2006 l’Agenzia per la protezione ambientale statunitense (EPA) ha avviato un programma per ridurre i livelli di emissioni e i prodotti contenenti questa sostanza e in seguito eliminarli, obiettivo che secondo le dichiarazioni ufficiali è stato raggiunto.

Anche in Europa la Commissione europea si è impegnata per escludere il PFOA e, dopo una serie di approfondite valutazioni e indagini, ha permesso che nel 2020 entrassero in vigore restrizioni alla fabbricazione e all’immissione sul mercato dei PFOA, dei suoi sali e dei composti correlati. Ad oggi, quindi, il teflon viene prodotto senza l’impiego di sostanze potenzialmente pericolose.

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Alcune accortezze da usare con i tegami antiaderenti

Come conferma anche l’AIRC, oggi per la produzione dei tegami antiaderenti non si usa più il PFOA, che costituirebbe il pericolo maggiore, e quindi i prodotti realizzati con il teflon possono essere considerati sicuri da usare in cucina.

Il teflon rimane però sempre un composto chimico, e quindi è bene avere qualche accorgimento per utilizzare padelle e pentole antiaderenti in modo sicuro. L’AIRC suggerisce di:

  • non scaldare troppo il tegame vuoto, perché l’alta temperatura potrebbe compromettere la stabilità del materiale;
  • mantenere il locale in cui si cucina areato;
  • buttare le pentole con il rivestimento troppo rovinato, perché quella parte consumata potrebbe rilasciare nel cibo tracce del metallo sottostante o dei composti chimici all’interno del tegame.

Seguendo questi consigli, e altre regole generali molto utili, le tue padelle antiaderenti potranno durare più a lungo ed essere utilizzate in perfetta sicurezza.

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