Oggi l’alimentazione vegana è molto diffusa e anche tanti ristoranti la propongono o ci si specializzano, ma nonostante questo crea ancora diversa confusione. In particolare, quello su cui ci si sbaglia più frequente è quali alimenti non possono consumare i vegetariani: facciamo chiarezza.
La dieta vegetariana si è consolidata tra le abitudini alimentari degli italiani, o comunque è diventata più popolare e conosciuta rispetto a qualche anno fa, quando erano in molti a non sapere bene di cosa si trattasse. Anzi, con il diffondersi di questo regime alimentare anche molti che non lo abbracciano ne sono incuriositi, complice la proposta sempre crescente dei ristoranti e la nascita di locali specializzati in questo tipo di cucina. Anche perché ormai è ampiamente sfatato il mito del mangiare vegetariano “noioso”: le ricette vegetariane da preparare sono tante, varie e molto golose. Nonostante tutta questa diffusione, però, sono ancora in tanti a fare confusione riguardo a cosa può, e soprattutto cosa non può mangiare chi segue un’alimentazione vegetariana. Facciamo chiarezza a riguardo, in modo da comprendere sempre meglio un regime alimentare con cui ci troviamo ad avere a che fare sempre più spesso.
Prima di entrare nello specifico nel vivo di quali alimenti non possono essere consumati da chi segue un regime alimentare vegetariano, cerchiamo di definire esattamente che cosa vuol dire scegliere questo tipo di dieta. Il moderno vegetarianismo si diffonde in Europa agli inizi del XX secolo e già nel nome è inclusa la filosofia al cuore di questo movimento: si tratta di una pratica alimentare ispirata da motivazioni etiche, ambientali, religiose e salutistiche che portano al rifiuto di alimenti di origine animale ammettendo, invece, qualunque alimento di origine vegetale.
Nonostante la diffusione piuttosto recente in Occidente, il vegetarianismo nasce in epoca molto antica non come regime alimentare ma come vera e propria filosofia di vita: per esempio già se ne parla nel VI secolo a.C., quando nascono grandi movimenti religiosi come l’induismo e il buddismo, da sempre contrari all’uso di carne animale. Alla base di una scelta vegetariana, quindi c’è principalmente il desiderio di ridurre l’impatto ambientale determinato dalle produzioni di alimenti di origine animale, oltre alla ricerca di una dieta che favorisca la riduzione del rischio di sviluppare patologie varie.
Ad oggi si sono diffuse molte versioni del vegetarianismo che toccano scelte anche estreme, per esempio il veganismo, che si distingue proprio per il tipo di alimenti non concessi dal regime alimentare scelto. Oggi è talmente diffuso nei paesi occidentali che, nel linguaggio comune questo termine viene usato come sinonimo di vegetariano, invece le due alimentazioni sono diversee, a differenziarle, sono proprio i prodotti di derivazione animale, che sono concessi ai vegetariani e vietati invece ai vegani. Esistono poi molte sfumature anche all’interno del vegetarianismo stesso, per esempio l'alimentazione pesco-vegetariana che è a base vegetale, ma include anche pesce e frutti di mare (con o senza uova e latticini), l'alimentazione latto-vegetariana, che include i lattici ma esclude le uova e l'alimentazione ovo-vegetariana, che include le uova ma non il latte e i suoi derivati.
All’atto pratico, quindi, quali sono gli alimenti che i vegetariani non consumano? Seguire una dieta vegetariana vuol dire escludere dalla propria alimentazione gli alimenti ottenuti dagli animali, quindi tutti i tipi di carne (sia rossa che bianca) e di pesce (compresi crostacei e molluschi).
In linea generale sono inclusi i prodotti che sono di derivazione animale, per esempio il miele e le uova (a eccezione di pesce perché sono estratte dopo aver ucciso l'animale), mentre è necessario un chiarimento per quanto riguarda la questione dei formaggi.
Partendo da questi presupposti, infatti, sembrerebbe che i formaggi siano "innocui" per i vegetariani perché sono alimenti di derivazione animale, eppure non tutti i prodotti caseari sono adatti a chi ha scelto di seguire un'alimentazione a base vegetale. Uno degli ingredienti principali di tantissimi formaggi in commercio è il caglio, un ingrediente non molto etico dal punto di vista della filosofia vegetariana: è una questa "sostanza" che serve per coagulare il latte, portandolo quindi a solidificarsi, deriva dallo stomaco di agnelli, capretti o vitelli lattanti e si ricava dalla loro macellazione. La maggior parte delle eccellenze italiane, tipo Grana padano e Parmigiano reggiano, ne prevede l’uso nei disciplinari, per mantenere la Denominazione di Origine Protetta, così come lo impiegano tantissime altre specialità.
Ne consegue quindi che i vegetariani che scelgono di inserire i latticini nel loro regime alimentare non possono mangiare tutti i formaggi, solo quelli non prodotti con caglio animale e quindi davvero vegetariani a tutti gli effetti. Una valida alternativa sono formaggi con il caglio microbico, dove gli enzimi sono estratti da microrganismi (batteri, funghi e muffe) assolvendo lo stesso ruolo di quelli animali. Esistono anche i formaggi prodotti con caglio vegetale, conosciuti anche come i formaggi "fatti con i fiori": in termini di disponibilità e reperibilità ancora non sono diffusi rispetto a quelli di caglio animali, ma la lor produzione sta crescendo proprio per via dell'aumento della richiesta. In alternativa esistono anche