
Dopo la selezione che ha permesso di formare la masterclass, entriamo appieno nello spirito del programma con le prime prove importanti. Duel Golden pin in palio durante la prima Mistery box e uno Skill test con tre illustri ospiti chef segneranno il destino della prima eliminazione di MasterChef Italia 2025.
Chi riuscirà a impressionare gli chef durante la prima prova? Chi supererà l‘Elimination test? Chi infine cadrà allo Skill test? Scopri cosa è successo nella terza serata del cooking show più amato della televisione, in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.
Si parte dall'antipasto con la Golden mistery box
La terza sera si apre con la Golden mistery box che permetterà ai migliori della prova di saltare l'Invention test, dove si rischia l'eliminazione. E compare subito anche la Golden pin, ma non è l'unica: sono due infatti i concorrenti che possono salvarsi e quindi due le Golden pin.

Dentro la box dorata i concorrenti trovano tanti ingredienti freschi e versatili: girello, polpo, fave fresche, pecorino, peperoni corno, patate, friselle, carciofi acciughe, zucchine con il fiore. Con tutti questi ingredienti dovranno realizzare un antipasto sfizioso, che permetta ai giudici di conoscere meglio gli aspiranti chef. Il tutto in 60 minuti. Tutti si mettono al lavoro, con gli chef che si aggirano fra i tavoli dispensando consigli: l'atmosfera è ancora rilassata.
Terminati i 60 minuti i tre giudici scelgono i piatti da assaggiare, dopo aver passato in rassegna i piatti dei concorrenti. Il primo a portare il piatto è Matteo R. – iniziale del cognome inevitabile perché i Matteo sono 3 al momento – che porta un piatto chiamato "Family meal", una crema di patate e tentacoli di polpo scottati, con carciofi e fiori di zucca in pastella. Poi arriva il turno di Dunia, che porta già le prime lacrime e naturalmente il suo piatto "Un'altra avventura": tentacoli di polpo su crema di patate e olio aromatizzato al prezzemolo e menta. Terzo piatto chiamato è di un altro Matteo, ovvero Matteo L., con "Petali d'oro", un piatto essenziale ed elegante, fatto con delle rondelle patate, vitello cotto in padella, crema di zucchine e menta e petali di fiori di zucchine in cima. Infine, il Matteo "il quotato", ovvero Matteo C., con "Fra gli scogli": crema di patate e pecorino, polpo cotto a bassa temperatura, una gastrique al vino rosso – ovvero una salsa agrodolce classica francese – e una frisella lasciata nella bagna del polpo.
Infine i giudici, dopo aver chiesto chi fra i concorrenti pensa di essere fra i migliori, decidono di assaggiare quello di Dorella, che non si era auto candidata, un po' per umiltà, un po' per mancanza di fiducia in se stessa. Lei porta "Un polpo in masseria": crema di patate legata con acqua di polpo, acciughe e pecorino, tentacoli di polpo, peperoni in padella, fave sbollentate e ripassate sul fuoco. Qualche problema di equilibrio fra gli elementi ma i piatto viene apprezzato. I giudici sono soddisfatti e assegnano entrambe le Golden pin in palio, che vanno a Dunia e Matteo Lee, che salgono correndo in balconata. Ma non è finita qui, perché i giudici decidono di mandare in balconata altri due concorrenti, ovvero Matteo R. e Dorella.
L'Invention test farinoso
Ed eccoci alla prima vera prova, o almeno a quella che determina la prima eliminazione. Il tema della prova è la farina o, meglio, le farine: farina di mais bianco di castagne, di grano saraceno, farina di mais viola, fioretto e bramata. L'obiettivo è, naturalmente, realizzare un piatto con la polenta come protagonista in 60 minuti.. I giudici hanno portato tre piatti per ispirare i concorrenti: Barbieri ha portato una crema di polenta e moscardini, Cannavacciuolo un soffice di polenta, rane e chips di polenta, mentre Locatelli ha portato una polenta di mais con la carne di cervo scottata e una salsa al vino rosso. I detentori della Golden pin potranno indicare due colleghi che dovranno usare almeno 2 varietà di polenta per il proprio piatto, uno svantaggio non da poco per gli aspiranti chef. Dunia sceglie di colpire Carlotta, mentre Matteo L. punta verso Jonny. Non si tratta di una prova facile, soprattutto per chi deve girare due polente contemporaneamente.

Arriva il momento dell'assaggio e la prima ad andare all'assaggio è proprio Carlotta, messa in difficoltà da Dunia. Tutto sommato se la cava, al netto di una salsa troppo acida. Ed eccoci alle prime lacrime dell'Invention test, come sempre "stimolate" da chef Cannavacciuolo. Subito dopo i giudici assaggiano il piatto di Jonny, l'altro svantaggiato, che però cade sul sale e su un piatto un po' banale. Terzo assaggio quello di Irene, che era in crisi fino alla fine, ma riesce ad "aggiustare" il piatto, tanto che Locatelli la ribattezza "Irene dei miracoli".
Arriva Georgina, con un piatto dai sapori mediterranei, che però Barbieri giudica "terribile". La brasiliana Iolanda va all'assaggio cantando e portando un piatto di ispirazione portoghese un po' ruffiano: "Tre stelle che rappresentano le stelle che ho davanti". E siamo solo alla seconda prova della masterclass. Tutto è giudicato eccessivo – come la sua dedica – e decisamente confusionario. Giuliana porta un piatto "ispirato" a una creazione dello chef Barbieri, ma con risultati scarsi: "Era meglio se facevi di testa tua" chiosa lo chef. Alessandro ha usato il mais, rane e funghi cardoncello, ma ha qualche problema con le cotture: in ogni caso la polenta è ben riuscita, così come sono riuscite l'equilibrio e l'estetica del piatto. Vittoria porta un piatto super goloso, apprezzato dai giudici, mentre Katia porta un risultato giudicato subito "rischioso" da Cannavacciuolo, che lei non ha neanche assaggiato: e parte il pianto. Piponzio porta "un piatto della nonna", nel bene e nel male, mentre Franco porta un involtino di verza con polenta e quaglie.
Antonio porta la Calabria costiera, con la polenta abbinata a fasolari e telline: ma Barbieri dice che non sa di niente, anzi di "un tubazzo di niente", come dice Barbieri. Gaetano il siciliano porta un sandwich di polenta con sarde, lamponi, capperi e salsa di gorgonzola: peccato ecceda in sapidità e manchi di verticalità. Matteo C. considerato il più quotato e ribattezzato "Teo" ha abbinato la polenta di mais viola al cervo, con una fonduta di taleggio e funghi fritti. Eros, altro siculo, ha un po' esagerato con la polenta appesantendola con della mollica di pane abbrustolita. "Passerai alla storia per quello che ha inventato la fusione fra il mappazzone e il bombolone" taglia corto Barbieri. È il momento di Nicolò, che porta del baccalà e una polenta di farina di castagne, che però risulta molto dolce: piatto decisamente sbagliato.

Gli assaggi sono finiti e i tre giudici si riuniscono per scegliere il migliore: è Franco, che si aggiudica un grande vantaggio da usare nello Skill test. Ma ecco subito il momento dei peggiori: a essere chiamati al "patibolo" sono Eros, Katia, Georgina e Giuliana. Alla fine non c'è un peggiore ma ben due: Eros e Georgina. Non vengono però eliminati o almeno non subito: andranno a sfidarsi nell'ultima prova dello Skill test.
Un pezzo di della gastronomia italiana per lo Skill test
La puntata si apre con il primo Skill test della stagione e ai concorrenti viene subito annunciato che cucineranno in coppia. Verranno divisi in 2 batterie: nella prima si scontreranno 5 coppie e nella seconda 4 coppie. Le coppie peggiori andranno allo scontro finale, in cui entreranno in gara anche Eros e Georgina, rimasti "in sospeso" dalla puntata precedente.
Franco, che ha vinto l'Invention test, può formare le coppie della sua batteria, la prima a gareggiare: un grande vantaggio per lui. Lui sceglie "L'edera", il nuovo soprannome di Matteo Lee, e prosegue formando le coppie. Franco si fa subito naturalmente dei nemici, mettendo in discussione le abilità di qualche concorrente.
Ma entriamo nel vivo del programma con il primo illustre ospite: Roberto Bottero lo chef e guida della Clinica Gastronomica Arnaldo di Rubiera, l’iconico ristorante emiliano fondato nel 1936 dal nonno Arnaldo Degoli. Parliamo di un'eccellenza storica dalla cucina italiana: fino al 2025 è stato il ristorante italiano con la Stella Michelin più longeva, ottenuta per la prima volta nel 1959 e mantenuta per oltre sei decenni. Il tema del test del resto sono "le grandi famiglie della ristorazione italiana" e i Degoli rientrano appieno in questa descrizione.

Prima di diventare la Clinica Gastronomica Arnaldo, quel luogo aveva già una lunga storia di accoglienza. L'edificio che oggi ospita Arnaldo, situato lungo la Via Emilia, a Rubiera, per secoli fu una stazione di posta, dove i viaggiatori si fermavano per cambiare i cavalli, mangiare qualcosa di caldo e riposare. Era un punto di passaggio obbligato per mercanti e funzionari, un posto pratico, legato al viaggio e alla necessità.
Con la fine del trasporto a cavallo, la stazione di posta perse la sua funzione ma rimase osteria e locanda, mantenendo la vocazione al ristoro. Quando Arnaldo Degoli prese il locale nel 1936, non fece altro che raccogliere questa eredità: trasformò un luogo di sosta in un tempio della cucina emiliana, senza mai tradirne lo spirito.
La sua idea di “clinica gastronomica” nasce proprio da lì: cibo semplice, profondo, fatto di brodi, bolliti e lunghe cotture, pensato per rimettere in forze chi si sedeva a tavola. In fondo, cambiava il nome e la fama, ma non la sostanza: da secoli, in quel punto della Via Emilia, si viene per fermarsi e stare bene. Una bella lezione sulla storia della gastronomia italiana per i nuovi aspiranti chef.
La prova: il carrello del bolliti e La spugnolata
Cosa porterà uno chef così? Ma funghi, naturalmente. Chef Bottero presenta ai concorrenti "La spugnolata", un piatto di Arnaldo Degoli, nonno di Bottero, e della madre Anna, una reinterpretazione della lasagna. La pasta e bianca e non verde, come nella lasagna di tradizione emiliana, è ricca di besciamella e il ragù è fatto con i tagli del bollito. Il carrello dei bolliti infatti lasciava molti ritagli che i due hanno usato per creare un sugo goloso e profondo: questo si usa per farcire una sorta di fagottino di pasta a cui vengono sovrapposti altri fagottini, besciamella a strati, e infine un altro sugo fatto a parte con le spugnole.
In scena compare dunque un carrello dei bolliti suntuoso e a dir boco strabordante. Prosciutto bollito con la cotenna, cappone, gunciale di manzo, coda, tstina, lingua, il ripieno "polpettone", il cotechino, lo zampone. Ma non è finita qui, perchè ci sono anche gli arrosti: quello di maiale al barolo, quello di maiale al latte e quello di vitello al latte. Da far girare la testa a chiunque. In 45 minuti le coppie della prima batteria dovranno cucinare il loro piatto, prendendo solo 3 pezzi dal carrello, serviti dallo chef Bottero.
Gli aspiranti chef si servono e ora devono collaborare per realizzare il loro piatto: iniziano subito le prime discussioni. I tre giudici, accompagnati dallo chef Bottero, passano fra i banchi bacchettando qualcuno che sta sprecando troppo, dato che la prova fra l'altro è incentrata sul un piatto di recupero. Qualche problema con lo spessore delle paste, con i sughi delle spugnole troppo asciutti, qualche coppia più conflittuale delle altre, ma il tempo giunge al termine per la prima batteria.
La prima coppia sono Alessandro e Matteo C. che dichiarano di aver lavorato bene insieme: qualche critica dello chef Bottero, ma tutto sommato il piatto piace, anche a Barbieri. I due salgono in balconata. La seconda coppia è quella formata da Iolanda e Gaetano, che hanno discusso un po' durante il lavoro: e infatti si vede nel piatto. Sugo poco saporito, pasta spessa e cruda, besciamella scarsa: non superano la batteria. È la volta di Franco e Matteo Lee, che promettono di essere una coppia fortissima: Matteo non gioca la sua Golden pin, ma forse eccede in sicurezza. Le spugnole infatti sono tritate, anche se il sugo è buono, il bilanciamento pasta besciamella non è corretto, cosa che determina un piatto asciutto e nessuna possibilità di salire in balconata per i due. Al giudizio vanno Dorella e Antonio, coppia un po' improbabile che però, al netto di qualche errore – come il taglio delle spugnole e un po' di tirchieria sul pomodoro – portano a casa il risultato e salgono in balconata. Giuliana e Katia deludono gli chef con funghi poco cotti e pasta spessa e cruda, anche se le due non sono d'accordo con il giudizio degli chef.
Adesso gli chef devono decidere qual è il piatto peggiore: fanno salire Franco e Matteo, che si salvano, così come Illanda e Gaetano. Sono Giuliana e Katia a doversi accomodare vicino Eros e Georgina, in attesa dell'ultimo step.
Il secondo "ospite illustre" e la prima Stella del Sud Italia
Arriva il momento della seconda batteria, dopo aver salutato lo chef Bottero. Franco procede agli accoppiamenti, stavolta un po' incattivito dallo stress della prova. Seguendo il tema della prova ci si sposta al Sud, per la precisione ad Amalfi: entra in scena lo chef Antonio Dipino, guida del ristorante La Caravella, fondato dai suoi genitori, è una vera istituzione della gastronomia italiana e una delle eccellenze storiche della Costiera Amalfitana, primo ristorante del Sud Italia a ottenere una Stella Michelin. Situato nel centro storico di Amalfi, all’interno di un palazzo del XII secolo che fu parte delle antiche strutture ducali, La Caravella combina tradizione mediterranea e storia locale con una cantina di vere rarità. Lo chef porta gli scialatielli con i frutti di mare, un classico campano inventati da Enrico Cosentino, chef nato ad Amalfi e sorrentino d’adozione. Si narra che il cuoco decise di lasciare al cliente l'onere e l'onore di scegliere il nome del piatto: dal momento che questo aveva esclamato "me so scialat" quello diventò il nome definitivo.

Dopo la spiegazione dello chef sulla preparazione della pasta i concorrenti si mettono al lavoro, perché in 45 minuti dovranno replicare il piatto. Solito giro dei giudici con l'ospite per incoraggiare ma soprattutto ammonire le coppie al lavoro. La prima coppia ad andare all'assaggio è quella formata da Piponzio e Niccolò, che hanno ottenuto un buon risultato: salgono subito in balconata. Seconda coppia, Jonny e Mattero R. hanno avuto dei problemi di vario tipo, fra cui aver appoggiato i frutti di mare sulla carta assorbente cosa che ha lasciato il sugo senza sapore: non superano la batteria.
Arrivano Carlotta e Dunia, coppia formata secondo Franco per creare un conflitto: loro però sono sicure del lavoro svolto, tanto che Dunia decide di non giocarsi Golden pin. Pasta un po' cruda, scialatiello un po' sottile, ma il sugo è fatto bene: il giudizio dello chef Dipino però è inflessibile e le due non passano. Infine Vittoria e Irene, che sembra abbiano lavorato in armonia: e si vede dato che il piatto è non solo buono, ma anche bello, tanto da indurre i giudici a finirlo. Vanno decisamente in balconata. Alla fine la coppia peggiore, che andrà all'ultimo step, è quella formata da Matteo e Jonny.
L'ultimo step dello Skill test si gioca in casa
Si torna al Nord con l'ultima famiglia storica della gastronomia italiana: ma si gioca in casa. Il ristorante in questione infatti è La Cinzianella è un ristorante storico sul lago di Comabbio (Varese), noto per la sua cucina tradizionale italiana e per aver avuto in passato una stella Michelin. La famiglia che l'ha fondato, nel 1963, è quella di Alfio Gnocchi e di sua moglie Marialuisa: è qui che un bambino tanti anni fa inizia a giocare con il cibo, fino a diventare chef. È Giorgio Locatelli.
Lo zio dello chef, infatti, decise di aprire un ristorante "in una palude", come lo stesso Locatelli racconta, ben gestito dalla zia e rendendo partecipe tutta la famiglia: ma "funzionò". Lo chef voleva prima stare in sala, da da lì fu cacciato in cucina per evitare che combinasse guai: la sua strada era segnata. Locatelli rientra con la divisa e presenta il suo "Lavarello spaccato Marialuisa", un piatto dedicato dallo zio Alfio per la moglie: il lavarello è insaporito con l'erba cedrina, o Maria Luisa, un elemento fondamentale del piatto. Dopo la spiegazione e soprattutto la lezione di sfilettatura del pesce da parte di Locatelli, i concorrenti sono pronti per riprodurre il piatto dello chef in 40 minuti. Questa volta però ognuno cucina per sé.
Grande tensione durante la preparazione, soprattutto per Giuliana che alla fine, combina un disastro: ha impiattato al contrario e, nel tentativo di rimediare girando il piatto, ha fatto peggio. Il primo assaggio è il piatto di Georgina, che accontenta gli chef con un buon lavoro: sale subito in balconata. Arriva Jonny ma il suo piatto risulta un po' "dietetico" secondo Locatelli: scarso di salsa, ma tutto sommato corretto, soprattutto sulla cottura del pesce. Anche lui sale in balconata.

Si passa ai piatti più disastrosi: Eros ha sfilettato bene ma non ha ottenuto una buona reazione di Maillard, sala buona ma un troppo ristretta. Si salva per un pelo.
È il momento di Katia che ha portato un piatto terribile già dall'aspetto: spento, asciutto, con il pesce crude e le patate senza sapore. Infine Giuliana, che non è riuscita a impiattare quasi nulla: il pesce è macinato dalla "caduta" nel piatto, manca il sale, manca la salsa, solo le patate sono appetitose ma naturalemente è troppo poco. La scelta è fra loro due: alla fine, la prima eliminazione della nuova masterclass è doppia. Secondo i giudici, sia Katia sia Giuliana devono lasciare la cucina di MasterChef Italia.