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11 Febbraio 2023 12:00

Supermercato: più cari i prodotti che inquinano di più. Svolta green in Svezia

In una catena di supermercati svedese la spesa non si paga in corone bensì in 'inquinamento'. The Climate Store, questo il nome dei negozi, il prezzo degli alimenti è espresso in emissioni di carbonio: una strategia per sensibilizzare l'opinione comune sul tema del surriscaldamento globale.

A cura di Alessandro Creta
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Può la spesa essere più sostenibile e rispettosa dell'ambiente? Sarebbe un principio da perseguire a prescindere ma sì, in particolar modo se ci ritroviamo in Svezia questo concetto è ancor più attuabile. Da qualche tempo infatti nel Paese scandinavo ha aperto un supermercato in cui la spesa non si paga in corone, ma il prezzo dei prodotti è espresso in base all'impatto ambientale dovuto alla loro realizzazione. Nello specifico in emissioni di carbonio.

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Non a caso il punto vendita in questione si chiama The Climate Store (traducibile in italiano con il supermercato del clima) e sugli scaffali i prezzi degli articoli sono direttamente legati al loro impatto ambientale. Più il processo di produzione e lavorazione di un alimento inquina, più questo sarà caro una volta a disposizione del pubblico. Il punto vendita in questione è attivo dal 2020 ma l'idea di base è talmente innovativa, e per certi versi rivoluzionaria, che ancora se ne parla a livello internazionale.

Per la prima volta al mondo il negozio di alimentari valuta i suoi prodotti in base alla loro impronta di carbonio: questo implica un prezzo superiore per i cibi a maggiore impatto, nell'ottica di una valuta espressa in emissioni inquinanti. L'iniziativa è stata promossa con lo scopo di sensibilizzare i consumatori sul vero impatto delle loro scelte alimentari, aiutandoli a comprendere il peso delle loro azioni su un ambiente sempre più messo a dura prova.

Svezia: al supermercato si paga in emissioni

Come si fa a fare spesa senza l'utilizzo di denaro? Il punto vendita assegna a ciascun cliente un budget settimanale di 18,9 kg di carbonio. Questo comporta come gli acquirenti dovranno scegliere gli alimenti con attenzione, evitando opzioni con un'impronta di carbonio più elevata per evitare di sforare dalla somma complessiva.

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Un'opera di sensibilizzazione verso un argomento di triste attualità, considerando anche come l'impatto climatico derivato dalla produzione di cibo ammonti a circa un quarto delle emissioni di gas serra a livello mondiale. Un nemico però fin troppo poco considerato proprio perché invisibile (seppur visibili siano gli effetti provocati dal surriscaldamento globale), quindi riuscire a rendere il tutto più concreto e comprensibile può essere una strategia valida per una sensibilizzazione generale. Per ora però solo in Svezia hanno attuato questa strategia, decideranno di allinearsi catene pure di altri Paesi?

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Quello che i piatti non dicono
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