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23 Giugno 2023 18:15

“Siamo stanchi, è tempo di cambiare”: la lettera di un cameriere al governo italiano

Matteo Zappile, uno dei maître più famosi d'Europa, sveste i ranghi e chiede, da cameriere, un confronto con il governo per migliorare il mondo della ristorazione: "Siamo tutti stanchi, è giunto il tempo di cambiare".

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Una lettera durissima quella che Matteo Zappile, che si definisce "un cameriere fortunato", invia a Giorgia Meloni e Daniela Santanché, rispettivamente Presidente del Consiglio e Ministro del Turismo. Un grido d'allarme per il comparto della ristorazione, soprattutto per il mondo della sala che da anni ormai soffre l'atavica carenza di personale. Zappile è il general manager del ristorante Il Pagliaccio, uno dei 2 Stelle Michelin più rispettati d'Europa: lui non dà la colpa al reddito di cittadinanza o ai "giovani che non vogliono lavorare". Scrive una lettera dall'alto della propria posizione privilegiata per far sentire la voce di chi privilegiato lo è di meno. Il maître parla di condizioni di lavoro, di scuole alberghiere con programmi didattici obsoleti, di pressione fiscale e soprattutto di tempo: il bene più prezioso che abbiamo, proprio ciò che manca a chi opera in questo settore.

La lettera di Matteo Zappile al governo italiano

Il maître del Pagliaccio in questa lettera dice di essere fortunato perché ha scelto di fare il cameriere, ha studiato per diventarlo e ha la possibilità di aggiornarsi per migliorare sempre. "Ho accettato e fatto sacrifici dall’età di 13 anni — dice Zappile — oggi ne ho 39 e orgogliosamente faccio il cameriere e sono docente e collaboratore per diverse scuole di settore in Italia". Dopo la felice introduzione attacca duramente la situazione vissuta da tantissimi suoi colleghi: "Siamo stanchi, siamo stanchi di questo lavoro fatto così, siamo stanchi di come veniamo trattati dallo Stato, siamo stanchi della considerazione che avete del comparto e del settore, siamo stanchi della pressione fiscale per il settore Horeca, siamo stanchi dei programmi didattici delle scuole alberghiere fermi agli anni 70, siamo stanchi della mancanza di fondi per la formazione, siamo stanchi della considerazione 0 che avete per chi fa muovere miliardi di euro di fatturato per questo nostro Bel Paese".

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Matteo Zappile (a destra) e chef Anthony Genovese | Foto da Facebook

Secondo Zappile questa stanchezza è un riflesso del Covid perché il periodo di pausa "ha fatto riscoprire la vita ai camerieri e ai cuochi". I giovani non vogliono lavorare più delle canoniche otto ore: pur offrendo più soldi, più formazione, "la richiesta è sempre la stessa: più tempo, maître! Vogliamo più tempo" dice l'autore della lettera. Il tempo è un valore ritrovato e non si può tornare indietro. Zappile chiede di dare uno sguardo a Francia e Scandinavia perché "oggi avremmo di sicuro personale sorridente e fiero di lavorare per far felice clienti da ogni parte del mondo. Il lavoro c’è, ma non a queste condizioni". Il maître fa presente che l'assenza di un sindacato che appoggia e difende la ristorazione, che sia in grado di sedersi a un tavolo con la politica nazionale, è un problema molto grosso: se il comparto scioperasse sarebbe un disastro per l'economia italiana e per la reputazione del Bel Paese.

Purtroppo però la lettera si chiude con un messaggio amaro, di sconforto, di tristezza verso questa situazione. La poca fiducia di Zappile nelle istituzioni è comune a tantissime persone: "Temo che nulla cambierà, nulla succederà e alla fine io, come il resto dei miei illustri colleghi, saremo costretti ad andare all’estero per avere una vita dignitosa facendo il nostro lavoro".

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