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15 Luglio 2025 9:00

Quali sono le differenze tra pesce bianco e pesce azzurro e come valorizzarli in cucina

Non tutto il pesce è uguale: bianco o azzurro, ogni varietà porta in tavola sapori, usi e proprietà nutrizionali diverse. Saperli distinguere fa la differenza in cucina e a tavola: ecco tutte le differenze fra pesce bianco e azzurro e i migliori modi per impiegarli in cucina.

A cura di Francesca Fiore
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Nel vasto panorama della cucina di mare, spesso ci si imbatte in due grandi categorie ittiche: il pesce bianco e il pesce azzurro. Due mondi distinti, accomunati solo dall’ambiente marino, ma separati da caratteristiche organolettiche, valori nutrizionali e impieghi gastronomici molto diversi. Se il primo è sinonimo di delicatezza e versatilità, il secondo racconta una cucina più verace, intensa e profondamente radicata nella tradizione mediterranea.

Conoscere le differenze tra queste due tipologie di pesce non è solo un esercizio di cultura alimentare, ma anche uno strumento fondamentale per scegliere consapevolmente al mercato, bilanciare l’alimentazione e – soprattutto – esaltare al meglio i sapori in cucina. Oggi ti guideremo alla scoperta delle peculiarità del pesce bianco e di quello azzurro, con consigli pratici per cucinarli valorizzando le loro qualità uniche.

Le differenze tra pesce bianco e pesce azzurro: dal banco al piatto

La distinzione tra pesce bianco e pesce azzurro non è solo cromatica. Il pesce bianco, come merluzzo, sogliola, nasello e rombo, ha carni tenere, di colore chiaro, povere di grassi e dal gusto delicato. Si presta perfettamente a preparazioni leggere ed è spesso apprezzato anche dai palati più esigenti o dai bambini.

Il pesce azzurro, invece, comprende specie come sardine, alici, sgombro, ricciola e tonno (in parte): la sua carne, dal colore più scuro e dal sapore deciso, è più ricca di grassi "buoni", in particolare omega-3, fondamentali per la salute cardiovascolare. Dal punto di vista gastronomico, il pesce azzurro offre spunti per piatti più rustici e intensi, spesso legati alla cucina popolare e regionale, ma non per questo meno pregiati.

Come cucinare il pesce azzurro: sapore e semplicità

Il pesce azzurro è l’alleato perfetto per una cucina sostenibile, saporita e ricca di storia. Essendo spesso pescato localmente e in grandi quantità, ha un costo contenuto, ma richiede una mano sapiente per valorizzarne il gusto deciso. Le cotture brevi e ad alta temperatura – come la griglia, la piastra o la frittura – esaltano il sapore intenso delle sue carni.  I pesci azzurri sono ricchi di omega-3, con carni più saporite e colorazione più scura o argentea sul dorso.

  • Alici (acciughe)
  • Sardine (sarde)
  • Sgombro (maccarello)
  • Ricciola
  • Tonno
  • Palamita
  • Aguglia
  • Cefalo (muggine)
  • Surola (suro o sugarello)
  • Lampuga
  • Pesce sciabola (spatola)
  • Aringa

Sardine e alici rappresentano due tra le espressioni più autentiche del cosiddetto “pesce povero”, ma il loro valore in cucina è tutt’altro che modesto. Marinate con aceto o succo di limone, si trasformano in antipasti freschi e saporiti, tipici di molte cucine regionali italiane, in particolare di quelle costiere. L’acidità degli agrumi o dell’aceto non solo esalta il gusto deciso del pesce azzurro, ma ne attenua anche l’intensità, rendendolo più delicato al palato. In alternativa, la cottura al forno con una spolverata di pangrattato, aglio tritato, prezzemolo fresco e un filo d’olio extravergine d’oliva è una preparazione semplice ma straordinariamente gustosa, che valorizza la naturale sapidità del pesce e richiama le tradizioni familiari del Mediterraneo.

Lo sgombro e la ricciola, dal sapore più marcato e dalla carne più consistente, si prestano anche a tecniche culinarie più moderne. La cottura a bassa temperatura, ad esempio, permette di preservare l’umidità e i profumi naturali del pesce, esaltandone la morbidezza senza perdere il carattere deciso della polpa. L’affumicatura leggera, invece, dona note aromatiche raffinate che si sposano bene con contorni a base di verdure fresche, agrumi o creme di legumi.

Il pesce azzurro occupa un posto centrale nella cultura gastronomica italiana, con piatti tradizionali che raccontano la storia e la geografia del territorio. La pasta con le sarde, con uvetta, pinoli e finocchietto selvatico, è uno dei simboli più noti della cucina siciliana, capace di unire dolce e salato in un equilibrio sorprendente. Allo stesso modo, i tortini di alici liguri, sovrapposti a strati con patate, erbe aromatiche e talvolta pomodorini, rappresentano un esempio di cucina semplice ma profondamente radicata nella tradizione marinara.

In ogni preparazione, il segreto per esaltare il pesce azzurro sta nel bilanciare la sua intensa sapidità con ingredienti freschi, aromatici e spesso vegetali, capaci di armonizzare i sapori e creare piatti completi e salutari, senza rinunciare alla ricchezza gustativa.

Come cucinare il pesce bianco: eleganza e versatilità

Il pesce bianco è un vero jolly in cucina. Le sue carni delicate permettono una varietà di cotture che vanno dalla classica al vapore – perfetta per preservarne leggerezza e fragranza – fino alla più golosa panatura e frittura.  Ma quali sono i pesci bianchi più comuni?

  • Merluzzo
  • Nasello
  • Sogliola
  • Orata
  • Spigola (branzino)
  • Rombo
  • San Pietro
  • Dentice
  • Cernia
  • Luccio
  • Rana pescatrice (coda di rospo)
  • Palombo
  • Pesce persico

Filetti di sogliola o nasello, ad esempio, sono perfetti per una cottura rapida in padella con burro chiarificato e una spruzzata di limone fresco: il burro amplifica la morbidezza della carne, mentre l'acidità del limone dà slancio al piatto. Una grattugiata di scorza e qualche cappero dissalato possono aggiungere un tocco in più.

Un’altra opzione classica è la cottura al forno, ideale per preservare l’umidità del pesce. Basta disporre i filetti in teglia con un fondo di verdure (come zucchine, finocchi o pomodorini), un filo d’olio extravergine, vino bianco secco, rosmarino o timo fresco, e il gioco è fatto. È una preparazione sana, profumata e adattabile a ogni stagione.

Il merluzzo, più consistente e versatile, si presta a piatti più ricchi. Una delle versioni più amate è in umido con pomodoro, olive nere e capperi, spesso arricchito da patate e un tocco di peperoncino. È un piatto completo e confortante, perfetto con una fetta di pane rustico.

In alternativa, si può realizzare il merluzzo mantecato alla veneziana, un grande classico della cucina del nord-est: il pesce viene lessato, sfaldato e montato con olio d’oliva fino a ottenere una crema soffice e saporita, servita su crostini di polenta o pane casereccio.

Il pesce bianco è anche protagonista delle cucine più moderne e creative. La sua neutralità di gusto lo rende ideale per accostamenti inediti: si sposa bene con riduzioni al vino bianco, creme di verdure, spume di agrumi o salse speziate leggere. In molti ristoranti fine dining si servono filetti di rombo o San Pietro cotti sottovuoto a bassa temperatura, per preservarne tutta la fragranza e la morbidezza. Anche la presentazione minimalista trova nel pesce bianco il suo alleato perfetto: un filetto scottato alla perfezione, accompagnato da una purea setosa di topinambur o da un brodo ristretto di crostacei, crea un equilibrio raffinato tra sobrietà ed eleganza.

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