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20 Maggio 2022 11:00

Piccola, scura e mansueta: cos’è l’ape nera siciliana, la specie a rischio scomparsa

Il 20 maggio è la giornata mondiale delle api. Vogliamo celebrare una specie così importante per l’ambiente, l’ecosistema e la biodiversità raccontando la storia di una razza presente in Sicilia da tanto tempo, ma che fino a pochi anni fa ha rischiato l’estinzione: l’ape nera siciliana.

A cura di Alessandro Creta
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In occasione della Giornata Mondiale delle Api, vogliamo “celebrare” una delle specie meno note; particolare per colore, caratteristiche e perché visceralmente legata a una regione italiana. Si tratta dell’ape nera siciliana, la quale, nonostante le sue tante qualità (è meno aggressiva rispetto alla ligustica, l’ape tradizionale, più produttiva e anche più resistente ai cambiamenti climatici), fino a pochi decenni fa rischiò addirittura la scomparsa. Il motivo? Sempre meno produttori ne mantennero gli allevamenti, preferendola all’Apis mellifera siciliana, la più comune ape ligustica, importata dal Nord Italia.

Ape nera siciliana: le caratteristiche

Addome molto scuro, ali di dimensioni ridotte e peluria giallastra per l’Apis mellifera siciliana, da millenni presente in Trinacria. L'ape nera risulta meno aggressiva (non servono maschere nelle operazioni di smielatura), maggiormente capace di adattarsi ai cambiamenti climatici (“opera” anche ad alte temperature) ed è anche più produttiva rispetto all’ape “tradizionale”. Quella comune, per intenderci, gialla e nera.

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Dalla pagina Facebook Apicoltura Carlo Amodeo

La nera siciliana, nonostante queste qualità, date dalla presenza nel proprio DNA di geni tipici delle più resistenti api africane, negli anni ’70 venne praticamente abbandonata dagli allevatori, che iniziarono a preferirle la più classica e diffusa ligustica, sebbene i due mieli siano sostanzialmente uguali da un punto di vista organolettico.

Ape nera siciliana: come è stata salvata dall’estinzione

L’importazione dal Nord dell’ape, definiamola così, classica mise a repentaglio la sopravvivenza di una specie presente in Sicilia da tantissimo tempo. A seguito dell’abbandono di gran parte degli apicoltori locali, Pietro Gendoso, entemologo e docente dell'Università di Palermo, la studiò e trasferì la passione per questa varietà a un suo studente, Carlo Amodeo. Fu proprio lui, nel 2008, a scovare un piccolo produttore che ancora si dedicava alla cura delle api nere in provincia di Palermo.

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Dalla pagina Facebook Apicoltura Carlo Amodeo

Da questo incontro decise di diventare a sua volta allevatore di apis mellifera siciliana, recuperandone la memoria e salvandola dall’oblio, creando non solo un'azienda dedicata, ma anche un Presidio Slow Food. A oggi, nell’area nord occidentale della Sicilia (tra le province di Palermo, Trapani e Agrigento), sono otto in totale gli allevatori che hanno recuperato le api regine da Amodeo, avvalendosi della sua esperienza per reintrodurre la sottospecie autoctona e produrre miele.

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