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Abbiamo già parlato di cosa fare in caso di danni subiti al ristorante, ma cosa succede se a provocare il danno è il cliente? Se per caso rompiamo un bicchiere, una sedia o qualcosa di simile, siamo noi a doverne rispondere oppure è il ristoratore?
Il caso del piatto rotto sul conto a Maratea
Il caso nasce dal racconto fatto a Fanpage.it di una donna che martedì scorso era in vacanza a Maratea, in provincia di Potenza, con la famiglia. Trovandosi in un ristorante con marito e bimba di 15 mesi, si è vista addebitare un conto maggiorato perché la bambina, con un movimento incontrollato, ha urtato un piatto che si è frantumato sul pavimento. Al momento di pagare, la famiglia si è trovata sul conto un aumento di 20 euro rispetto al normale costo della cena. Il ristoratore, quando la famiglia ha chiesto delucidazioni, ha raccontato di aver addebitato il costo del piatto perché si trattava di una "ceramica artistica".
Secondo le dichiarazioni raccolte da Fanpage.it: "A noi hanno detto che si trattava di un piatto di ceramica artistica prodotto da loro, sicuramente molto grazioso. Il problema non è che ci abbiano fatto pagare una cosa rotta dalla bambina, ci mancherebbe, ma ci ha stupito il fatto che il piatto sia stato addebitato al momento di pagare, senza avvisarci prima. Anche perché il conto noi lo abbiamo controllato quasi per caso".
Chi ha ragione e chi deve pagare
Come nel caso in cui il cliente si sia fatto male e il ristoratore sia tenuto a risarcirlo, la norma vale anche in questo caso, ma al contrario: se il cliente provoca un danno al ristorante è tenuto a risarcirlo. Vale, però il principio dell'usura: se si rompe un piatto, non si è tenuti a comprarne una nuova, ma a pagare per il danno provocato. La cifra è e deve essere sempre proporzionale al valore reale del prodotto rotto. Naturalmente può essere una scelta del ristoratore non chiedere il risarcimento danni al cliente: in questo caso, però, trattandosi di una ceramica artistica, è molto probabile che fosse stata lautamente pagata dal ristoratore.
E se si macchia la tovaglia o si danneggia un arredo?
Gli incidenti al ristorante non riguardano solo piatti o bicchieri: può accadere, ad esempio, di rovesciare un bicchiere di vino e macchiare la tovaglia, di versare del caffè su una poltroncina imbottita o di graffiare il piano di un tavolo. Anche in queste situazioni vale la regola generale della responsabilità civile: chi causa un danno è tenuto a risarcirlo, ma l’importo deve essere sempre proporzionato alla reale entità del pregiudizio. Una tovaglia di cotone comune, destinata a un normale uso in sala, potrà essere semplicemente sostituita temporaneamente e lavata senza costi extra, mentre per tessuti pregiati, ricamati a mano o arredi di valore (come sedie in pelle o tavoli in legno massello) il ristoratore può legittimamente chiedere un contributo per le spese di pulizia professionale, riparazione o sostituzione.
Un elemento importante è la trasparenza: il ristoratore dovrebbe informare il cliente del danno e dei relativi costi prima di inserirli nel conto finale, illustrando eventualmente anche il preventivo della riparazione o della pulizia. Questo non solo per correttezza, ma anche per evitare contestazioni e mantenere un buon rapporto con la clientela. In ogni caso, il cliente ha diritto di sapere come viene calcolato l’importo richiesto e di verificarne la coerenza con il valore reale dell’oggetto danneggiato.